Il traffico dei cavallucci marini è un fenomeno sempre più diffuso e allarmante. In Cina, soprattutto, esistono negozi che vendono barattoli contenenti cavallucci marini essiccati, presentati come prodotti con presunti benefici per la salute.
Chi sono i cavallucci marini? Tra biologia e mitologia
Tutti li conoscono come cavallucci marini perché la loro testa ricorda quella di un piccolo cavallo, ma il vero nome di questi piccoli pesci d’acqua salata è ippocampi, o secondo la denominazione scientifica Hippocampus. Il termine deriva dal greco hippos (ἵππος), che significa “cavallo”, e kampos (κάμπος), che significa “mostro marino”.
Queste piccole creature marine sono state a lungo oggetto di narrazione in favole e storie mitologiche. Secondo la mitologia greca, l’ippocampo era una creatura leggendaria, metà cavallo e metà pesce, che aiutava Poseidone a trainare il suo carro negli abissi. Ancora oggi, sono considerati simbolo di potere e importanti portafortuna per i marinai.
Il traffico illegale per la medicina tradizionale e il mercato dei souvenir
Queste affascinanti creature, da anni, sono al centro di un grave traffico illegale. Vengono utilizzati nella medicina cinese come presunti potenti rimedi in grado di combattere l’impotenza maschile. Nonostante siano protetti dalla Convention on International Trade in Endangered Species (CITES), moltissimi negozi in Cina vendono in grandi quantità barattoli contenenti cavallucci marini con sostanze definite “miracolose”. Molti sostengono che sia un Viagra naturale. Thailandia, Vietnam, India e Brasile sono tra i maggiori esportatori. Ogni anno sono milioni i cavallucci pescati per questi scopi e non solo. In Italia e in altri paesi, questa specie, in seguito a tecniche di conservazione, viene utilizzata anche come souvenir.
Il contrabbando: un fenomeno sommerso
Un fenomeno di cui si sa veramente poco è il contrabbando dei cavallucci marini essiccati. Sono stati rilevati episodi di contrabbando in circa sessanta paesi. Diversi contrabbandieri sono stati scoperti negli aeroporti mentre trasportavano, nei propri bagagli, grandi quantità di ippocampi essiccati. Ogni singolo cavalluccio può valere circa 5 dollari sul mercato nero.
Gli strumenti per combattere il traffico: registri e organizzazioni
I registri che raccolgono dati e analisi sui cavallucci marini sono un elemento cruciale per combattere questo traffico illegale. È un problema grave e complesso, ma la diffusione di informazioni può sensibilizzare l’opinione pubblica e portare alla nascita di iniziative di conservazione. I dati sul traffico e sullo stato di conservazione dei cavallucci marini si possono analizzare attraverso varie fonti ufficiali:
- La Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES), che regola il commercio internazionale di queste specie.
- L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che pubblica rapporti e dati sulla conservazione delle specie, inclusi gli ippocampi.
- Progetti di conservazione come Hippo-DEC e Save Little Big Seahorse, che mirano a valutare e proteggere le popolazioni.
- Piattaforme di citizen science come iNaturalist, che consentono ai cittadini di contribuire con dati sugli avvistamenti.
- Organizzazioni ambientaliste come l’Oceanogràfic di Valencia e ONG come Oceánidas.
Un fenomeno da contrastare prima che sia troppo tardi
I cavallucci marini, come tutti gli animali vittime di traffici illegali, andrebbero protetti e non sfruttati per compiacere l’uomo. Oltre ad essere creature molto affascinanti, sono anche fondamentali per gli ecosistemi marini e il loro sfruttamento li sta mettendo a serio rischio d’estinzione.
Fonte immagine: freepik