L’orientalismo di Corrodi e Pasini è un’invenzione europea usata per conquistare l’Oriente, per separarlo dai paesi dell’Ovest in modo da dar vita a due diverse culture. Tempo fa quando non c’era ancora per tutti la possibilità di viaggiare, le persone credevano a ciò che raccontavano le poche persone che ne avevano avuto l’opportunità, anche se spesso si trattava di racconti esagerati o addirittura inventati. Si diffuse così l’idea, che il mondo fosse diviso in due parti: da un lato l’Oriente e dall’altro l’Occidente. Inoltre, gli abitanti dell’Occidente tendevano a sentirsi superiori rispetto a quelli dell’Oriente, ad esempio Francia ed Inghilterra svilupparono idee razziste che provocarono l’illusione di poter conquistare facilmente l’Oriente.
Gli occidentali, guardando anche le opere dell’orientalismo di Corrodi e Pasini, iniziarono a interrogarsi sulla cultura e sulle usanze orientali e a costruirsi una propria idea dell’altra parte. Iniziarono a pensare che gli orientali fossero degli incivili, volgari, incapaci di sapere tanto quanto una persona occidentale, ottusi e a volte anche violenti, immaginavano il mondo degli orientali senza un ordine politico o delle regole.
Sono molteplici le opere che rappresentano l’orientalismo di Corrodi e Pasini che dimostrano come gli europei immaginavano l’est, partiamo da Hermann David Salomone Corrodi. Si tratta di un pittore italiano la cui formazione artistica fu fortemente influenzata dall’impostazione paterna che mirava a far concentrare il figlio su effetti di luce e giochi di colori. Una volta terminati gli studi, Hermann viaggiò a lungo per l’intera Europa e conobbe numerose personalità influenti. Egli era interessato all’Oriente non solo per i paesaggi esotici ma anche perché, in quanto luogo ospitante di più religioni, esercitava su di lui un particolare fascino tanto da ispirarlo costantemente come possiamo notare nel quadro raffigurante la fontana sacra davanti alla moschea di Omar a Gerusalemme. Un’altra opera che descrive a pieno ciò che lui raccontava dell’Oriente è “Commercianti di tappeti arabi”, in cui rappresenta la vita quotidiana degli abitanti e commercianti arabi.
Un altro artista del XIX secolo che ci può raccontare l’orientalismo è Alberto Pasini. Il suo orientalismo si basa su luoghi visti e conosciuti realmente e quindi sul racconto veritiero di ciò che era l’Oriente. Nel 2018 dal 17 marzo al 1 luglio la fondazione Magnani-Rocca dedica a Pasini la sua mostra di primavera, intitolandola: Pasini e L’Oriente. Nella mostra si racconta di come la sua pittura sia differente dagli altri artisti che hanno lavorato al concetto di orientalismo durante l’Ottocento. L’artista, infatti, non propone al pubblico ciò che è già abituato a vedere, ma una presentazione che viene dall’interno, raccontando usi, costumi e tradizioni reali di quella zona. La sua attività inizia quando viene chiamato per prendere parte ad una missione francese, l’incontro con lo Shah di Persia, per sottrarli all’influenza russa. Inizia così un dialogo tra Europa e Medio-Oriente e sarà proprio Pasini a raccontare quanto avvenuto mediante i suoi disegni e dipinti.
La mostra infatti riporta tutti i quaranta disegni realizzati dall’autore in Persia. La seconda parte della mostra è, invece, dedicata alle opere realizzate ad Istanbul. Ed infine è presente una sezione dedica alle vedute e ai paesaggi.
Per concludere, possiamo citare un’opera di Pasini in cui racconta la sua Costantinopoli, nella quale vengono rappresentati i rituali tipici dell’Impero, la bellezza delle cupole delle moschee, le folle che si muovono tra i mercati ricchi di colori, il fumo degli spiedini che gli abitanti erano soliti cucinare e la polvere alzata dal passaggio di animali e uomini. Possiamo quindi dire che l’orientalismo di Corrodi e Pasini ci permette di arricchire il nostro album fotografiche di immagine rappresentative dell’Oriente.
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