I pangoein e la letteratura dei fuori posto

Pangoein e la letteratura dei fuori posto

Ogni epoca e società vede inevitabilmente emergere degli intellettuali che scelgono di restarne ai margini, spesso per rifiuto, talvolta per protesta. Anche durante il periodo Chosŏn vediamo l’emergere di un gruppo di letterati, poeti e studiosi che si dedicheranno alla letteratura cosiddetta dei fuori posto: i pangoein 

Il termine pangoein 

Per quanto riguarda l’origine del termine pangoein (方外人, 방외인) non abbiamo molte certezze. Lo studioso Im Hyung Taek (임형택) osserva che questo termine assume diverse accezioni in base al periodo storico a cui facciamo riferimento. Infatti, sembra che durante il periodo Koryŏ pangoein si riferisse ad un posto fuori città in cui potersi riposare, oppure a persone un po’ fuori dal mondo e dal pensare comune; mentre, durante il periodo Chosŏn, sembra si riferisse ad uno spazio al di fuori da qualsiasi centro e sistema di potere o a persone che non condividono l’ideologia statale (confuciana) e, proprio per questo, spesso ci si riferisce a buddhisti e taoisti. Inoltre, il ricercatore Hwang Heeju (황희주) osserva che durante il periodo Koryŏ ci fosse un maggior grado di libertà rispetto al periodo Chosŏn in quanto ideologie e religioni e non c’era, dunque, la necessità di utilizzare il termine pangoein per denominare persone che fossero al di fuori dell’ideologia statale, dal momento che non erano presenti divisioni definite. 

Chi sono i pangoein 

In generale, quando nell’ambito della letteratura coreana parliamo di pangoein, ci riferiamo ai letterati del periodo Chosŏn che rifiutarono i valori della società del tempo, svilupparono stili alternativi, talvolta dissidenti e rifiutarono i principi confuciani (spesso rivolgendosi a taoismo e buddhismo). Uno dei motivi principali per cui i pangoein voltarono le spalle alla società fu la loro avversità all’usurpazione del trono da parte di re T’aejong. Tra i pangoein più famosi ricordiamo: Hong Yusŏn (홍유선), Chŏng Yŏm (정염), Chŏng Hŭiryang (정희량) e, il più importante, Kim Si-Sŭp (김시습). 

Kim Si-Sŭp 

Uno dei più famosi esponenti pangoein fu sicuramente Kim Si-Sŭp, uno dei 6 saengyuksin (생육신, i 6 funzionari sopravvissuti che si allontanarono dalla politica del tempo a seguito dell’usurpazione da parte di re T’aejong). Considerato sin da piccolo come un genio, all’età di 18 anni riceve la sua prima introduzione al buddhismo, per poi diventare monaco buddhista in un secondo momento. È l’autore del Kŭmo Sinwha, una raccolta di storie di vario tipo che hanno come filo conduttore il fatto che i vari protagonisti (tutti letterati), non vengono riconosciuti ed apprezzati nel mondo reale, mentre nel mondo onirico sì. Tuttavia, la vita è quella che si vive nel mondo terreno, per cui, una volta risvegliati e disillusi dal sogno, decidono di distaccarsi dalla società e spesso rifugiarsi in campagna. Scrive, nel corso della sua vita, diverse opere in cui denuncia la corruzione istituzionale del suo tempo, spesso contrapponendola alla dura vita del popolo. 

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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