Attraverso il talk “Unicorn Wars e la lotta contro l’odio”, approfondendo le ispirazioni e le scelte stilistiche del regista Alberto Vazquez, si è parlato delle potenzialità del cinema d’azione come racconto politico.
Il talk, uno dei numerosi eventi della Pride Croisette, è stato condotto dai content creator Enrico Gamba (@151eg) e Marta Suvi (@barbiexanax) ed è stato seguito successivamente dalla proiezione della pellicola.
Unicorn Wars è un film d’animazione spagnolo che mescola favola nera, satira e critica sociale. Tra orsetti soldato e unicorni ribelli, una storia crudele e poetica che esplora la guerra, la religione e la natura umana con uno stile visivo sorprendente.
Unicorn Wars: la spiegazione della trama
Alberto Vázquez, il regista, racconta di essersi ispirato a Bambi, Apocalypse Now e la Bibbia. Ma perchè? Un mix insolito, eppure perfettamente coerente con l’essenza di questo film d’animazione, cupo e provocatorio che dietro questa apparenza infantile racconta una storia feroce di guerra e propaganda.
I protagonisti sono due orsacchiotti gemelli apparentemente carini e coccolosi chiamati Azzurrino e Cicciottello che vivono in una foresta magica. A seguito del ritrovamento di un libro sacro viene dichiarata una guerra santa agli unicorni ritenuti la causa di ogni male per via di una leggenda antica.
Secondo quanto tramandato in questo libro, un tempo la foresta magica era abitata in armonia da tutte le creature, finché gli unicorni temendo il progresso degli orsi li hanno allontanati con la violenza condannandoli alla miseria ai margini del bosco. Da allora la missione degli orsetti, che si considerano il popolo eletto cacciato ingiustamente dal Paradiso, sarà quella di riconquistare le ricchezze e il benessere di cui sono stati privati. Inoltre la profezia vuole che chi berrà il sangue dell’ultimo unicorno acquisirà un potere che gli permetterà di diventare un’entità semi divina e di governare la Foresta.
Azzurrino, Cicciottello e i loro compagni verranno addestrati nel surreale “Campo dell’amore – Onore, Dolore, Coccole” un chiaro richiamo ai campi militari di Apocalypse Now. Qui tra simboli zuccherosi e slogan, il film evoca le dittature del novecento sia quella fascista che franchista, in cui l’odio si manifesta negli ufficiali dell’esercito che trattano gli orsetti come pedine sacrificabili, nel fanatismo religioso che giustifica la violenza in nome di valori superiori e nell’odio instillato in ogni soldato orsacchiotto convinto a combattere e morire nell’illusione che le proprie miserie siano colpa degli unicorni.
Unicorn Wars si dimostra essere una feroce parabola antimilitarista e antiautoritaria in grado di raccontare le logiche della guerra con l’apparente leggerezza di un cartone animato.
Il significato dei colori all’interno del film
Unicorn Wars è un film d’animazione realizzato con la tecnica tradizionale del 2D, i colori inizialmente sono molto saturi e dinamici per poi cambiare con l’evoluzione della storia.
Gli stessi due orsacchiotti protagonisti sono evocativi, uno celeste l’altro rosa. Colori che ancora oggi vengono assegnati ai bambini in base al genere e questo va a riflettere anche la loro personalità: Azzurrino incarna la mascolinità tossica, è feroce, aggressivo, mentre Cicciottello goffo e tenero viene preso in giro perché lontano dall’ideale virile che l’esercito richiede.
Alberto Vázquez è stato molto bravo a raccontare come funziona davvero la propaganda, attraverso questo mascheramento dell’odio in nome di valori più alti: il bene collettivo, la sicurezza, la purezza.
Lo fa anche a livello visivo: colori sgargianti, cuoricini, tenerezza apparente…orsetti soldato che combattono scagliando frecce a forma di cuore con nomi da cartoon anni ’80: Azzurrino, Cicciottello, Sergente Carezza. E’ un tipo di logica che ti porta a credere che quello che stai facendo è giusto, che i cattivi sono gli altri. D’altronde, chiamando il cattivo “Coccole” nessuno penserà mai che possa essere pericoloso!
Perchè gli unicorni sono neri nel film?
Interessante è il ruolo che viene attribuito agli unicorni che solitamente nell’immaginario collettivo sono creature magiche color arcobaleno, ma nel film sono completamente neri. Vengono depersonalizzati, spogliati di ogni individualità proprio come accade spesso ai gruppi perseguitati nella realtà. L’altro viene ridotto ad una categoria fissa, facile da odiare.
Storicamente l’unicorno nasce come simbolo fallico e di forza maschile, da sempre associato alla potenza del cavallo e al mito della vergine, l’unica in grado di domarlo.
A partire dal Novecento per una serie di associazioni fatte fino ad oggi l’unicorno si è trasformato in un animale fatato diventando emblema di diversità e libertà spesso legato all’immaginario queer e alla cultura LGBTQ+.
Il regista però, riporta l’unicorno alle sue origini ambigue: una creatura pericolosa, violenta, ma allo stesso tempo desiderabile, che nel film diventa vittima di odio.
Identità, stereotipi e propaganda: cosa racconta Unicorn Wars
Enrico Gamba interviene dicendo “È un film che non parla di omosessualità per parlare di omosessualità, nonostante siano presenti dei personaggi chiaramente omosessuali, il tema viene trattato in modo simbolico ed è una scelta che apprezzo perché è giusto che anche loro vengano rappresentati come persone normali”.
Il focus del talk si è poi spostato su quanto il cinema soprattutto italiano abbia a lungo rappresentato l’omosessualità in modo caricaturale e offensivo specialmente attraverso i cinepanettoni, alimentando stereotipi dannosi. Lo stesso Enrico da bambino è cresciuto con questa immagine distorta e solo col tempo ha imparato a liberarsene capendo che essere omosessuali non ha nulla di sbagliato e gli stereotipi sono solo costrutti falsi.
Attraverso il film, Vázquez fa una riflessione più ampia su come ci venga educato a percepire il mondo attraverso schemi imposti, ci racconta come la società ci spinge ad accettare discriminazioni e ruoli precostituiti. Il tutto a partire da un piccolo gesto, come ad esempio quando viene preso in giro Cicciottello l’orsetto rosa che fa la pipì a letto, da quel momento viene isolato, emarginato, gli viene tolto valore.
Ed è un effetto domino che nella vita reale si traduce in pregiudizi: l’idea che le persone LGBTQ+ siano pericolose, o che le donne valgano meno, o che gli stranieri rubino il lavoro. Siamo tutti cresciuti immersi in questi meccanismi tossici, ma la vera responsabilità di ciascuno di noi è quella di riuscire a mettersi in discussione.
Unicorn Wars quindi è molto più di un film d’azione, è una riflessione feroce e surreale sul potere della guerra e su come le ideologie manipolino le masse. La guerra in fondo è sempre la stessa, cambia solo il nome dei nemici e la bandiera sotto cui si combatte.
In questo film vediamo come le istituzioni religiose e militari si alleano per controllare l’opinione pubblica alimentando l’odio e giustificando l’assurdità della violenza. Sicuramente un film scomodo non adatto ai bambini, che non offre né via di fuga né illusioni di redenzione.
Per tutti gli eventi della Pride Croisette consultare il sito ufficiale.
L’immagine in evidenza è stata scattata in loco, la locandina del film è stata presa da Prime Video