A partire dal XV secolo, il piccolo Regno del Portogallo divenne il protagonista di una stagione di scoperte geografiche che avrebbe cambiato la storia del mondo. Spinti dalla necessità di trovare nuove rotte commerciali per l’Oriente e animati da un profondo spirito di esplorazione, i navigatori portoghesi si avventurarono nell’Oceano Atlantico, ridisegnando le mappe e aprendo la via all’era della globalizzazione.
Indice dei contenuti
Le tappe delle esplorazioni portoghesi: timeline
Anno | Evento principale | Protagonista |
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1419-1427 | Scoperta e colonizzazione di madeira e delle azzorre. | Navigatori al servizio di enrico il navigatore |
1488 | Doppiaggio del capo di buona speranza. | Bartolomeu Dias |
1497-1499 | Completamento della prima rotta marittima per l’india. | Vasco da Gama |
1500 | Scoperta ufficiale del brasile. | Pedro Álvares Cabral |
L’inizio: l’impulso di enrico il navigatore
Le esplorazioni iniziarono sotto il regno di Giovanni I d’Aviz, ma fu suo figlio, il principe Enrico il Navigatore, a dare l’impulso decisivo. All’inizio del XV secolo, Enrico fondò a Sagres un centro di studi nautici, radunando cartografi, astronomi e costruttori navali per sviluppare le tecnologie necessarie, come la caravella. Grazie a questo sforzo, tra il 1419 e il 1427 i portoghesi raggiunsero e colonizzarono gli arcipelaghi di Madeira e delle Azzorre. Queste isole divennero basi strategiche per le successive navigazioni lungo le coste africane, finalizzate a ottenere oro, schiavi e spezie.
La rotta per l’india: dias e il trionfo di vasco da gama
Per decenni, le navi portoghesi discesero la costa africana, superando limiti ritenuti invalicabili come il capo Bojador. L’obiettivo era circumnavigare il continente per raggiungere le Indie. La svolta avvenne nel 1488, quando Bartolomeu Dias riuscì a doppiare la punta meridionale dell’Africa, che ribattezzò Capo di Buona Speranza, dimostrando che la via era aperta.
Il compimento di questa impresa fu affidato a Vasco da Gama. Partito da Lisbona nel 1497, guidò una flotta che, dopo aver circumnavigato l’Africa, attraversò l’Oceano Indiano e raggiunse Calicut, in India, nel maggio del 1498. Il suo viaggio, come documentato da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Treccani, aprì la rotta marittima delle spezie, garantendo al Portogallo un’immensa ricchezza e il controllo del commercio oceanico per oltre un secolo.
Una nuova rotta: la scoperta e la colonizzazione del brasile
Dopo il successo di Vasco da Gama, il re Manuel I finanziò una nuova, imponente spedizione affidata a Pedro Álvares Cabral. Salpato nel 1500, la sua flotta, forse per una deviazione intenzionale volta a esplorare la zona di influenza portoghese definita dal Trattato di Tordesillas (1494), raggiunse le coste del Brasile il 22 aprile. Cabral prese possesso della nuova terra, chiamata Ilha da Vera Cruz, in nome della Corona.
La colonizzazione effettiva iniziò negli anni ’30 del Cinquecento, con un sistema basato sulle capitanie. Inizialmente, la risorsa più importante fu il pau brasil, un albero da cui si ricavava una tintura rossa e che diede il nome al paese. Successivamente, fu la coltivazione della canna da zucchero a strutturare l’intera economia e società coloniale portoghese in America.