L’inquinamento acustico: che cos’è?

L'inquinamento acustico: che cos'è?

Gli effetti dell’inquinamento acustico

Due sono i principali effetti nocivi per la salute derivanti dall’inquinamento acustico: il rischio di danno uditivo, preminente negli ambienti di lavoro rumorosi, e il disturbo psicofisico, diffuso negli ambienti residenziali, nelle scuole e negli uffici esposti a un’elevata rumorosità esterna. Il primo di questi due effetti è senza dubbio il più grave, in quanto può comportare una diminuzione permanente della funzione uditiva a causa di un danno irreversibile indotto all’orecchio interno. L’esposizione prolungata a livelli di rumore elevati, quali quelli generati da macchinari e lavorazioni industriali, determina infatti la progressiva distruzione delle cellule cigliate dell’organo del Corti, situato in questa parte dell’orecchio e preposto alla conversione in eccitazione nervosa dell’energia meccanica associata al segnale sonoro.

Da tener presente che, oltre al problema dell’ipoacusia professionale, l’esposizione a elevati livelli di rumorosità in ambiente di lavoro può indurre effetti nocivi su altri organi e altre funzioni, sollecitati, per riflesso, dall’udito, quali per esempio il sistema cardiocircolatorio e quello ormonale, la funzione respiratoria e quella gastrointestinale, la capacità di concentrazione e di memorizzazione. Descritti e riconosciuti dalla letteratura scientifica, ma non dalla normativa tecnica e dalla legislazione di tutela della salute dei lavoratori, questi effetti extrauditivi possono insorgere per livelli di esposizione al rumore inferiori a quelli necessari per instaurarsi del danno uditivo, colpendo in particolare soggetti ansiosi e nevrotici.

L’inquinamento da rumore nelle aree urbane

Il problema dell’inquinamento acustico ha però da tempo cessato di riguardare unicamente l’ambiente di fabbrica per estendersi e interessare le aree urbane di tutto il mondo. L’insorgere di quest’emergenza ambientale ha indubbiamente cause molteplici. In modo particolare, ciò che sta rendendo il rumore un’autentica piaga sociale sono le cosiddette sorgenti sonore mobili, ovvero il traffico veicolare di terra e, nelle aree urbane adiacenti gli aeroporti, il traffico aereo. Le numerose indagini compiute negli ultimi decenni all’estero e in Italia confermano chiaramente questo dato, evidenziando inoltre assoluta preminenza del rumore prodotto dal traffico su gomma che, per la sua intrusività e persistenza nell’arco delle 24 ore provoca un grave degrado della qualità della vita nelle città.

In particolare, gli effetti negativi indotti sull’organismo dall’inquinamento acustico sono raggruppabili in tre principali categorie. Innanzitutto, gli effetti sul sonno, che non consistono solo nelle difficoltà nella fase di addormentamento, ma riguardano la perturbazione dell’intero ciclo del sonno, con conseguenze negative per la salute a breve e lungo termine. In secondo luogo, gli effetti sulla recezione delle comunicazioni sonore, ovvero le difficoltà d’ascolto, che possono determinare sia perdita d’informazione sia la necessità di esercitare sforzi di concentrazione supplementari, con un conseguente maggior affaticamento mentale. In terzo luogo gli effetti sulla capacità di prestazione riscontrati nello svolgimento di lavori che richiedono esecuzione di compiti multipli e consistenti, effetti i quali consistono o in un maggiore affaticamento psichico, o in una diminuzione d’impegno rilevata soprattutto nello svolgimento dei compiti considerati meno importanti.

Sulla strada per contrastare e ridurre l’inquinamento acustico in generale, le prospettive di miglioramento non mancano sia sotto il profilo tecnologico sia sotto quello legislativo. Dopo anni di tentativi incentrati su un abbassamento dei livelli di rumorosità emessi dai singoli autoveicoli, l’attenzione di molti esperti è ora rivolta all’elaborazione di politiche urbanistiche dirette principalmente alla diminuzione dei flussi di traffico nelle aree più acusticamente inquinate e all’aumento dell’isolamento acustico delle facciate e degli infissi.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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