Opere di Emil Nolde: 3 da conoscere

Opere di Emil Nolde: 3 da conoscere

Emil Nolde è stato un pittore danese. Nacque a Nolde, vicino al confine della Prussia con la Danimarca e, per sottolineare il suo legame con il suo paese natale, decise di farsi chiamare con il nome della città. Era molto attratto dalle opere di Édouard Manet, Francisco Goya e Honoré Daumier. Inizialmente Emil Nolde seguiva la corrente artistica dell’impressionismo poi, successivamente, si avvicinò all’espressionismo. L’espressionismo è un movimento artistico che si sviluppò nel primo ventennio del Novecento e si sviluppò in diverse correnti come quella del gruppo Die Brücke. L’obiettivo del movimento espressionista era quello di ritrovare il dato comunicativo nell’arte, infatti questi artisti criticheranno le correnti passate: gli impressionisti, perché l’impressione su cui si basavano non creava comunicabilità con lo spettatore; i simbolisti, poiché la loro arte piena di simbologie e riferimenti culturali intensi e profondi non offriva una facile lettura allo spettatore. Molti dei soggetti nelle opere di Emil Nolde sono a sfondo religioso e nella loro estrema crudezza rimandano alla tradizione germanica primitiva e alle suggestioni dei bestiari medioevali. In quest’articolo vi proponiamo 3 opere di Emil Nolde .

Ecco le 3 opere di Emil Nolde.

1. Gli orafi 

Questa fu l’opera di Emil Nolde più apprezzata. Negli Orafi, un olio del 1919, l’artista si allontana da ogni schema disegnativo, gettandoci addosso i personaggi con forza istintiva e sanguigna vitalità. Nel dipinto sono raffigurati due uomini barbuti a mezzobusto che, come anticipa il titolo, sono due orafi. Quest’ultimo, in particolare, è caratterizzato da un volto affilato, la cui triangolarità è accresciuta dall’inverosimile barba gialla. L’incarnato, costruito da corpose pennellate rosse e viola, dà al volto dai grandi occhi azzurri un’inquietante aria diabolica, mentre il violento sfondo blu elettrico ne isola ulteriormente il profilo, proiettandolo immediatamente in primo piano. L’assoluta e quasi gridata inverosimiglianza dei colori è ribadita anche in una lettera, nella quale Emil Nolde precisa: «Nella mia arte uso tutti i mezzi che ho a disposizione per ottenere l’effetto che desidero. Desidero veramente che la mia opera scaturisca dalla materia, come nella natura la pianta cresce dal terreno che le è più adatto».

2. Papaveri e iris

Tra le opere di Emil Nolde ci sono anche nature morte. La luminosità accesa e quasi violenta dei colori, con il giallo che si staglia nettamente dallo sfondo, prendendo un rilievo stridente e quasi innaturale, è la stessa utilizzata anche in tutta la sua produzione precedente. Si tratta di un tragico grido di dolore lanciato contro l’indifferenza della società borghese. La violenza espressiva, a volte al limite del volgare, non è altro che il tentativo disperato di aprire un varco nelle coscienze addormentate. Anche se incompresi e, in seguito, derisi dagli ambienti artistici ufficiali oltre che duramente perseguitati dal nazismo, che proibì la loro arte bollandola come degenerata, gli Espressionisti tedeschi conservano ancora l’animo puro dei bambini. I bambini, lo sappiamo bene, quando dicono le parolacce non lo fanno con malizia, ma solo per richiamare l’attenzione degli adulti perchè si sentono soli.

3. Le maschere

Quest’opera è stata realizzata nel 1911. I soggetti rappresentati sono delle maschere di carnevale e sono interpretate come una critica della società, dove le persone nascondono la loro vera identità. Abbiamo colori contrastanti e vividi che creano un effetto visivo inquietante.

Fonte immagine: Wikipedia 

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