Poesie di Jacques Prevert: le 5 più belle

Jacques Prévert (1900-1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese. Le sue poesie, tra il reale e il surreale, sono scritte in un linguaggio quotidiano ed elegante e affrontano i temi dell’amore e della gioia di vivere ma anche temi sociali come l’indignazione verso le ingiustizie e le diseguaglianze sociali e l’affermazione della libertà. Spesso mescola poesia e prosa e molti dei suoi componimenti sono anche stati musicati. Aderì al surrealismo tra il 1926 e il 1930, ma se ne distaccò per esplorare esperienze letterarie personali. Ecco 5 splendide poesie di Jacques Prevert, tradotte in italiano!

Poesie di Jacques Prevert: I ragazzi che si amano

I ragazzi che si amano, una delle poesie di Jacques Prevert più conosciuta, racconta la frenesia e la felicità del primo amore che fa ignorare il resto del mondo.

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

Paris at night

Paris at night racconta di una notte a Parigi tra due innamorati.

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vedere tutto intero il tuo volto
Il secondo per vedere i tuoi occhi
Il terzo per vedere la tua bocca
E l’oscurità intera per ricordare tutto questo
Mentre ti stringo fra le braccia.

Poesie di Jacques Prevert: Baciami

Baciami parla dell’importanza di cogliere l’attimo, perché potrebbe non ripresentarsi mai più.

In un quartier della ville Lumiere
Dove fa sempre buio e manca l’aria
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Lei era sulle scale
Lui accanto a lei e lei accanto a lui
Faceva notte
C’era un odore di zolfo
Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
E lei gli diceva
È buio qui
Manca l’aria
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi
Stringimi tra le braccia
Baciami
Baciami a lungo
Baciami
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Qui si crepa di tutto
Dal caldo e dal freddo
Si gela si soffoca
Manca l’aria
Se tu smettessi di baciarmi
Credo che morirei soffocata
Hai quindici anni ne ho quindici anch’io
In due ne abbiamo trenta
A trent’anni non si è più ragazzi
Abbiamo l’età per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Baciami!

Tempo perso 

Tempo perso, ultima della nostra rassegna sulle poesie di Jacques Prevert, ironizza sulla condizione di un operario, il quale non può godere di una bella giornata di sole poiché deve lavorare, mentre il padrone può godere sia dei soldi dell’operaio, sia del sole.

Davanti alla porta dell’officina
l’operaio s’arresta di scatto
il bel tempo l’ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
strizza l’occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

Non bisogna

Non bisogna, una delle poesie più belle di Jacques Prevert, parla delle fantasie per niente realistiche che si fanno se si lascia divagare la mente.

Non bisogna lasciar giocare gli intellettuali con i fiammiferi
Perché Signori miei se lo si lascia solo
Il gran mondo mentale miei Sssignori
Non è per niente allegro
E non appena è solo
Lavora arbitrariamente
Innalzando tutto per sé
Con tante chiacchiere generose sul lavoro dei muratori
Un auto-monumento
Ripetiamolo dunque miei Ssssignori
Se lo si lascia solo
Il mondo mentale
Mente
Monumentalmente.

Fonte immagine sull’articolo “Poesie Jacques Prevert: Wikipedia 

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