Spaced Repetition: cos’è e come può aiutare lo studio

Spaced repetition: cosa è e come può aiutare lo studio

Hai mai passato ore sui libri, ripetendo a memoria concetti, solo per scoprire che dopo pochi giorni ti restavano in mente solo frammenti confusi? È una sensazione demoralizzante, eppure purtroppo comune: il cervello umano è progettato per dimenticare rapidamente le nuove informazioni, se non le “rinfreschiamo” al momento giusto. Ecco perché la spaced repetition, o ripetizione dilazionata, è considerata da molti un vero e proprio game‑changer nello studio.

Il concetto della spaced repetition

Immagina di apprendere una nuova parola in giapponese. Se non la ripassi mai, c’è il rischio che tra tre o cinque giorni non ti ricorderai più cosa significhi, anche se ieri la conoscevi perfettamente. La spaced repetition sfrutta proprio questo meccanismo naturale di “curva dell’oblio”: ti suggerisce di rivedere la parola poco prima che stia per sfuggire dalla memoria. Ripetendo la parola in quei momenti chiave, rafforzi i circuiti neurali, trasferendo l’informazione dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. E, anziché studiare continuamente tutto daccapo, ti concentri solo su ciò che stai per dimenticare. È un approccio efficiente perché massimizza il rendimento di ogni minuto di ripasso.

Ok, ma come si usa?

Nella pratica, molti studenti usano strumenti digitali come Anki, Quizlet o Memrise. Voi create delle flashcard digitali con domande da un lato e risposte dall’altro, e l’app calcola quando ripresentarti ogni scheda: se rispondi correttamente, l’intervallo si allunga; se sbagli, ritorna subito. Queste app sono vere e proprie pietre miliari della spaced repetition, utilissime per qualunque studente.

E se non mi va di usare un’app?

Non serve un’app per iniziare: puoi prepararti un piccolo mazzo di carte cartacee, tenendolo sulla scrivania e pianificando in anticipo i giorni di ripasso: 1 giorno dopo l’apprendimento, 3 giorni, 7 giorni, 14 giorni e così via. Con una ventina (o più) di minuti al giorno, vedrai che le informazioni si fissano con una facilità sorprendente. Funziona anche con la ripetizione orale: molti studenti ripetono così per gli esami, iniziando quindi il ripasso con due settimane di anticipo.

La flessibilità della tecnica

Questa tecnica non è riservata agli studenti di lingua: la ripetizione dilazionata funziona per qualsiasi tipo di contenuto che richieda memorizzazione. Studenti di medicina che devono imparare centinaia di termini anatomici, aspiranti avvocati alle prese con articoli di legge, professionisti che devono memorizzare procedure tecniche: tutti possono trarne beneficio. E non è solo una questione di “fissare” nozioni meccanicamente: il fatto di sapere che l’informazione ti tornerà presentata al momento giusto rende lo studio meno stressante e più motivante, una cosa che, in quest’epoca in cui tutto corre veloce, è molto importante.

Va detto, però, che la spaced repetition è una strategia, non una bacchetta magica. Serve costanza e buona organizzazione: preparare le flashcard mentre studi, dedicare qualche minuto ogni giorno ai ripassi e rivedere periodicamente la propria collezione. È inutile creare centinaia di schede in un’unica sessione e poi abbandonarle: l’efficacia sta nell’essere regolari, anche se per pochi minuti al giorno. Potrebbe anche non funzionare per te: alla fine è solo un altro metodo di studio. Insomma, si deve comunque studiare!

La ripetizione dilazionata è un alleato formidabile per chi voglia studiare meno e ricordare di più, il sogno di tutti noi.

Meno studio, meno ore, più efficacia. Perché non provarci?

Fonte immagine: Wikipedia

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