La paralisi del sonno è un disturbo, classificato come parasonnia, che si manifesta durante la fase REM (Rapid Eye Movement). Questa è la fase del sonno in cui si verificano movimenti oculari molto rapidi, la respirazione accelera e hanno origine i sogni più vividi. Normalmente, durante la fase REM, il cervello inibisce temporaneamente i muscoli volontari del corpo (atonia muscolare) per impedirci di “vivere” fisicamente i nostri sogni. La paralisi del sonno si verifica quando si riprende coscienza prima che il cervello abbia disattivato questa atonia.
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Cosa si prova durante un episodio
L’aspetto più angosciante di questo fenomeno è l’impossibilità di muoversi e parlare, accompagnata in molti casi da allucinazioni uditive e visive. Il soggetto si ritrova inerme nel proprio letto, pienamente cosciente ma incapace di muovere qualsiasi muscolo volontario, ad eccezione degli occhi e di quelli legati alla respirazione. La paralisi può avvenire prima di addormentarsi (paralisi ipnagogica) o in fase di risveglio (paralisi ipnopompica).
Lo stato di panico che ne deriva può amplificare le allucinazioni. Brian Sharpless, psicologo clinico e ricercatore, ha classificato le allucinazioni che avvengono durante la paralisi del sonno in tre tipologie principali:
- Presenza di un intruso: la sensazione vivida che ci sia una presenza minacciosa nella stanza.
- Pressione sul petto (Incubus): una sensazione di soffocamento o di un peso opprimente sul torace, che può causare difficoltà respiratorie.
- Esperienze vestibolo-motorie: la sensazione di levitare, fluttuare, cadere o di trovarsi fuori dal proprio corpo (esperienza extracorporea).
A queste si possono associare allucinazioni uditive come voci, sussurri, passi o rumori indefiniti. L’esperienza genera spesso tachicardia e sudorazione fredda, sintomi tipici di un attacco di panico. Fortunatamente, è importante sapere che un episodio non dura a lungo, solitamente da pochi secondi a un massimo di due minuti, anche se la percezione del tempo può risultare alterata.
Quali sono le cause e i fattori di rischio
La paralisi del sonno non è un fenomeno pericoloso per la vita, ma è un segnale che può indicare una discontinuità nel ciclo sonno-veglia. Le cause esatte non sono del tutto note, ma la ricerca ha identificato diversi fattori di rischio che possono favorirne la comparsa. Come evidenziato anche da fonti autorevoli come l’Ipsico, tra i principali fattori scatenanti troviamo:
- Privazione del sonno: dormire poco o avere orari irregolari è una delle cause più comuni.
- Stress e ansia: alti livelli di stress possono interferire con i normali cicli del sonno.
- Posizione supina: dormire sulla schiena sembra aumentare la probabilità di avere episodi.
- Altri disturbi del sonno: può essere associata a narcolessia o apnea notturna.
- Familiarità: sembra esserci una componente genetica che predispone al disturbo.
Cosa fare e come prevenire gli episodi
Sebbene non esista una “cura” specifica, è possibile ridurre significativamente la frequenza degli episodi agendo sui fattori di rischio. L’approccio migliore è migliorare la propria igiene del sonno. Durante un episodio, può essere utile cercare di concentrarsi sul respiro e tentare di muovere piccole parti del corpo, come un dito della mano o del piede, per accelerare la fine della paralisi.
Fattore di rischio | Strategia di prevenzione |
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Orari di sonno irregolari | Cercare di andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, anche nel weekend. |
Stress e ansia elevati | Praticare tecniche di rilassamento prima di dormire come meditazione, mindfulness o un bagno caldo. |
Ambiente di sonno non adeguato | Assicurarsi che la camera sia buia, silenziosa e a una temperatura confortevole. Evitare schermi luminosi (smartphone, tv) nell’ora prima di coricarsi. |
Dormire in posizione supina | Provare a dormire su un fianco. L’uso di cuscini può aiutare a mantenere la posizione. |
In conclusione, sebbene l’esperienza sia senza dubbio terrificante, è fondamentale ricordare che la paralisi del sonno è un fenomeno fisiologico benigno. Se gli episodi diventano molto frequenti e impattano sulla qualità della vita, è consigliabile consultare il proprio medico.
Articolo aggiornato il: 18/09/2025
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