Il fluttuare delle stampe giapponesi Ukiyo-e di Luca Piatti

Nella lingua giapponese, il vocabolo Ukiyo è una parola omofona, una uguaglianza di suono che corrisponde, in questo caso, a due espressioni con significato opposto e contrastante.

Nell’accezione più antica, la parola trova la traduzione nella frase preoccupazioni riguardo al mondo. Un concetto appartenente al pensiero buddista che esprime la natura illusoria e transitoria dell’universo e sottointende un comportamento come quello vissuto e proprio dei monaci, ascetico e estraneo ai piaceri terreni.

Dal periodo Edo, gradualmente, il termine assume un diverso significato, quello di indicare il nuovo stile di vita, in via di affermazione, nelle grandi e popolose città, basato sull’apprezzamento dei piaceri temporanei. Questo per sfuggire alla sofferenza del quotidiano.

Giocando su questa omofonia si affermano dei fogli grafici dalla elegante composizione e dai vivaci colori, quelli che ora noi conosciamo come Ukiyo-e.

Queste sono delle stampe portatrici di un messaggio di realtà dura e grezza che si esplicita in tutti i soggetti raffigurati e indistintamente veicolato da tutti gli autori. Sono delle immagini dal gusto popolare che parlano di un mondo fluttuante, di una vita in un continuo ondeggiare, posta alla mercè di flutti, una esistenza leggera e non impegnata.

Questo pensiero accomuna i soggetti più disparati, ma tutti scelti col fine di affascinare il pubblico. Troviamo le immagini tratte dai paesaggi o dalle vedute famose, altre raffiguranti fiori, volatili e insetti, altre ritraggono gli attori del teatro Kabuki e le belle donne, oppure degli eventi storici, mitologici o delle scene derivate dalla vita quotidiana oppure ambientate nei sempre più frequentati quartieri di piacere.

Tutti dei temi innovativi e di ispirazione cittadina, vicini al sentire del ceto mercantile, distanti dall’iconografia allora in auge, quest’ultima nutrita da soggetti provenienti della tradizione letteraria o portatori di concetti religiosi e filosofici, pensata solo per appagare il gusto delle classi aristocratiche e militari.

Con la raffigurazione di questi soggetti, le Ukiyo-e si fanno portratrici di quel inedito clima sociale, economico e culturale nato a seguito dell’unificazione del Giappone. Una innovativa situazione basata sull’assenza di guerre fra i clan, in precedenza sempre in conflitto fra loro. Questo permette la nascita e l’affermazione di una nuova classe sociale, quella dei cittadini, formata da commercianti e in minor misura da artigiani, residenti in città come Edo, l’odierna Tokyo.

Un messaggio affidato alla tecnica artistica dell’incisione in legno, la silografia, un metodo di stampa che congiunge la veloce esecuzione e il costo contenuto, caratteristiche che ne permettono una ampia fruibilità.

Una competenza nata in Cina in tempi antichi e arrivata in Giappone, dove inizialmente, si sviluppa entro i monasteri e la si impiega per la divulgazione dei testi buddisti.

I primi fogli sono stampati con il solo color nero, in seguito abbelliti con l’ausilo di pennello e colori, ed infine impressi a più colori.

Sulle Ukiyo-e, entro la raffigurazione, si può trovare la firma dell’autore, il nome dell’editore e, usualmente in alto sulla destra, dei cartigli con il titolo e la serie d’appartenza dell’opera.

Tutti dei fogli grafici sempre stampati con copiose tirature, pensati col fine di per essere facilmente commerciabili. Questo perché ideati per la promozione di un personaggio o di un evento e sempre soggetti al consenso di vendita ricevuto dal pubblico, approvazione dalla quale dipendeva l’aumento o la diminuzione della tiratura. In quanto solo assicurardosi il successo tra la clientela si traeva, come conseguenza, il massimo guadagno. Pertanto l’Ukiyo-e era un bene strettamente connesso alla legge della domanda e dell’offerta.

La commercializzazione delle Ukiyo-e prevedeva la vendita diretta dall’editore al negozio oppure al venditore ambulante, da qui raggiungevano direttamnete l’usufruitore.

Questo avveniva anche perché all’epoca, in Giappone, alle Ukiyo-e non era riconosciuto nessun valore artistico, ma erano considerate un puro bene di consumo e di decorazione.

Questo differenzia le Ukiyo-e dai Surimono, quest’ultimi, sempre realizzati da artisti e sempre tratti da matrici silografiche, erano destinati ad un uso privato, per questa regione stampati in un numero esiguo di copie e impressi con grande cura e raffinatezza.

Scarica gratuitamente e leggi il testo intitolato Ukiyo-e  Il fluttuare delle stampe giapponesi.

 

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