Le opere di Stelarc: l’arte che fonde corpo e tecnologia

I lavori di Stelarc: tra corpo e tecnologia

Stelios Arkadiou, in arte Stelarc, nacque il 19 giugno 1946 a Limisso, la seconda città più popolosa dell’isola di Cipro, ma ha vissuto soprattutto in Australia, tanto da cambiare nazionalità e diventare un cittadino australiano. Nel corso della sua vita ha lavorato in molte città come Tokyo, Toronto, Berlino, Londra e Milano. Nel 1995 ricevette una borsa di studio triennale dalla Commissione australiana per le arti visive. L’importanza dei suoi lavori gli permise di diventare nel 1997 professore onorario di arte e robotica alla Carnegie Mellon University. Fino al 2007 ha ricoperto la carica di Principal Research Fellow presso la Performance Arts Digital Research Unit alla Nottingham Trent University. Nel 2012 ha vinto il premio Ars Electronica nella categoria “arti ibride” e attualmente insegna alla Brunel University.

Tutti i lavori di Stelarc ruotano attorno a una teoria estrema, secondo cui il corpo umano mostra i limiti del suo sistema evolutivo e necessita di mutazioni per sopravvivere, poiché ha smesso di adattarsi ai cambiamenti prodotti dalle cyberculture. La sua sfida è quella di rivestire il corpo con una pelle sintetica in grado di sopportare le mutazioni esterne, un corpo al cui interno funzionano tecno-organi. Partendo da questo principio, l’artista focalizza la sua arte sull’artificialità del corpo, inteso come territorio di sperimentazione. La “vecchia carne” viene sottoposta a condizioni estreme con il fine di dimostrare, in termini darwiniani, l’obsolescenza del corpo. Per aggirare questo stato, Stelarc considera l’informatica una sorta di protesi che permette al corpo umano di riadattarsi. Secondo lui, la tecnologia non è mai qualcosa di negativo, bensì un mezzo per potenziare il corpo, portandolo a evolversi in un cyber-corpo. A tal proposito affermò:

Abbiamo una sorta di tecnofobia di fine secolo, in questo fine millennio. Ma siamo una specie che si è evoluta dagli ominidi, ha trasformato due arti dal concetto di locomozione a quello di manipolazione con i quali abbiamo costruito strumenti, macchine e computer. Per me la tecnologia è sempre stata connessa con il corpo umano, è sempre stata un’appendice del corpo, e la tecnologia è tutto quello che definiamo umanità: non una cosa da alieni. Non dobbiamo avere paura di usare la tecnologia, non dobbiamo pensare alla tecnologia come a un’interazione faustiana per cui, se noi usiamo la tecnologia, perdiamo la nostra umanità.

L’opera di Stelarc: le performance principali

Sospensioni

Verso la fine degli anni Sessanta, Stelarc iniziò a indagare i limiti fisici e psichici dell’organismo umano tramite la serie di azioni denominata Sospensioni, in cui il suo corpo veniva sollevato e lasciato fluttuare tramite ganci conficcati nella sua pelle, in spazi disparati come gallerie e aree urbane. Nell’arco di quindici anni ne realizzò ventisette, sottoponendo il corpo a dure prove con azioni simili alla cerimonia O-KEE-PA dei nativi americani. Il modo con cui la pelle si muoveva ed espandeva prese il nome di paesaggio gravitazionale. Una delle sospensioni più sensazionali fu quella realizzata a Copenaghen dove, sollevato a duecento metri da terra, venne fatto roteare per circa trenta minuti attorno al Royal Theatre, mentre i suoni prodotti dal suo corpo venivano amplificati per il pubblico.

I lavori di Stelarc: tra corpo e tecnologia

Stelarc in una delle sue sospensioni, anni ’70 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Third hand

Uno dei primi lavori di Stelarc in cui l’uomo si fonde con la macchina è Third Hand, una terza mano che l’artista si fece impiantare sul braccio destro. Realizzata nel 1980, questa mano aggiuntiva era costruita in acciaio inossidabile e alluminio. Era in grado di muoversi grazie a un sofisticato sistema di scambio che, partendo dalle contrazioni dei muscoli addominali e delle gambe, ne permetteva il movimento. Inoltre, era dotata di un meccanismo che le consentiva di muovere le dita, ruotare il polso di 280 gradi e avere un rudimentale senso del tatto.

I lavori di Stelarc: tra corpo e tecnologia

Third Hand, anni ’80 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Event for amplified body/ laser eyes and third hand

Nel 1986, a Tokyo, mise in scena la performance Event for Amplified Body/ Laser Eyes and Third Hand, nella quale disegnò e scrisse attraverso i suoi occhi, utilizzando lenti a contatto speciali e le sue tre “mani”. Il tutto fu accompagnato da una peculiare partitura musicale nata dall’amplificazione dei suoni fisiologici del corpo dell’artista (lo scorrere del sangue, il battito cardiaco, la deglutizione), trascritta tramite microfoni, sintetizzatori ed elettrocardiografi.

Event for Amplified Body / Laser Eyes and Third Hand

Event for Amplified Body / Laser Eyes and Third Han, 1986 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Stomach sculpture

Nel 1993 decise di “invadere” il suo corpo con Stomach Sculpture, performance tenutasi a Londra. Servendosi di un endoscopio, immise nel suo corpo una capsula di titanio, acciaio, oro e argento che, attraverso un congegno, era in grado di aprirsi ed estendersi all’interno del suo stomaco. La capsula si aprì e liberò componenti magnetizzati che, disponendosi in un ordine voluto da Stelarc, crearono una scultura con i materiali di cui erano composti.

Stomach Sculpture di Stelarc

Stomach Sculpture, 1993 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Fractal flesh

Tra i lavori di Stelarc troviamo Fractal Flesh, uno spettacolo del 1995 il cui fine era mostrare le possibilità di interazione di Internet. Il corpo fisico di Stelarc si trovava a Lussemburgo, cosparso di sensori collegati a un computer che gli permisero di “essere presente” anche a Parigi, Helsinki e Amsterdam. I partecipanti in ciascuno di questi luoghi poterono muovere a distanza il corpo dell’artista attraverso un touchscreen su cui compariva una sua immagine virtuale.

Fractal Flesh di Stelarc

Fractal Flesh, 1995 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Parasite-event for invaded and involuntary body

Nel 1997 presentò Parasite-Event for Invaded and Involuntary Body, performance sul rapporto simbiotico tra uomo e tecnologia. In questo caso, il corpo di Stelarc era connesso a Internet, ma a muoverlo non fu il pubblico, bensì un computer. Un motore di ricerca scannerizzava immagini del suo corpo per poi trasformarle in impulsi elettrici che ne muovevano i muscoli. Questa azione propose un corpo totalmente invaso dalla tecnologia, che eseguiva una danza involontaria.

Parasite-Event di Stelarc

Parasite-Event for Invaded and Involuntary Body, 1996 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Exoskeleton

Sempre del 1997 è Exoskeleton, uno dei lavori di Stelarc più stupefacenti: una macchina semovente dotata di un sistema pneumatico. Il corpo di Stelarc, poggiato su un tavolo rotante e collegato a sensori, controllava la macchina e i suoi movimenti. Al braccio sinistro era collegata un’estensione formata da un manipolatore simile a una mano, con 11 gradi di movimento. Le braccia dell’artista azionavano il marchingegno e a ogni loro movimento corrispondeva una “reazione” della macchina.

Exoskeleton di Stelarc

Exoskeleton, 1997 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Ear on arm

Ear on Arm è, tra le opere di Stelarc, la performance più lunga. Il progetto, nato nel 1996, prevedeva l’innesto di un terzo orecchio sul suo braccio. Ci vollero dieci anni per reclutare chirurghi disposti ad aiutarlo. Nel 2006, dopo una prima operazione, fu inserito all’interno dell’orecchio un microfono in miniatura, che però causò gravi complicanze e dovette essere rimosso. L’artista sta progettando un ultimo intervento per reinserirlo e trasformare l’orecchio in un organo funzionale. Il motivo è il suo desiderio di diventare un apparecchio acustico per altri.

I lavori di Stelarc: tra corpo e tecnologia

Ear On Arm, 1996 (http://stelarc.org/projects.php)

 

Conclusioni

La carriera artistica di Stelarc ha portato alla ribalta il discorso sull’uso delle tecnologie, promuovendo una nuova visione del corpo che interroga la società contemporanea. L’artista ha messo in discussione le concezioni artistiche tradizionali, reinserendole in un contesto caratterizzato dai nuovi media digitali e dalla transmedialità. In una società in cui tutto deve affermare e comprovare, le opere di Stelarc servono a porre domande, trasformandosi in uno strumento non di educazione, ma di critica attiva.

Fonte immagini: sito ufficiale dell’artista (http://stelarc.org/projects.php)

Altri articoli da non perdere
Misteri di Lucca: Ilaria del Carretto e i racconti dal passato
I misteri di Lucca: Ilaria del Carretto e i racconti dal passato

Grazie al suo enorme patrimonio artistico e culturale, Lucca è una delle città più belle della Toscana e dell'Italia. I Scopri di più

Qualità della traduzione automatica: 4 software utili alla valutazione
traduzione automatica

Traduzione automatica: qualità, limiti e metodi di valutazione La traduzione automatica risulta, in termini di costo e tempo, estremamente vantaggiosa, Scopri di più

L’effetto Pigmalione: cos’è e quando nasce
l'effetto pigmalione

L'effetto Pigmalione o Rosenthal, chiamato anche "la profezia che si autoavvera" si riferisce a quelle aspettative che, seppure infondate, attivano Scopri di più

Unificazione dell’Italia: 4 protagonisti
Unificazione dell'Italia: 4 protagonisti

La proclamazione ufficiale dell'unificazione dell'Italia è avvenuta il 17 marzo 1861. Quel giorno, con la Legge n. 4671 del Regno Scopri di più

Specialità calabresi: 5 da provare assolutamente
specialità calabresi

La Calabria: terra del meridione, una regione dalla vasta e longeva tradizione eno-gastronomica. Dalle coste calabresi, agli altopiani e alle Scopri di più

Cosa vedere e mangiare a Yamagata: guida alla prefettura giapponese
Yamagata (Giappone): cosa mangiare e specialità tipiche

Amata per i paesaggi naturali ideali per gli sport invernali, le terme e non solo: scopriamo cosa vedere e mangiare Scopri di più

Condividi l'articolo!

A proposito di Angelo Ruggiero

Vedi tutti gli articoli di Angelo Ruggiero

Commenta