I contributi scientifici all’internazionalizzazione: i 4 modelli

I contributi scientifici all'internazionalizzazione

modello OliI contributi scientifici all’internazionalizzazione tentano di fornire dei modelli per l’espansione estera delle imprese.

Vediamo in questo articolo i 4 modelli principali di contributi scientifici all’internazionalizzazione.

1. I contributi scientifici all’internazionalizzazione – Il Modello eclettico di Dunning o modello OLI:

Questo modello individua 3 condizioni specifiche attraverso cui un’impresa può internazionalizzarsi:

  • Ownership advantage: l’impresa ha risorse e competenze che rappresentano un vantaggio, possono vendere prodotti che in quel contesto sono difficili da trovare oppure a prezzi più bassi;
  • Location advantage: l’impresa trova in un’area estera le condizioni favorevoli per la propria attività;
  • Internationalization advantage: l’impresa ha risorse con valenza internazionale e vantaggio nell’internazionalizzare alcune delle sue attività, è in grado di educare i propri fornitori esteri.

2. I contributi scientifici all’internazionalizzazione – La teoria di Hymer o effetto prisma:

Consiste nella distorsione dell’immagine dell’impresa che può essere positiva o negativa, la quale va all’estero per acquisire risorse e costruire il proprio vantaggio. Sono 3 i principali punti su cui si fonda questa teoria:

  • Resource linkage, acquisire risorse non disponibili;
  • Resource leverage, fare leva sulle proprie risorse per sviluppare nuove competenze;
  • Resource learning, aumentare le opportunità di apprendimento all’estero.

3. I contributi scientifici all’internazionalizzazione – Il modello della scuola scandinava o modello Uppsala:

Il processo procede in modo espansivo e prevede un maggiore impegno per la scelta di forme più complesse.

4. I contributi scientifici all’internazionalizzazione – l’approccio di produzione espansiva Hill:

Individua 2 cause principali dell’internazionalizzazione:

  • Riduzione dei costi, che comprende anche l’uso consapevole delle materie prime, la gestione conveniente ed economica del personale e l’organizzazione ottimale delle risorse a disposizione;
  • Necessità di adattamento dell’offerta al contesto locale, che consiste nella differenziazione dell’offerta.

L’internazionalizzazione rappresenta l’evoluzione materiale della crescita di un’impresa in territorio estero, creando un legame tra la dimensione aziendale e la dimensione estera.
Tra le cause interne all’internazionalizzazione c’è il vantaggio, il quale è acquisibile sul mercato estero e la visibilità e immagine, che contribuiscono alla creazione di relazioni internazionali. Tra le cause esterne troviamo l’espansione internazionale dei principali clienti e in particolare parliamo di :

  • internazionalizzazione trainata: fornitori specializzati o sub-fornitori di grandi clienti, i quali non possono non adeguare la propria offerta a tutte le esigenze di questi ultimi, e li seguono nel loro processo di internazionalizzazione;
  • bandwagon effect o effetto di trascinamento: per il quale l’investimento del first mover all’estero viene interpretato come una possibile minaccia da parte dei suoi followers, i quali decidono di operare all’estero per non lasciare al first mover il controllo dei vantaggi.

Tra le altre cause esterne c’è il supporto all’internazionalizzazione che può essere stimolata dalle istituzioni pubbliche o organizzazioni private; e le significative opportunità commerciali, in particolare il ruolo dei clienti, dei fornitori, dei consulenti, dei partner ecc. 

Modalità di ingresso all’estero:

Quando una impresa decide di internazionalizzarsi deve valutare dei criteri d’ingresso all’estero:

  • Obiettivi alla base della strategia internazionale;
  • Esperienza maturata all’estero;
  • Sinergie realizzabili mediante strategie precedenti;
  • Risorse umane e competenze disponibili;
  • Dimensione dell’impresa e le sue risorse finanziarie.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo “I contributi scientifici all’internazionalizzazione: i 4 modelli”: Pexels

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