I Quartieri Spagnoli di Napoli sono un animato complesso di vicoli nel quartiere Montecalvario, che fiancheggiano la celebre Via Toledo. Costituiscono un labirinto di stradine cariche di storia e tradizione nel cuore della città. Un tempo considerati una realtà degradata e ostile al turismo, oggi sono uno dei punti di maggiore attrazione, simbolo di una Napoli autentica e vibrante.
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La nascita dei Quartieri Spagnoli: tra controllo militare e folklore
I Quartieri Spagnoli nacquero nel XVI secolo, durante il dominio spagnolo. La loro costruzione fu voluta nel 1536 dal viceré Don Pedro de Toledo per alloggiare le guarnigioni militari spagnole. La loro funzione era duplice: ospitare le truppe e controllare la popolazione napoletana per sedare eventuali rivolte. La presenza massiccia di soldati favorì la diffusione di criminalità e prostituzione, forgiando una cattiva fama che il quartiere si è trascinato per secoli.
Oggi, la geografia del luogo, con i suoi vicoli in pendenza, ha favorito una rinascita. I tradizionali “vasci” (i “bassi”), un tempo abitazioni umili, sono stati ristrutturati e trasformati in B&B, diventando molto richiesti sul mercato immobiliare. I negozi, le osterie e i bar rappresentano il cuore pulsante di un’area che ha trasformato il suo passato difficile in un punto di forza turistico, gestito oggi in sicurezza dal Comune di Napoli.
| Le tre anime dei Quartieri Spagnoli | Elementi caratteristici |
|---|---|
| Anima storica | Origini nel vicereame spagnolo, architettura dei palazzi, storie di controllo e ribellione |
| Anima popolare e folkloristica | I “vasci”, i panni stesi, le botteghe artigiane, i murales (Maradona, Tarantina), la figura del “femminiello” |
| Anima sacra e devozionale | Il santuario di Santa Maria Francesca, la sedia della fertilità, le edicole votive sparse nei vicoli |
Storie e tradizioni popolari
I Quartieri Spagnoli sono un luogo cosmopolita, un mix di antico e moderno, folklore, storia e arte. Queste strade, con i panni stesi, le piccole trattorie e i murales, incarnano uno stile di vita autenticamente napoletano.
La figura del “femminiello” nel folklore napoletano
Napoli ha sempre mantenuto un carattere di tolleranza. In questo contesto, la figura del “femminiello” ha storicamente trovato accoglienza. Sebbene oggi il termine sia talvolta usato in senso dispregiativo per indicare un omosessuale, le sue radici affondano nel folklore partenopeo, dove il femminiello è una figura quasi sacra, portatrice di fortuna. Per tradizione, è lui che estrae i numeri della Tombola Vajassa (irriverente) o a cui si fa tenere in braccio un neonato come buon auspicio. Un’icona dei Quartieri è Tarantina, che, abbandonata dalla famiglia, trovò rifugio a Napoli e fu “adottata” da una prostituta in un basso. A lei è dedicato il murales Tarantina Taran.
La sedia miracolosa di Santa Maria Francesca
Presso Vico tre Re a Toledo si trova il santuario di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, protettrice delle donne incinte e di quelle con difficoltà a concepire. Nata nei Quartieri Spagnoli nel 1715, Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo subì le violenze del padre ma trovò rifugio nella fede, entrando nell’ordine francescano. All’interno della sua casa-santuario è conservata la sedia della fertilità, dove la santa sedeva durante le sofferenze della Passione. Ancora oggi, migliaia di donne si recano in pellegrinaggio per sedersi su di essa, chiedendo la grazia della maternità. Alla santa è attribuito anche un potere profetico: avrebbe predetto la Rivoluzione Francese.
I Quartieri Spagnoli sono un luogo da vivere. Oltre alle attrazioni più famose come il Largo Maradona, offrono un’immersione in tradizioni antichissime e storie uniche.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 23/09/2025

