Fuitina siciliana, storia di una fuga d’amore

Fuitina siciliana, storia di una fuga d’amore

Immersa nel cuore della Sicilia, tra i suoi paesaggi antichi e la sua ricca storia, si trova una tradizione che vede protagoniste diverse storie d’amore da generazioni: la fuitina siciliana. In siciliano, fuitina significa «fuga repentina» e sta ad indicare un atto di amore e di ribellione che vede i giovani innamorati sfidare le convenzioni sociali e familiari per potersi incontrare in segreto.

Le origini

Questa pratica nasce come forma di protesta romantica nella Sicilia del XIX secolo, quando la società siciliana era profondamente segnata dalle rigide regole familiari e sociali. Un matrimonio tra giovani di due famiglie diverse era spesso considerato un rischio per l’onore e, di conseguenza, gli amanti erano costretti a ricorrere alla fuitina per poter stare insieme. La fuitina siciliana è, dunque, una forma di corteggiamento che prevede il rapimento, da parte del giovane, della donna che desidera sposare. Sebbene il termine rapimento possa sembrare allarmante, è importante comprendere che la pratica è consensuale e radicata nelle tradizioni locali.

Il rituale della fuitina siciliana

La tradizionale fuitina siciliana aveva spesso l’obiettivo di evitare il matrimonio combinato, ma veniva anche compiuta in accordo con una o entrambe le famiglie dei fuggitivi, per ragioni economiche. Di fatto, tale fuga prematrimoniale molto spesso non era dettata dall’amore contrastato da una delle famiglie, bensì da motivi puramente economici. Quando una famiglia non era in grado di garantire una dote adeguata alla figlia si ricorreva alla cosiddetta fuitina. Per ovviare al problema della dote, nottetempo il futuro marito della donzella inscenava un rapimento della fanciulla. Si tratta di un gesto organizzato nei minimi dettagli, in quanto nei giorni precedenti alla fuga i due innamorati si mettevano d’accordo tramite dei bigliettini. La ragazza fuggitiva era tuttavia suscettibile di essere giudicata come peccatrice dalla società, pertanto i due ragazzi, impegnati in questa loro romantica fuitina siciliana, erano costretti a fare affidamento ai diversi membri della loro famiglia, tra cui zii e nonni, evitando però di essere intercettati dai loro genitori.

Questi giovani scappavano insieme, dando l’idea che avessero consumato il rapporto sessuale, ma in realtà non necessariamente accadeva. La fuga costringeva poi le famiglie ad acconsentire al matrimonio.

Il ruolo dei genitori

Il ruolo dei genitori nella fuitina siciliana è tradizionalmente molto importante e influente. Quando i genitori non approvavano la relazione o il matrimonio imminente, potevano opporsi fermamente, cercando di impedire o ritardare la fuga. Tuttavia, ci sono casi in cui i genitori possono sostenere e facilitare una fuitina, svolgendo addirittura il ruolo di mediatore nella negoziazione dell’accordo matrimoniale tra le due famiglie coinvolte. In alcuni casi, capitava fosse la madre della ragazza a incentivare la fuga, preparando anche la tradizionale “truscia”, ovvero la piccola borsetta degli innamorati che dovevano organizzare la loro ”fuitina” che, generalmente, durava dai 6 agli 8 giorni. Dopo la fuitina, la coppia era solita chiedere la benedizione delle proprie famiglie. Una volta ottenuta l’approvazione familiare, seguiva la tradizionale celebrazione del matrimonio.

La fuitina come ribellione sociale

La fuitina siciliana, oltre ad essere un atto d’amore, era anche un atto di ribellione contro le rigide norme sociali e familiari dell’epoca. Gli amanti che organizzavano una fuitina rischiavano di essere esclusi dalla società o di essere diseredati dalla propria famiglia, e tutto questo per amore. Forse era proprio questo fine a giustificare i loro mezzi – come predicava Machiavelli –, non desistendo nella loro ricerca di libertà e di un amore autentico. Oggi la fuitina si è trasformata e ha perso la sua importanza pratica, ma continua a sopravvivere come tradizione e come memoria di un’epoca passata, divenendo simbolo di romanticismo e di ribellione.

Fonte immagine: Wikipedia

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