In un’epoca caotica come quella odierna, in cui sembra che tutto sia già stato inventato, siamo ormai sempre più abituati a scorrere post dopo post senza più soffermarci ad apprezzare l’originalità delle migliaia di artisti che ogni giorno condividono con noi le loro idee, le loro emozioni e i loro percorsi in continua evoluzione. L’arte, in tutte le sue forme, è da sempre il linguaggio attraverso il quale noi esseri umani siamo stati in grado di esprimere gli aspetti più profondi di noi stessi e ci sono
Andiamo quindi a conoscere tre degli artisti più innovativi del nostro tempo e come sono diventati dei veri e propri maestri, ognuno nel proprio ambito.
1. Fusion Frames: arte e natura si riuniscono nei lavori di Darryl Cox
Fusion Frames è uno dei progetti più
Ogni pezzo è unico e irriproducibile e la varietà di cornici raccolte per il progetto è vastissima: si va dalle cornici più semplici a veri e propri pezzi d’antiquariato, tutte perfettamente abbinate al proprio ramo quasi si trattasse di compagni di vecchia data in attesa di riunirsi per questo nuovo viaggio insieme. «Con così tanta individualità e capacità nell’essere umani, abbiamo davvero bisogno di migliaia, se non di milioni, di repliche di tutto?» ci chiede l’artista, ponendo l’enfasi sull’originalità e l’impatto di questa iniziativa. Inoltre, unire questi due elementi non potrebbe essere più complicato. Sì, perché non bisogna assolutamente lasciarsi ingannare dal risultato finale. Potreste stare per ore a cercare il punto esatto in cui la mano di Darryl si ferma per dare spazio a quella di madre natura e non trovereste un solo segno fuori posto a farvi da guida!
Si tratta, infatti, di un processo scultoreo di fusione estremamente attento e minuzioso, che va perfezionandosi da ormai quasi quindici anni e richiede un’ottima conoscenza sia del materiale di partenza (ed eventuali altri come ferro, ottone, bronzo) che delle tecniche pittoriche adatte a raggiungere il risultato desiderato. A testimoniare la difficoltà e la cura nella realizzazione di ogni opera, c’è proprio il fatto che vengano prodotti “solo” tra i venticinque e i trenta pezzi l’anno. Le opere nate tramite Fusion Frames sono la prova che un’idea apparentemente semplice può racchiudere al suo interno un universo vastissimo di significati, ogni pezzo suscita in chiunque lo guardi emozioni differenti e si va da opere più semplici nella forma a veri e propri virtuosismi e illusioni scultoree.
2. Miwa Ito e il suo mondo di vetro: una degli artisti più innovativi del momento
A qualsiasi oggetto stiate pensando in questo momento, Miwa Ito l’ha probabilmente realizzato…in vetro! L’arte del modellare il vetro non è una novità, eppure questa straordinaria artista giapponese è riuscita a portarla a tutt’un altro livello: la sua produzione artistica non comprende solo bicchieri e oggetti d’uso pratico dal design particolarissimo, ma veri e propri simboli con cui tutti noi siamo cresciuti tra riproduzioni di piatti tipici, animali di cui è possibile vedere la struttura intera attraverso trasparenze e giochi di luce, e perfino oggetti come delle — non troppo pratiche — infradito!
Miwa è una di quegli
Miwa ha raccontato in un post Instagram come la collezione rappresentata in copertina sia stata ispirata da un tema collegato a un’espressione giapponese molto comune: «いただきます (Itadakimasu)» — che non ha un corrispettivo esatto nella nostra lingua, ma funge da ringraziamento e si recita prima di consumare i pasti (nel suo senso più letterale, significherebbe infatti “ricevo umilmente”). È sorprendente notare gli elementi scelti per rappresentare questo tema, da simboli tipici della cultura e della cucina giapponese — come le mani giunte, il tonno a pinne gialle e la “omurice” (un’omelette con riso al pomodoro); ad altri tipicamente associati ai paesi occidentali — come l’iconico duo formato da ciambella e hot dog americani. «È un grazie silenzioso — per la vita, per la cura, per l’inosservato» scrive Miwa, mentre ci porta ancora una volta con entusiasmo e delicatezza all’interno del suo mondo.
3. Daria Fedorova: quando la scienza incontra l’arte e la vita rinasce
Tra gli
Dal 2015 infatti Daria ha cominciato questo suo viaggio nella raccolta, creazione e coltivazione di microrganismi e sistemi nei modi più vari e originali, all’insegna della sperimentazione e della crescita continua. Si tratta di un processo multidisciplinare che offre sempre risultati unici e richiede grande pazienza e perseveranza. Il processo di coltivazione di Daria, tuttavia, avviene in modo diverso da quelli effettuati in laboratorio: senza incubatori e sterilizzazioni. «Avviene naturalmente, come quando si cucina. […] Non cerco di liberarmi di alcuni (organismi) — apprezzo semplicemente il loro caos mutevole», dichiara l’artista che sottolinea anche la difficoltà, a volte, di riuscire ad apprezzare le colonie a causa della rapidissima proliferazione di alcuni microrganismi. Per la coltivazione di questi sistemi, Daria raccoglie campioni ovunque trovi ispirazione: fiumi, foreste, luoghi pubblici, oggetti personali, animali, persino la sua stessa pelle e il suo alleato principale è il tempo. Una delle tecniche più interessanti sperimentate dall’artista russa, è quella che ha portato alla realizzazione di un “ritratto vivente”, creando molto più di qualcosa da osservare attraverso una lente o un microscopio. Daria ha infatti realizzato una capsula di Petri attraverso campioni della propria pelle e della propria voce, parlandole come una madre farebbe con il suo bambino.
È proprio qui tutto il significato del lavoro di Daria, che rende visibile l’invisibile, dona nuova vita a ciò che ogni giorno consideriamo “marcio” ed eleva e traspone la sua anima all’interno di questi lavori peculiari e a volte grotteschi, ma insostituibili. I lavori di Daria sono disponibili in formati come stampe, effettuate su carta e diversi altri prodotti, sculture in resina e “bio-ritratti” (capsule).
Fonte immagini in copertina: Account Instagram ufficiali dei rispettivi artisti (nessuna modifica è stata apportata alle singole foto)