Poesie di Jacques Prevert: le 5 più belle

Jacques Prévert (1900-1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese, tra le voci più amate e riconoscibili del Novecento. Le sue poesie, scritte in un linguaggio quotidiano e accessibile, affrontano i temi dell’amore e della gioia di vivere, ma anche l’indignazione contro le ingiustizie sociali. Dopo una breve adesione al surrealismo, sviluppò uno stile unico e personale, capace di mescolare lirismo e critica sociale.

Le 5 poesie in sintesi: un percorso tematico

Poesia Tema prévertiano 
I ragazzi che si amano L’amore come forza isolante e superiore al giudizio del mondo.
Paris at night L’amore come istante perfetto e sensoriale, fissato nella memoria.
Baciami L’amore come urgenza e ribellione contro un presente opprimente.
Tempo perso La critica sociale e l’alienazione del lavoro operaio.
Non bisogna La critica all’intellettualismo astratto e sterile.

Testo e analisi delle poesie più belle

1. I ragazzi che si amano

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno
ed è la loro ombra soltanto
che trema nella notte
stimolando la rabbia dei passanti
la loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

Analisi: questa celebre poesia contrappone due mondi: quello degli innamorati, immersi in uno “splendore abbagliante”, e quello dei “passanti”, che rappresentano la società conformista e giudicante. L’amore è una forza così potente da rendere i due ragazzi indifferenti al mondo esterno e al suo disprezzo. Essi esistono in un “altrove” che trascende il tempo e lo spazio, un universo creato unicamente dal loro sentimento.

2. Paris at night

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
il primo per vedere tutto intero il tuo volto
il secondo per vedere i tuoi occhi
il terzo per vedere la tua bocca
e l’oscurità intera per ricordare tutto questo
mentre ti stringo fra le braccia.

Analisi: in questa lirica brevissima, Prévert cattura un istante perfetto d’amore con la tecnica di un fotogramma cinematografico. I tre fiammiferi illuminano in sequenza i dettagli del volto amato, creando un’immagine indelebile. L’oscurità finale non è una fine, ma lo spazio della memoria, dove l’immagine, fissata dai brevi lampi di luce, può essere custodita e ricordata nell’intimità di un abbraccio. È la celebrazione di un momento effimero reso eterno dall’amore.

3. Baciami

In un quartier della ville Lumiere
dove fa sempre buio e manca l’aria
e d’inverno come d’estate è sempre inverno
[…]
più tardi sarà troppo tardi
la nostra vita è ora
[…]
hai quindici anni ne ho quindici anch’io
in due ne abbiamo trenta
a trent’anni non si è più ragazzi
abbiamo l’età per lavorare
avremo pure diritto di baciarci
[…]
baciami!

Analisi: questa poesia è un grido di urgenza e di ribellione. L’ambientazione è un quartiere povero e opprimente di Parigi, dove “è sempre inverno”. Di fronte a una vita di stenti e di lavoro precoce, l’amore diventa l’unico atto di resistenza. Il bacio è rivendicato come un “diritto” contro un futuro che sarà “troppo tardi”. È un invito a cogliere l’attimo (“La nostra vita è ora”), un gesto di sfida che afferma il valore del presente contro una società che ruba la giovinezza.

4. Tempo perso

Davanti alla porta dell’officina
l’operaio s’arresta di scatto
il bel tempo l’ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
strizza l’occhio
familiarmente
su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

Analisi: qui emerge con forza l’impegno sociale di Prévert. Il “bel tempo” diventa un personaggio che invita l’operaio a fermarsi e a riflettere. Il dialogo immaginario con il “compagno Sole” è una critica amara e ironica all’alienazione del lavoro. La bellezza di una giornata di sole è “persa”, sacrificata per il profitto di un “padrone”. La poesia denuncia l’ingiustizia di un sistema che priva i lavoratori del diritto di godere delle cose semplici della vita.

5. Non bisogna

Non bisogna lasciar giocare gli intellettuali con i fiammiferi
perché Signori miei se lo si lascia solo
il gran mondo mentale miei Sssignori
non è per niente allegro
e non appena è solo
lavora arbitrariamente
innalzando tutto per sé
con tante chiacchiere generose sul lavoro dei muratori
un auto-monumento
ripetiamolo dunque miei Ssssignori
se lo si lascia solo
il mondo mentale
mente
monumentalmente.

Analisi: in questa poesia, Prévert critica l’intellettualismo astratto e autoreferenziale. Il “mondo mentale”, se lasciato a sé stesso, diventa un costruttore di “auto-monumenti” basati su “chiacchiere generose” ma distaccate dalla realtà. Il gioco di parole finale (“il mondo mentale / Mente / Monumentalmente”) è una condanna sferzante di un pensiero che, invece di comprendere il mondo, finisce per mentire in modo grandioso, perdendo ogni contatto con la vita reale.

Fonte immagine: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 27/08/2025

 

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