Pitture surrealiste: dove vederle e da chi sono state fatte

Pitture surrealiste

Vi propongo un’escursione nei meandri dell’essere, attraverso alcune fra le più celebri, seduttive e affascinanti pitture surrealiste.

Surrealismo: la bellezza della forza visionaria

A cavallo tra le due guerre mondiali, nella Francia degli anni Venti, nasce il surrealismo, una corrente organizzata che vede nella figura di Andrè Breton il suo fondatore e teorico, ma anche il prodotto di una mentalità del tempo.
“Surrealismo” è ciò che si trova al di là della realtà.
Oggetti deformati, contesti astrusi, paradosso di ogni forma, inconscio e subconscio su un piedistallo e ragione imputata. Il surrealismo persegue la libertà in ogni modo e con ogni mezzo, affinché l’uomo esprima la parte più autentica del suo essere.

È nel sogno che le pulsioni dell’inconscio sgusciano dalla gabbia della razionalità, perciò il surrealismo lo muta in arte.

Pitture surrealiste e artisti protagonisti

La pittura surrealista è un modo di cogliere il reale, che mira a penetrare in maniera più profonda nell’essere, e fonda la sua ragion d’essere nella presenza di unmodello interiore”. Il suo scopo è quello di rendere visibile ciò che sfugge all’oggettività, attraverso l’arte.
L’artista non si sottomette alla visione “civilizzata” del mondo, per cui rivaluta l’arte primitiva e l’arte dei folli, caratterizzate dalla vivida forza dell’immaginazione e dall’inosservanza delle regole sociali.
Dal punto di vista tecnico, il surrealismo fa propria la spregiudicatezza dadaista. Anche le tecniche tradizionali vengono utilizzate perché si prestano maggiormente alla “scrittura automatica” e perché la banalità dell’immagine singola sottolinea l’assurdità dell’insieme.

Max Ernst (1891-1976)

Tra le sue pitture surrealiste:

La Vergine sculaccia il Bambino Gesù davati a tre testimoni: Andrè Breton, Paul Eluard e lo stesso artista, 1926, olio su tela, cm. 196 x 130, ColoniaMuseo Ludwig.

Marx Ernst è il più surrealista fra tutti i pittori surrealisti e questa è sicuramente la sua opera più insolita, che succede alla miriade di “Madonne con Bambino” delle pagine precedenti della Storia dell’Arte. Quest’opera dissacrante e anticlericale, dall’evidente influsso dello stile di De Chirico, ha riscosso grande successo e suscitato svariate reazioni, tra la sorpresa e lo sconvolgimento. La Madonna appare autorevole, nel suo ruolo essenziale di madre. Non c’è sacralità, Maria e Gesù hanno carattere umano.

Joan Mirò (1893-1983)

Tra le sue pitture surrealiste:

Il carnevale di Arlecchino, 1924-1925, olio su tela, 93×66 cm, Buffalo, USA, Albright Knox Art Gallery. 

Il principio di Mirò non è il mondo organico, ma l’antitesi del razionale, l’antigeometrico. Il suo è un mondo chiaro, solare, senza implicazioni morbose.

Nell’opera è utilizzata la tecnica dell’automatismo psichico che esprime il reale fuzionamento del pensiero, senza l’influenza della ragione. È rappresentato un momento di baccano che, nel calendario cristiano, si conclude il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri.

Andrè Masson (1896-1987)

Tra le sue pitture surrealiste:

Uccello affascinato da un serpente, 1942, Guazzo su carta, 56, 5 x 75, 5, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim.

La scrittura automatica di Masson, nella fase surrealista, è diagrammatica, si astiene dal rendere esplicite le immagini, segue totalmente i percorsi tortuosi dell’inconscio. Masson è, probabilmente, il primo a rendersi conto dell’esistenza bio-psichica che si rivela solo per “segni”.

Questo quadro riflette l’interesse dell’artista nei confronti dei misteri della creazione.

Yves Tanguy (1900-1955)

Tra le sue pitture surrealiste:

Il sole nel suo scrigno, 1936, olio su tela, 88 x 115, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim.

Yves Tanguy è l’inventore dell’antinatura: relitti di una vita organica consumati dal tempo prendono posto in paesaggi sconfinati, planetari, senza luce, nè aria.

Salvador Dalì (1904-1989)

Tra le sue pitture surrealiste:

Il grande masturbatore, 1929, olio su tela, 110 x 150 cm, Madrid, Museo nacional centro de arte Reina Sofìa.

Nella visione onirica di Dalì, caratterizzata da un’ampollosa retorica spagnolesca e neobarocca, ci sono molte implicazioni sessuali, oltre che un suo delirio di grandezza. In quest’opera, la testa di Dalì in primo piano subisce una metamorfosi, fino a diventare il busto di una donna e le gambe di un uomo.

Renè Magritte (1898-1967)

Tra le sue pitture surrealiste:

Il doppio segreto, 1928, olio su tela, 162 x 114 cm, Liegi, collezione privata.

Magritte inventa l’antistoria. Approfondisce  il problema dell’ambiguità alogica dell’immagine anche in rapporto alla parola. Scopre l’assurdità del banale.

In questo quadro l’artista separa l’essere dalla sua apparenza e dimostra che la realtà è un enigma.

Il surrealismo è volto, dunque, a un punto d’incontro tra sogno e realtà.

Un sogno è come la sangria.

Pensateci.

La dimensione onirica non è altro che un mix di cose, al pari della succulenta bevanda spagnola. Un bel bicchiere di vino rosso corposo, dove galleggiano mele, pesche, arance, foglioline di menta, ghiaccio e zucchero, evoca il sogno. Il sogno è un immenso contenitore in cui si affollano persone, luoghi, idee, parole taciute, sentimenti, paure e le fantasie più intime. Praticamente, c’è del surrealismo nella sangria e c’è del surrealismo in ognuno di noi.

Trascorriamo buona parte della nostra vita a sognare. Siamo un po’ tutti partigiani dell’anarchia creativa.

Fonte immagine: https://www1.folha.uol.com.br/ilustrada/2013/10/1351832-moma-faz-exposicao-definitiva-com-o-melhor-do-surrealismo-de-magritte.shtml

 

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A proposito di Chiara D'Auria

Nata e cresciuta in Basilicata, si laurea in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Scrive per abbattere barriere e scoperchiare un universo sottopelle abitato da anime e microcosmi contrastanti: dal borgo lucano scavato nella roccia di una montagna avvolta nel silenzio alle viuzze partenopee strette e caotiche, dove s'intravede il mare. Scrive per respirare a pieni polmoni.

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