Arabo standard: lingua ufficiale del mondo arabo
L’arabo standard, conosciuto anche come al ‘arabiyya al fuṣḥā (العربية الفصحى), è la varietà standardizzata e codificata della lingua araba. Utilizzata principalmente nella comunicazione scritta e in contesti ufficiali e formali, rappresenta la lingua ufficiale di tutti i paesi del mondo arabo ed è una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. L’arabo standard funge da lingua franca all’interno del mondo arabo, permettendo la comunicazione tra persone provenienti da diverse regioni e con differenti background linguistici. Viene appresa come L2, ovvero come lingua seconda, in un contesto di forte pluriglossia. La sua importanza è cresciuta in modo significativo a partire dal XIX secolo, con la rinascita culturale araba (Nahḍa) e il conseguente sviluppo di una moderna letteratura araba. Lo studio dell’arabo standard è fondamentale per chiunque desideri avvicinarsi alla cultura, alla letteratura e alla storia del mondo arabo, nonché per chi intende operare in ambito professionale in contesti internazionali che coinvolgono il Medio Oriente e il Nord Africa.
L’arabo standard o al ‘arabiyya al fuṣḥā: definizione e diffusione
Il termine al fuṣḥā è utilizzato dai linguisti per indicare la varietà standard della lingua araba, codificata e utilizzata in contesti formali. La sua diffusione è legata principalmente alla stampa, ai mass media, all’istruzione universitaria e al sistema giudiziario. L’arabo standard è il risultato di un processo di standardizzazione linguistica avvenuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, che ha portato alla definizione di una norma linguistica unitaria a partire da diverse varietà linguistiche preesistenti.
Contesti d’uso dell’arabo standard
L’arabo standard è principalmente utilizzato in contesti formali, come l’insegnamento universitario, la stampa, i mass media e la legge. Viene impiegato nella redazione di documenti ufficiali, nei discorsi pubblici, nelle trasmissioni radiofoniche e televisive, e nella produzione letteraria. Nonostante la sua diffusione in ambiti formali, l’arabo standard non è generalmente parlato come lingua madre dagli arabofoni, i quali utilizzano prevalentemente le diverse varietà locali, spesso definite impropriamente come “dialetti”.
Arabo standard e arabo classico: differenze e somiglianze
Spesso si tende a confondere l’arabo standard con l’arabo classico, ma si tratta di due varietà linguistiche distinte, sebbene strettamente imparentate. L’arabo classico è la lingua del Corano, il testo sacro dell’Islam, nonché la lingua utilizzata nella letteratura araba classica dei periodi omayyade e abbaside (VII-IX secolo).
Arabo classico: la lingua del Corano e della letteratura classica
L’arabo classico è considerato la forma più pura e prestigiosa della lingua araba. È la lingua in cui fu rivelato il Corano al profeta Maometto, e in cui sono state scritte le opere fondamentali della letteratura araba classica. La sua grammatica e il suo lessico sono stati codificati dai grammatici arabi medievali, e rappresentano il modello di riferimento per l’arabo standard.
Differenze lessicali tra arabo standard e arabo classico
Una delle principali differenze tra arabo standard e arabo classico riguarda il lessico. L’arabo standard ha integrato numerosi termini moderni, necessari per descrivere concetti e oggetti del mondo contemporaneo, che erano ovviamente assenti nell’arabo classico. Ad esempio, parole come “aereo”, “televisione”, “cellulare” sono state introdotte nell’arabo standard attraverso prestiti linguistici o calchi linguistici da altre lingue, specialmente dall’inglese e dal francese.
Differenze grammaticali tra arabo standard e arabo classico
Anche la grammatica presenta alcune differenze tra le due varietà. L’arabo standard, pur mantenendo la struttura grammaticale di base dell’arabo classico, ha semplificato alcune forme e costrutti. Ad esempio, questo tipo di arabo utilizza solo 9 forme derivate del verbo, mentre l’arabo classico ne utilizza 14. Inoltre, nell’arabo standard mancano i modi verbali energico I ed energico II, presenti invece nell’arabo classico. Queste semplificazioni grammaticali rendono l’arabo standard più accessibile e più facile da apprendere rispetto all’arabo classico.
La questione dei “dialetti” arabi: pluriglossia e diglossia
Nella realtà linguistica del mondo arabo, la comunicazione orale quotidiana avviene prevalentemente attraverso le diverse varietà parlate, spesso definite, in modo non del tutto appropriato, “dialetti”. In realtà, il termine “dialetto” non rende giustizia alla complessità e alla ricchezza di queste varietà linguistiche, che in molti casi presentano differenze significative rispetto allo standard arabo, a livello di fonologia, morfologia, sintassi e lessico. Si tratta di un vero e proprio fenomeno di pluriglossia, data la presenza di molteplici varietà linguistiche all’interno di una stessa comunità linguistica. Alcune di queste varietà sono abbastanza comprensibili alla maggior parte dei parlanti arabi, nonostante la differente provenienza. È importante precisare, inoltre, che le varietà non sono solo differenti da paese a paese, ma anche da regione a regione.
Le varietà dialettali dell’arabo: una classificazione
Le varietà parlate dell’arabo possono essere raggruppate in diverse famiglie dialettali, in base a criteri geografici e linguistici. Tra le principali, possiamo distinguere:
Dialetti egiziano-levantini
I dialetti egiziano-levantini sono parlati in Egitto, Siria, Libano, Giordania, Palestina e in alcune zone dell’Iraq. Sono tra le varietà più diffuse e comprensibili nel mondo arabo, grazie anche alla diffusione dei media egiziani, come cinema, televisione e musica. Rispetto ad altre varietà, i dialetti egiziano-levantini vengono utilizzati anche nella produzione scritta, come in riviste, ma anche in radio e in televisione.
Dialetti del Maghreb
I dialetti del Maghreb sono parlati in Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e in parte della Mauritania. Queste varietà presentano notevoli differenze rispetto all’arabo standard, sia a livello fonologico che lessicale. In particolare, sia le varietà maghrebine che quelle del Golfo Persico presentano maggiori differenze (e anche difficoltà di comprensione), perché sono influenzate dalla lingua berbera e dalla lingua francese.
Influenze linguistiche sull’arabo: il francese e la lingua berbera
Oltre al fenomeno di pluriglossia, in molti paesi del mondo arabo si osserva anche un fenomeno di diglossia, ovvero la coesistenza di due varietà linguistiche nettamente distinte, una alta (l’arabo standard) e una bassa (il dialetto), utilizzate in ambiti e contesti comunicativi differenti. La diglossia caratterizza in particolare i paesi del Nord Africa, come l’Algeria e il Marocco, dove, a seguito della colonizzazione francese, la lingua francese ha assunto un ruolo importante in ambito amministrativo, economico e culturale. La lingua berbera, o তামাশিক (tamazight), è un’altra lingua di rilevante importanza, diffusa soprattutto in Marocco e Algeria, che ha influenzato notevolmente le varietà dialettali maghrebine. Gli arabofoni non prestano molta attenzione alla dicotomia tra standard e classico: essi, infatti, definiscono indistintamente le due varietà al fuṣḥā, e ritengono che questa fosse utilizzata dai Quraysh, la tribù di appartenenza di Maometto, per la scrittura dei testi religiosi, come le ḥadīth, e di testi di ordine giuridico – religioso.
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