Il passaggio dalla monarchia alla repubblica in Italia

il passaggio dalla monarchia alla repubblica

Il referendum istituzionale del 1946 costituì per l’Italia il passaggio dalla monarchia alla repubblica, cambiando la storia del paese.

L’Italia divenne una repubblica democratica nel 1946, dopo che un referendum istituzionale ne abrogò la monarchia.
Il referendum abolì esattamente la monarchia costituzionale, rappresentata da un re con poteri di governo limitati dalla costituzione. Tale costituzione era lo Statuto albertino – che si basava su una concezione che vedeva la figura del sovrano come centro dei poteri dello Stato.
Egli era innanzitutto titolare del potere esecutivo; il potere legislativo era affidato invece a un parlamento bicamerale, composto dalla camera dei deputati e dal senato; i cui membri erano nominati a vita dal re.
Ogni legge – inoltre- dopo essere approvata dalle due camere, doveva avere l’approvazione regia; altrimenti non poteva entrare in vigore. Il re controllava anche il potere giudiziario.

Lo Statuto Albertino fu un esempio di costituzione e aveva diversi caratteri:

– breve, in quanto dedicò uno spazio strettamente ristretto ai diritti dei cittadini(solo nove articoli);
– flessibile, poiché poteva essere modificata tramite leggi ordinarie;
– ottriata, cioè concessa dall’alto e non votata dai rappresentanti dei cittadini;
– confessionale per il fatto che riconosceva come unica religione di stato quella cattolica.

Il passaggio dalla monarchia alla repubblica

In seguito alla seconda guerra mondiale si avvertì un’aria di cambiamento, che portò ad effettuare un referendum per scegliere tra la Monarchia e la Repubblica.
Per fare in modo che il referendum avesse il più ampio spettro di elettori, il Primo Ministro Bonomi, dopo una riunione del Consiglio dei ministri tenutasi il 31 gennaio del 1945, emanò un decreto che prevedeva il diritto di voto delle donne.

Prima del referendum e di un cambiamento storico e importante per l’Italia, veniva superato uno dei problemi
di democrazia partecipativa più simbolici e concreti dell’Italia pre-fascista e fascista: la mancanza del suffragio universale.
Questo evento storico si svolse il 2 giugno 1946 . Dopo 25 anni ci furono le prime elezioni libere e per la prima volta furono ammesse al voto anche le donne. In questa occasione fu scelta anche l’Assemblea costituente con lo scopo di scrivere una costituzione che sostituisse – in definitiva – lo Statuto Albertino.

Il 2 giugno 1946 iniziarono le operazioni di voto che si conclusero la mattina del 3 giugno. Il risultato fu in favore della repubblica, anche se i voti di differenza non furono moltissimi. Nondimeno questo alimentò polemiche e sospetti di possibili brogli, che ancora oggi vengono sostenuti in alcuni libri di storia.

Il 28 giugno del 1946 fu eletto dall’assemblea costituente il capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola; mentre il ruolo di Presidente del Consiglio continuò a ricoprirlo, fino a nuove elezioni, Alcide De Gasperi.
Una prima stesura del testo costituzionale venne affidata a una commissione ristretta di 75 deputati. I lavori procedettero con intensità in modo costruttivo: la nostra costituzione repubblicana fu pronta nell’arco di un anno e mezzo e fu approvata definitivamente dall’assemblea costituente articolo per articolo, il 22 dicembre 1947.
Fu promulgata il 27 dicembre da Enrico de Nicola, ed entrò così in vigore il 1 gennaio 1948.

Immagine di copertina: Wikipedia

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