Pet Therapy è un termine generico che si utilizza sempre più frequentemente, soprattutto nell’ultimo periodo, e rispetto al quale spesso si fa confusione.
Con tale accezione si indicano una serie di attività educative, riabilitative o ricreative, svolte in presenza e con l’ausilio di un pet, ossia un animale.
Che siano cani, cavalli, delfini e gatti, ogni animale può essere utile nella cura dei pazienti, non solo bambini, ma anche ragazzi ed anziani, nel migliorare le aree emotive e comportamentali.
Pet Therapy, come funziona e quando è utile
In Italia l’efficacia della terapia con animali, intesa come molteplicità di attività utili per la cura di varie patologie, è stata ufficialmente riconosciuta prima nel 2003 (con un decreto ministeriale) e poi successivamente nel 2005 dal comitato nazionale bioetico che ne sottolineò i benefici.
La Pet Therapy ha origini storiche, infatti già gli antichi Egizi, ma anche i Greci, ne riconobbero l’efficacia. Ciò su cui si dibatteva all’epoca era il beneficio che scaturisce dall’interazione tra uomo ed animale. Il termine cui si fa riferimento oggi fu coniato nel 1953 da Boris Levinson, psichiatra infantile. Levinson si accorse che, nel corso di alcune sedute con pazienti autistici, la presenza del suo cane migliorava visibilmente la capacità di interazione e di relazione dei pazienti.
Chiamata anche Animal-Assisted Therapy, si basa sull’interazione tra persona ed animale, non ha effetti collaterali, né controindicazioni. Tra gli animali coinvolti, soprattutto cani e gatti ma, come già accennato, anche cavalli, criceti, persino mucche e capre.
La Pet Therapy si basa su:
- Stimolazione psicologica: essa ha come fondamenta il rapporto tra uomo e animale e rappresenta un forte stimolo psicologico che può coinvolgere varie aree del cervello, influendo su aspetti cognitivi, comportamentali, sociali e componenti caratteriali.
- Stimolazione o meccanismo ludico: il gioco, il divertimento che nasce tra il pet e l’umano aumenta il buonumore.
- Meccanismo fisico: riguarda le attività che si svolgono con animali di grosse dimensioni: l’equitazione ad esempio, la delfinoterapia o, semplicemente, una passeggiata con un cane.
- Meccanismo psicofisico: un esempio può essere quello del gioco con l’animale che va a stimolare i contatti fisici e le risate (fisico) e questo poi può portare alla persona una sensazione di benessere (psicologico).
La grande sensibilità degli animali dona in modo gratuito ed immediato benessere, amore e sensibilità, che arrivano a chi entra in contatto con loro. A dispetto di quanto si possa pensare, e delle critiche che spesso vengono mosse contro questa pratica, “colpevole” di usare gli animali, la Pet Therapy aiuta nella cura di varie patologie. Non solo disturbi dello spettro autistico, comportamentali, dell’attenzione ma è utile anche agli ipertesi e ai cardiopatici. Per quanto riguarda la presenza degli animali, ricordiamo che si tratta di un coinvolgimento e non di un utilizzo degli stessi. Le attività svolte sono interdisciplinari e multidisciplinari e quindi si crea un vero e proprio rapporto di amore, costante ed amorevole, tra umano e animale.
Il percorso di Pet Therapy include attività terapeutiche, ludiche ed educative, basate proprio sull’intesa speciale che ha luogo. Un rapporto che diventa reciproco, affettuoso e benefico. Trattandosi di una vera e propria terapia, deve essere svolta e costantemente monitorata affinché possa svolgersi in modo corretto. Ciò che conta è quel complesso di relazioni affettive e di canali di comunicazione privilegiati che si viene a creare e che saprà stimolare energie positive rendendo più accettabile il disagio da trattare.
La disciplina e le attività che la Pet Therapy annovera sono dunque rivolte a coloro che necessitano di riabilitazioni mirate, a chi presenta un ritardo cognitivo, a persone che stanno seguendo un percorso di reinserimento sociale.
Giocando con l’animale si sviluppano coordinazione dei movimenti ed altre capacità in modo del tutto naturale, divertendosi.
Proprio grazie a tutti i benefici riscontrati da chi si sottopone alla Pet Therapy, oggi in Italia è una pratica sempre più diffusa e richiesta, specialmente nei centri medici ma anche nelle case di riposo, negli asili e nei centri sociali.
All’interno delle scuole gli insegnanti, ma anche gli educatori, sottolineano quanto il rapporto con l’animale faciliti l’acquisizione di vere e proprie abilità sociali utili per prevenire atteggiamenti violenti. Inoltre, il contatto con l’animale, caratterizzato da immediatezza e spontaneità, permette al paziente di superare molti timori. Ecco perché la Pet Therapy è utilissima anche a scuola e sempre più dirigenti scelgono tale attività per i propri studenti o la consigliano per combattere determinate problematiche, senza utilizzare farmaci.
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