Giorgia Angileri, la sua cucina tra America e Sicilia

Giorgia Anglieri

Il sogno americano, in alcuni casi, si traduce in numerose possibilità. Giorgia Angileri, 28 anni, e il suo Thediaryofgiofoodie.

Avevamo bisogno di chiedere cosa fosse l’America a chi l’avesse in qualche modo conosciuta senza convertirsi in un suo figlio direttissimo ma legittimamente conservando una propria struttura culturale e una certa coscienza identitaria per essere sufficientemente obiettivo nel dire se l’America fosse o meno quella cosa che dicono tutti, ossia una gigantesca terra di Mida dove i sogni diventano d’oro, oppure, come dicono altri, fosse solo un gigantesco cheeseburger grondante di modernità e appariscenza. 

Thediaryofgiofoodie di Giorgia Angileri: l’esperienza

Giorgia Angileri, thediaryofgiofoodie

Nei viaggi intergalattici a bordo degli smartphone, siamo planati in un luogo inimmaginabile e insolito: una cucina miamian dove una siciliana dall’aspetto normanno per i suoi occhi verdi e cangianti e la pelle chiara, cucinava piatti tradizionali comunicando in inglese. Si chiama Giorgia Angileri, la ragazza che si è “inventata” l’America a suo modo e l’ha scovata, con caparbietà e costanza, da sola così come nel 1492 fece Colombo. Nata 28 anni fa nella Sicilia Ovest, Giorgia si è dorata sotto molti soli di grano, è stata educata alla bellezza dai tramonti presso le saline dello Stagnone, addestrata al mare sulle rive di Favignana, Levanzo e Marettimo e iniziata al culto del buon cibo dalle tradizioni siciliane antiche, è l’autrice di un blog che con passo agile sta tracciando la sua rotta nel mare di content creator e food bloggers. 

Thediaryofgiofoodie si chiama la sua cucina virtuale, il suo spazio moderno dotato di un piano cottura lucidissimo, di una finestra da cui entra tantissima luce filtrando grosse e grasse foglie di palma, dopo cui, prospetticamente, vegliano pacifiche nel loro sorriso arcaico due teste di moro.

La cucina come connessione

 

Giorgia Angileri cucina siciliano in inglese e se è vera quella verità che dice che possediamo tante anime per quante lingue conosciamo, Giorgia ne possiede e ne declina tre in un unico corpo, in un unico movimento e in un’unica vita. 

Volevamo quindi scoprire l’America di Colombo e abbiamo invece trovato quella della prospettiva siciliana di Giorgia Angileri che l’ha conosciuta e incontrata e di lei ha pensato “è così grande da sembrare infinita”, “amabile se vissuta prevalentemente lontana dal caos urbano”, “delicatissima e pesante, fat and healthy, moderna e storica, urban e country perché è perfettamente piena di contraddizioni”.

Dagli occhi di Giorgia arriva un raggio verde che taglia trasversalmente la planimetria di qualsiasi America noi abbiamo immaginato e ne costituisce un modello personalizzato e autentico. Quando le chiediamo cosa abbia provato di fronte all’America la prima volta che l’ha raggiunta, lei ha provato a verbalizzare l’indecifrabile, ossia quella sensazione di sconcerto e meraviglia, ma anche di paura di fronte all’enormità. L’America è di fatto “enorme” nel modo in cui solo un isolano può comprendere l’enormità. Tanto grande da essere dispersiva, priva -nella sua plurima alterità- della circolarità che caratterizza i piccoli centri, l’America non ti lascia girare in tondo ma ti proietta di continuo verso orizzonti disvelati.

Ci racconta Giorgia che in America molti dei suoi sogni si avviano delicatamente verso la realizzazione e che persino questa pagina Instagram dedicata alla sua passione per la cucina le sta regalando molta gratificazione e qualche piccolo successo, come la candidatura a un famoso contest culinario proprio in terra d’America. Giorgia infatti è capace di eludere la grandezza e il faticoso andirivieni di una città dinamica ed eclettica come Miami attraverso le sue ricette “di ritorno a casa”, tramite cui esercita la sicilianità potentissima che la abita e che la rende speciale. “Cucinare questi piatti è come parlare un siciliano autentico che non ha bisogno di essere compreso con la testa, ma con il gusto”. E allora quella malinconia dolcissima per la Sicilia amata e lontana vibra e suona in un luogo ignoto tra i suoi scogli ossei e le cime dei tendini.

Lei, creatura di sole, si addolcisce al tepore della calda Florida, si meraviglia alla visione della natura, cucina per rinvigorire la radice che la lega alla terra da cui deriva. E a chi le chiede, dissacrante, come faccia a stare lontano dalla Sicilia, lei risponde che “il sole di Marsala e quello di Miami hanno le stesse ciglia”. La cucina diventa così la triremi che conduce Ulisse a casa, ma anche nel mondo e che fa di lui l’eroe che è stato: il viaggiatore indefesso, il conoscitore inesausto. E Giorgia è “inesausta” d’America dove le idee circolano veloci e irrefrenabili e le possibilità si moltiplicano a vista d’occhio e le occasioni germogliano proficue.

Di Giorgia ci ha stupito che nella sua cucina si palesano molte cose: la bellezza delle Egadi, il metabolismo di Palermo, il nucleo della lingua siciliana che sferza felice dalla bocca dei suoi parlanti e ancora la grazia del mare, il colore del sole, ma non le manca neppure la voglia di scoperta, la necessità-  che è quasi un’urgenza- di non essere solo siciliana ma una “siciliana nel mondo”. Ma perché ci parli in inglese nei tuoi reels?

– Perché è qui che voglio comunicare la mia cultura, voglio che mi avvolga un universo multidimensionale e multimediale; qui la mia cultura è un dono e mai un limite.

A noi piace pensare a un mondo così continentale, che lega gli esseri gli uni agli altri mediante un buon cibo cotto e comunicato con amore, passione e voglia di gratificare e gratificarsi e per questo Giorgia, il cui nome indica un legame profondo con la terra, ci ha stupito, ci ha attratto e ci ha convinto che è ingiusto considerare “casa” solo un luogo fisico perché esiste, nella moltitudine delle cose umane, un modo solo nostro di saperci adagiare nell’amore che sospira anche tra i venti transatlantici.

Immagine di copertina: Pagina Instagram Thediaryofgiofoddie

A proposito di Arianna Orlando

Classe 1995, diplomata presso il Liceo Classico di Ischia, attualmente studente presso la Facoltà di Lettere all’Università di Napoli Federico II, coltiva da sempre l'interesse per la scrittura e coniuga alla curiosità verso gli aspetti più eterogenei della cultura umana contemporanea, un profondissimo e intenso amore verso l’antichità. Collabora con una testata giornalistica locale, è coinvolta in attività e progetti culturali a favore della valorizzazione del territorio e coordina con altri le attività social-mediatiche delle pagine di una Pro Loco ischitana.

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One Comment on “Giorgia Angileri, la sua cucina tra America e Sicilia”

  1. Grazie Arianna per aver dato vita ad un soggetto che abitualmente è triste e pieno di rimpianti.
    Giorgia ha colto lo spirito di dare e non ricevere
    Io so ,perché sono venuto dalla Campania ,Università Federico II ,Università di Padova,Ischia a Boston.
    Con molti auguri di leggervi ancora
    Ing.Giovanni Aurilio

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