L’alfabeto arabo-persiano: origini, caratteristiche e sviluppo

L’alfabeto arabo-persiano: origini, caratteristiche e sviluppo

L’alfabeto arabo-persiano è il sistema di scrittura utilizzato nella lingua araba (e quindi anche nei dialetti arabi) e nella lingua persiana in seguito al graduale processo di islamizzazione della regione dell’attuale Iran (quindi a partire dal VII-IX secolo). In questo articolo andremo a ripercorrere la storia di questo alfabeto, nonché le sue caratteristiche e lo sviluppo nel tempo.

L’alfabeto arabo-persiano: origini e sviluppo

Genealogicamente l’alfabeto arabo deriverebbe dall’alfabeto nabateo o dal siriaco, ma la prima ipotesi rimane quella più accreditata. L’alfabeto nabateo era il sistema di scrittura utilizzato dai Nabatei a partire dal II secolo a. C., derivato a sua volta dall’alfabeto aramaico. Nelle iscrizioni è possibile osservare che, sebbene l’alfabeto arabo possedesse più suoni (e quindi più lettere), quello nabateo ne presentava di meno. Per questa ragione è possibile affermare che sicuramente alcune lettere dell’alfabeto nabateo dovevano avere un doppio valore fonetico.

Si parla di alfabeto arabo-persiano perché, come già accennato, successivamente all’avvento dell’Islam nella zona dell’attuale Iran i popoli di lingua persiana hanno iniziato a usare l’alfabeto arabo per scrivere nella propria lingua. Prima dell’avvento dell’alfabeto arabo-persiano, i persiani scrivevano principalmente in due alfabeti: uno è l’alfabeto pahlavi, derivato anch’esso dall’alfabeto aramaico, e l’altro è l’alfabeto avestico. Quest’ultimo deriva proprio dall’alfabeto pahlavi ma con molte più lettere perché contiene, oltre ai suoni consonantici, anche le vocali recitative: dato che questo alfabeto veniva usato per leggere e scrivere i testi sacri zoroastriani, furono introdotti simboli che indicavano le vocali brevi, lunghe, nasalizzate, ecc.

Le caratteristiche

L’alfabeto arabo-persiano è un abjad, ossia un alfabeto consonantico. Questo vuol dire che le vocali, a eccezione di poche altre, non vengono scritte. Ad esempio, se translitteriamo lettera per lettera la parola araba كتاب , “libro“, otteniamo ktab, che viene letta in arabo kitab. Questo alfabeto si scrive da destra verso sinistra e la distinzione tra alcune lettere avviene aggiungendo o togliendo dei punti sopra o sotto la lettera: ن IPA /n/ (come il suono iniziale dell’italiano “naso); ب IPA /b/ (come il suono iniziale dell’italiano “bacio”); ث IPA /θ/ (come il suono iniziale dell’inglese “think“). Questo alfabeto viene usato anche da altre lingue oltre all’arabo e al persiano: ad esempio in urdu, una delle lingue nazionali del Pakistan. L’urdu, infatti, altro non è che la lingua hindi che differisce da quest’ultima solo per il sistema di scrittura. Mentre l’urdu usa l’alfabeto arabo-persiano, l’hindi usa la scrittura devanāgari, una scrittura della famiglia brahmi. Altre lingue che adottano l’alfabeto arabo-persiano sono: l’azero parlato in Iran, il kazako parlato in Iran e in Cina, il pashto, il baluchi, ecc.

L’alfabeto arabo-persiano è quindi non solo un insieme di lettere ma un ponte tra popoli diversissimi. Questo alfabeto è, come gli altri alfabeti del mondo, una risorsa che arricchisce il nostro patrimonio culturale.

Fonte immagine: Pixabay

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Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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