Storia dell’agopuntura: un’antica pratica medicinale cinese

Storia dell’agopuntura: un’antica pratica medicinale cinese

La storia dell’agopuntura è molto antica, da ricercare nelle origini della civiltà cinese stessa.

I primi ritrovamenti, infatti, sono collocabili intorno al 2000 a.C. in cui sono rinvenuti degli aghi di pietra, di cui si trova testimonianza anche negli antichi testi di medicina cinese. Da allora l’agopuntura è sempre stata oggetto di tanti cambiamenti ed evoluzioni, giungendo fino ai giorni nostri così come la conosciamo.

Tappe della storia dell’agopuntura

Successivamente all’utilizzo dei cosiddetti aghi Bian, ovvero delle pietre affilate, sono stati utilizzati anche altri materiali come bambù, osso o bronzo, e nel giro di poco tempo divennero diffusi degli aghi molto sottili realizzati in metallo. La storia dell’agopuntura va a rafforzarsi durante il periodo degli Stati Combattenti (453 a.C. – 221 a.C.), in cui fu istituito un testo che è da considerarsi come il più importante dei classici sulla medicina: parliamo del Huangdi Neijing, “Classico della Medicina Interna dell’Imperatore Giallo”. Questo testo è composto da 18 libri, divisi in due parti, ed è composto dall’insieme dei princìpi della medicina cinese, in particolare dell’agopuntura, che ancora oggi vengono seguiti dalle scuole che tramandano questa tecnica antica.

Nuovi riscontri li ritroviamo più avanti con la dinastia Song (960 d.C. – 1279 d.C.) quando venne scritto un nuovo testo, questa volta di natura più pragmatica, che mostrava dei passaggi salienti dell’agopuntura tra cui:

  • individuazione dei punti su cui lavorare;
  • profondità precisa dell’infissione;
  • il percorso dei meridiani (ovvero dei canali in cui vi scorre l’energia vitale chiamata Qi).

La storia dell’agopuntura va avanti sviluppandosi ulteriormente con la dinastia Ming (1368 d.C. – 1644 d.C.), che definiamo come il periodo in cui questa tecnica incontra il suo apice; sappiamo che vennero redatti tanti commentari sui testi classici istituiti precedentemente sull’argomento; si svilupparono altre teorie a riguardo, come la presenza di punti importanti al di fuori dei meridiani e vennero anche pubblicati testi come il Zhenjin Dacheng, “Principi di Agopuntura”.

Il periodo dell’ultima dinastia cinese, i Qing: (1644 d.C. – 1911 d.C.), in particolare dal XVIII secolo, vede la decadenza di questa tecnica per i seguenti motivi: in primis, i maestri esperti presenti all’epoca non erano in grado di tramandare la conoscenza dell’agopuntura e, come ragione fondamentale, vediamo quanto l’azione dello scoprire anche limitate porzioni del corpo era ritenuto come un qualcosa di decadente e che violasse la sacralità corporale. Inoltre, un altro fattore determinante per l’arresto, anche se momentaneo, della storia dell’agopuntura è sicuramente legato alla forte presenza degli occidentali in quegli anni: essi, infatti, la ritenevano una pratica atroce e di tortura; venne poi abolita definitivamente nel 1922 dal partito nazionalista del Guomindang.

La reintroduzione dell’agopuntura in Cina

L’agopuntura, nonostante i divieti del governo, venne mantenuta nelle zone rurali e nei piccoli villaggi ma ufficialmente venne ripristinata solo dopo la fondazione della Repubblica Popolare nel 1949: con il presidente Mao verso gli anni ‘50 vennero riportati alla luce alcuni tratti essenziali della medicina tradizionale cinese.

Ad oggi la medicina occidentale e quella tradizionale cinese riescono a convivere pacificamente, o quasi: ancora molte persone sono scettiche sui benefici che essa può conferire, ma altrettante persone si sono avvicinate a questa sfera medica molto particolare.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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