L’Asia con la sua incredibile varietà di culture, religioni e popoli, è un vero e proprio tesoro di usanze affascinanti; eppure molte di esse sono così particolari da sembrare quasi innaturali. Alcune di queste pratiche vi faranno sorridere, altre lasciano a bocca aperta, ma tutte raccontano qualcosa di unico su come i diversi popoli vedono il mondo, la vita e perfino l’aldilà. Ecco riportate in elenco 3 delle tradizioni asiatiche strane!
1. Giappone con il Naki Sumo – “Il torneo dei bambini che piangono” – Tradizioni asiatiche strane del mondo
Con una storia lunga più di 400 anni, Il Naki Sumo, al contrario di ciò che si possa pensare leggendone la traduzione, è radicato in una credenza molto semplice e tenera: i bambini che piangono crescono bene. In Giappone si pensa proprio così, è un modo per dire che un bel pianto, forte e sano, è segno di salute e vitalità. Quindi più un bambino piange, più si pensa che sia forte e protetto dagli spiriti cattivi. Immaginate un piccolo ring da sumo dove invece di grandi lottatori ci sono dei neonati. Durante il Naki Sumo, due lottatori di sumo tengono in braccio un bambino ciascuno e cercano di farlo piangere prima dell’altro, e per riuscirci, i lottatori fanno ogni genere di buffa smorfia o rumore strano, a volte addirittura indossano maschere di demoni (cosi chiamati Oni giapponesi) per spaventare in buona fede i piccoli. A vincere è colui che riesce a far piangere il proprio bambino per primo, oppure chi ha il pianto più forte e persistente. Per i genitori, partecipare a questo rito è considerata una vera e propria benedizione per la salute del proprio bambino e spesso ne si paga addirittura una piccola quota per iscriversi; in cambio si riceve un amuleto portafortuna come un modo per proteggere il piccolo da ogni male. In posti molto famosi come il tempio Sensō-ji di Tokyo, la richiesta di partecipare è così alta che spesso i bambini vengono scelti tramite una lotteria.
Fonte immagine: Foto di Picasa, Wikipedia
2. Indonesia e il Ma’nene – Il festival dei morti “viventi”
Questa rientra sicuramente tra le tradizioni asiatiche strane: nel cuore dell’Indonesia, specificamente nella regione montuosa di Tana Toraja, c’è una tradizione che lascia chiunque la scopra a bocca aperta, il Ma’nene, conosciuto come il festival dei morti “viventi”. Durante questo rito che si celebra ogni due o tre anni, le famiglie toraja riesumano i corpi mummificati dei loro cari defunti, pulendoli con cura, vestendoli con abiti nuovi e portandoli in una sorta di passeggiata tra le varie case e i villaggi del paese. Per noi europei, abituati a concepire la morte come un confine netto, questa pratica può sembrare insolita e inquietante; ma per i Toraja, la morte non è la fine della relazione con i propri cari. I morti sono ancora parte attiva della famiglia, dei custodi invisibili di memoria, amore e protezione e il Ma’nene è il modo per ricordarlo. Il rituale inizia con l’apertura delle tombe dove i corpi sono conservati, mummificati naturalmente grazie al clima e alle tecniche tradizionali, cosicché le famiglie li possano pulire con delicatezza e vestirli con i migliori abiti tradizionali. I defunti vengono poi portati in processione per il villaggio, accompagnati da preghiere e canti, in una celebrazione sacra e gioiosa. Il Ma’nene è una vera e propria festa della vita e della memoria, un momento in cui la comunità si unisce per onorare ciò che è stato e rafforzare il senso di appartenenza: la volontà di non dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
Fonte immagine: Foto di RaiyaniM, Wikipedia commons
3. In Nepal e la Kumari – La dea vivente
Tra le tradizioni asiatiche strane ma più affascinanti e insolite del mondo, ritroviamo quella della Kumari in Nepal merita sicuramente un posto d’onore. Protagonista è una bambina piccolissima che viene venerata come una vera e propria dea vivente, portata in giro in processione, adorata da fedeli inginocchiati ai suoi piedi e cresciuta in un palazzo come se fosse una divinità in carne e ossa. In questa tradizione religiosa viva nel cuore di Kathmandu, la Kumari è considerata l’incarnazione della dea Taleju Bhawani, una potente divinità induista simile. La scelta avviene secondo criteri rigidissimi tra le famiglie della casta buddhista dei Shakya, dove la candidata ideale deve essere perfetta sotto ogni punto di vista: pelle liscia, denti integri, voce dolce, occhi grandi come fiori di loto e, soprattutto, un’aura di calma sovrumana (si racconta persino che venga messa alla prova con rituali inquietanti, come trascorrere una notte da sola in una stanza buia circondata da teste di animali sacrificati, per testare il suo coraggio). Una volta scelta, la Kumari lascia la sua famiglia e si trasferisce nel Kumari Ghar, ovvero un antico palazzo nel centro di Kathmandu, dove vivrà fino alla pubertà. La cosa ancora più scioccante è che non può più camminare per strada o toccare il suolo, infatti viene sempre sollevata, portata in braccio durante le rare apparizioni pubbliche. La più famosa avviene durante il festival Indra Jatra, quando viene condotta per le strade su un grande carro cerimoniale tra folle di fedeli che cercano la sua benedizione. La Kumari non frequenta la scuola e ha pochissimi contatti con il mondo esterno, poi quando arriva la pubertà, perde il suo status divino (il primo ciclo mestruale è considerato il momento in cui la dea “abbandona” il corpo) e torna alla vita normale. Per molte ex Kumari, questa transizione è tutt’altro che semplice: alcune hanno raccontato di sentirsi smarrite, facendo fatica a reintegrarsi e a sposarsi visto che secondo una credenza diffusa, sposare un’ex Kumari porterebbe sfortuna. Negli ultimi anni, grazie a organizzazioni per i diritti dell’infanzia, la tradizione ha iniziato a cambiare: alle Kumari viene ora garantita un’istruzione privata e un sostegno economico per il futuro.
Fonte immagine: Foto di JohnManuel, Wikipedia
Le tradizioni asiatiche strane, per quanto possa sembrarci assurde o incomprensibile, hanno una storia, un significato e un legame profondo con le persone che la praticano. Ma forse la cosa più interessante è che quello che per noi è strano, altrove è perfettamente normale e viceversa. Questo ci ricorda quanto il mondo sia vario e pieno di modi diversi di vivere, credere e festeggiare la vita. Alla fine, guardare queste tradizioni con curiosità e non con giudizio ci aiuta a capire meglio non solo gli altri ma anche noi stessi: più ne conosciamo, più diventiamo ricchi dentro.
Fonte Immagine: Foto di Precious Memories Vietnam su Pexel