Rivisitare i classici per renderli più inclusivi: pro e contro

rivisitare i classici

Rivisitare i classici è possibile, come affermava Italo Calvino ”un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. I classici sono attuali perchè parlano delle cose più importanti attraverso la bellezza. Di che bellezza si tratta? Ovviamente dello stile, cioè della scrittura, della capacità con cui i grandi scrittori utilizzano le parole accostandole in modo originale e artistico. È proprio lo stile a rendere attuale e senza tempo un classico. In un mondo in cui dominano le apparenze e si cercano le futilità, queste opere ci riportano ai fondamenti dell’esistenza. Quindi un classico, anche per ragazzi, deve arrivare al “cuore”, toccando aspetti della quotidianità come: l’amore, la famiglia, la vita.

Il CEO di Disney Bob Iger ha ammesso, durante un evento a New York, che fare politica ha finito per allontanare il pubblico.
Dunque per lui, i creativi hanno perso di vista il loro obiettivo principale, ovvero quello di intrattenere, preferendo invece impiegare le loro opere per inviare messaggi politici. Iger ha anche ammesso di essere riuscito a lungo ad intrattenere e a promuovere valori, come per esempio con Black Panther uscito nel 2018. Tuttavia, l’obiettivo principale di oggi è quello di intrattenere e di voler “tornare alle radici”. 

I rischi di rivisitare i classici

Le favole della Disney hanno caratterizzato l’infanzia di milioni di bambini in tutto il mondo. La domanda che sorge spontanea è la seguente: “è possibile posizionare i bambini dinanzi ad un televisore e sottoporli alla visione di cartoni animati così  lontani dalla realtà?”  Per quanto diverse tutte le storie, hanno una struttura comune: la fanciulla che si ritrova in situazioni spiacevoli e che viene salvata da un principe il più delle volte. Le favole della Disney, però, avvicinano i bambini a dei pregiudizi che aumentano nel corso dell’età. Tra gli stereotipi più diffusi ci sono: l’aspetto fisico dei buoni e dei cattivi che il più delle volte sono brutti basti pensare alle sorellastre di Cenerentola. Non manca anche una concezione patriarcale che si cela in ogni favola che sottolinea come unico obiettivo della donna: il matrimonio.

 La Disney si è trovata coinvolta in  una controversia culturale con  il governatore della Florida e candidato alla nomination repubblicana per il 2024, Ron DeSantis. L’azienda è stata criticata per ciò che alcuni definiscono wokismo a causa dell’inclusione di un bacio omosessuale in Lightyear, l’inserimento di un personaggio gay in Strange World e la scelta di far interpretare ad un’attrice di colore La Sirenetta. La decisione di rivisitare Biancaneve prevista per il 2025 è già oggetto di numerose polemiche: i nani saranno sostituiti da creature magiche e l’eroina dovrebbe emanciparsi per non essere salvata dal principe. Biancaneve, anziché sognare il vero amore, sognerà di diventare una leader. Al centro delle polemiche c’è anche la scelta della protagonista: Rachel Zegler. Questa scelta non viene condivisa dagli spettatori perchè la tanto amata Biancaneve dalle pelle bianca come la neve verrà interpretata da un’attrice di origini latinoamericane. 

Dietro la scelta della Disney di sostituire le proprietà intellettuali con versioni nuove non riguarda solo l’esigenza di renderli più vicini alla società attuale, ma anche il copyright. La proprietà del copyright conferisce al titolare il diritto esclusivo di utilizzare l’opera. Tuttavia, questo diritto ha un massimo di protezione di 75 anni ed è per tale motivo che la Disney ha dovuto dire addio dopo quasi un secolo a Topolino che dal 1 gennaio 2024 è diventato di dominio pubblico.

Cosa dice chi è favorevole alle storie rivisitate?

Rivisitare i classici sotto una prospettiva politicamente corretta può:

  • preservarli e renderli più adatte ai valori e alle sensibilità contemporanee;
  • favorire l’inclusività e una rappresentazione più equa;
  • servire come strumento educativo promuovendo valori come l’uguaglianza, il rispetto e la consapevolezza sociale.

Cosa dice chi è contrario a rivisitare i classici?

La riscrittura dei classici sotto una prospettiva politicamente corretta può:

  • rischiare di far perdere autenticità alle storie;
  • incorrere nel revisionismo storico;
  • limitare la libertà creativa degli artisti.

Si cerca di trovare equilibrio tra adesione alla tradizione e adattamento alle esigenze creative: non vi è un’unica risposta, bensì vi sono numerose risposte variegate. Da una parte c’è chi considera normale rivisitare i classici perché alcuni cambiamenti aiutano a preservare le storie nel tempo, dall’altra c’è chi pensa che i classici debbano rimanere invariati, e gli sforzi per l’inclusione debbano essere fatti sulla creazione di nuovi contenuti piuttosto che sulla modifica di personaggi amati.

Dunque, la domanda che bisogna farsi è la seguente: è possibile rivisitare i classici preservando la creatività?

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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