La storia giapponese è costellata di figure eroiche che, perseguendo i propri ideali, hanno compiuto numerose gesta, lasciando il segno nella cultura del Paese del Sol Levante. Solitamente, si racconta di uomini valorosi e temerari, famosissimi samurai, come Minamoto no Yoshitsune, Miyamoto Musashi, Sanada Yukimura… ma in realtà ci sono state anche donne guerriere, che hanno impugnato le armi e si sono battute per difendere la propria terra, i propri cari, molto spesso al fianco dei signori per cui lavoravano. Le storie di queste figure femminili sono circondate da un velo di mistero, in quanto le fonti storiche al riguardo non sono molte e le informazioni che abbiamo sono tratte per lo più da leggende e racconti. Tuttavia, conosciamo i nomi di alcune di queste donne e tra di loro colei che si è distinta particolarmente è sicuramente la guerriera Tomoe Gozen.
Chi erano le onna-bugeisha: le nobili artiste marziali del Sol Levante
Tomoe Gozen era una onna-bugeisha (o onnamusha), l’unica descritta nella letteratura tradizionale ufficiale. Ma chi erano le onna-bugeisha? Traducibile letteralmente come artista marziale femminile, il termine è stato utilizzato per indicare le donne guerriere della nobiltà giapponese. Esse erano addestrate alle armi, imparando le tecniche di combattimento e soprattutto l’utilizzo della naginata. In questo modo, le onna-bugeisha potevano essere di supporto nel momento di un attacco e ci sono stati casi, come quello di Tomoe Gozen, in cui hanno anche sono state esse stesse a segnare le sorti della battaglia.
Tomoe Gozen: origini e descrizione della guerriera nello Heike Monogatari
Ella nacque intorno al 1157, in un periodo tumultuoso della storia giapponese: si stava infatti combattendo la guerra Hogen, un conflitto civile sorto da una disputa per la successione imperiale. Lo Heike Monogatari (Storia dei Taira), una delle opere più importanti della letteratura giapponese, descrive Tomoe Gozen come una giovane particolarmente bella, con la pelle bianca, i capelli neri e i lineamenti affascinanti. Vengono anche elogiate le sue doti da condottiera e combattente molto abile: si dice sapesse cavalcare lungo i terreni più pericolosi, che indossasse una grande armatura, portando con sé un enorme arco e una spada. Dal punto di vista storico, però, non sappiamo molto su di lei: l’appellativo “Gozen” è un titolo onorifico che veniva attribuito alle donne di alto rango.
Le imprese di Tomoe Gozen al servizio di Minamoto no Yoshinaka
Le sue vicende sono legate alla figura del generale Minamoto no Yoshinaka. Egli faceva parte di uno dei due clan contrapposti in quella che è passata alla storia come guerra Genpei, che vedeva i Minamoto in lotta contro il casato dei Taira. In questo contesto, Tomoe Gozen è oggetto di diversi racconti, più o meno leggendari, sul suo rapporto con Yoshinaka: c’è chi dice che fosse sua servitrice, o concubina, ma soprattutto si narrava che lo seguisse sempre sul campo di battaglia. Lui la mandava in prima linea e da sola era in grado di abbattere un ingente numero di soldati. Ricordiamo, ad esempio, la battaglia di Tonamiyama nel 1183, quando ella guidò più di 1000 uomini, vincendo. Ella diede infatti un grande contributo al raggiungimento della vittoria dei Minamoto, annientando i nemici in numerosi scontri.
La caduta di Yoshinaka
Tuttavia, sappiamo che dopo questi eventi lo stesso clan si divise, in quanto molti dei suoi membri desideravano salirne a capo. Vi era infatti Minamoto no Yoritomo che cercava di acquisire sempre più potere con l’aiuto di suo fratello minore, l’eroe Minamoto no Yoshitsune, fortissimo samurai. A un certo punto, Yoshinaka decise di giocare l’ultima carta che gli avrebbe permesso di soffiare la carica al cugino, ovvero occupare la capitale Heian-kyo (oggi Kyoto). Giunto nella città, se dapprima l’imperatore Goshirakawa si mostrò lieto dell’arrivo del guerriero, successivamente risultò chiara la sua posizione a sostegno di Yoritomo . Quest’ultimo, furibondo per la ribellione del cugino, mandò le sue truppe, capeggiate da Yoshitsune, a ucciderlo.
La battaglia di Awazu: l’ultimo scontro della valorosa onna-bugeisha
La battaglia decisiva fu quella di Awazu, l’odierna Ootsu, dove Yoshinaka fu definitivamente sconfitto, il 21 febbraio del 1184. Anche qui Tomoe Gozen si distinse per le sue doti combattive. Tuttavia, non sappiamo con certezza cosa le sia successo: alcune fonti dicono che l’uomo le avesse ordinato, nel momento più critico dello scontro, di retrocedere e che quindi lei fosse scappata nella foresta e che non si fossero avute più sue notizie. Altre, invece, affermano che lei si batté fino alla fine, prendendo tempo per permettere a Yoshinaka di commettere seppuku, la forma di suicidio rituale dei samurai.
Le diverse leggende sul destino di Tomoe Gozen
In verità non si sa cosa sia successo a Tomoe Gozen dopo la battaglia di Awazu: c’è chi dice che sia stata ferita, ma sia riuscita a fuggire, oppure che si sia fatta monaca in onore del defunto signore, o ancora che si sia suicidata. Un’ulteriore versione dei fatti, narrata nel Genpei Jōsuiki (o Genpei seisuki), afferma che la guerriera sia stata presa come concubina dal guerriero Wada Yoshimori e dato alla luce l’eroe Asahina Yoshihide… ma queste restano tutte leggende.
L’eredità di Tomoe Gozen: una figura immortale nell’immaginario giapponese
Tomoe Gozenè rimasta nel corso dei secoli una figura molto apprezzata nell’immaginario collettivo giapponese. Il famoso autore di opere di teatro noo, Zeami Motokiyo, ha scritto un dramma su di lei, intitolato a suo nome. La guerriera è popolare ancora oggi nella cultura di massa ed è presente in diversi contesti, come nel videogioco Sekiro: Shadows Die Twice, o Ghost of Tsushima.
Fonte immagine: Wiki Commons