L’umanità, dall’alba dei tempi, ha sempre guardato al cielo con una sorta di timore, ma anche con immensa meraviglia, ponendosi domande circa la sua creazione, la sua grandezza e il suo futuro. Inevitabilmente, queste domande ci hanno portato ad interrogarci anche su quale sarà il suo destino finale – arriva dunque in nostro aiuto l’astronomia moderna, che ci offre tre scenari principali per la fine dell’universo, ciascuna affascinante e particolare.
Come finirà l’universo? Le teorie
La Heat Death
La morte termica è senz’altro l’ipotesi più probabile e accreditata secondo gli attuali studi. In questo scenario l’universo continuerà ad espandersi ininterrottamente, diventando come risultato sempre più freddo. Nei prossimi trilioni di anni le stelle continueranno a bruciare il loro combustibile nucleare fino ad esaurirsi del tutto, e quelle più grandi e massicce diverranno supernove, mentre quelle più piccole diverranno nane bianche – dopo altri 100 trilioni di anni, nell’universo terminerà la fase stellare e l’unica cosa che ci sarà saranno i buchi neri. Stephen Hawking teorizzò che, anche se vivono a lungo, i buchi neri non vivono per sempre: questi oggetti emanano radiazioni ed evaporano per un tempo simile all’eternità. Alla fine di questi tempi quasi infiniti, l’universo raggiungerà una fase di entropia, dove tutta l’energia sarà stata consumata – questo stato, noto come morte termica, rappresenta la vita di qualsiasi cosa nello spazio abnorme universale.
Il Big Crunch
Questa fine dell’universo rappresenta l’opposto della teoria precedente, ovvero la morte termica. In questo specifico scenario, l’espansione dell’universo si arresterà poi invertendosi, portando ad una concentrazione generale che porterà ad una singolarità finale, creando un effetto che sarà sostanzialmente l’inverso del Big Bang che ha creato tutto il nostro Universo. Il processo di Big Crunch, per riscontrarsi, dovrà svolgersi in fasi diametralmente inverse a quelle dell’evoluzione cosmica: l’espansione dovrà rallentare gradualmente fino a fermarsi, dopodiché inizierebbe la contrazione, con galassie, stelle e tutti corpi celesti che si avvicinano man mano. Più l’universo si contrae, più dovrebbe alzarsi la temperatura interna, con stelle che si fondono tra di loro, pianeti che esplodono e materia che viene compressa in una singolarità di densità indefinita. Questa teoria prevede la visione di un universo sferico con una geometria chiusa – le osservazioni attuali ritengono lo scenario plausibile, ma improbabile, in quanto l’ipotesi più accreditata è quella che la geometria dell’universo sia quantomeno appiattita ed aperta.
Il Big Rip
Il Big Rip è senz’altro lo scenario che è più drammatico tra quelli presentati, in quanto, in questo scenario, l’energia oscura non rimarrebbe costante nel tempo, ma aumenterebbe, accelerando notevolmente l’espansione universale. Se la crescita dell’energia oscura fosse caratterizzata da un tasso superiore a quello che il nostro universo può sopportare, l’espansione accelererebbe così tanto da superare tutte le forze che tengono insieme la materia e il tessuto dello spazio. Questa fine dell’universo, stando alle stime, dovrà accadere tra circa 22 miliardi di anni; si stima inoltre che ad un miliardo di anni prima della fine, il sistema solare si slegherebbe in quanto l’espansione supererà l’attrazione gravitazionale del Sole, mentre 30 minuti prima del Big Rip la Terra verrebbe disintegrata, seguita 15 minuti dopo dalla nostra stessa stella. Anche questa ipotesi è poco accreditata in quanto gli studi prevedono che l’energia oscura crescerebbe in modo costante ed uniforme, non rappresentando per l’universo una minaccia.
In conclusione
Nonostante ora supponiamo e contempliamo quali siano le sorti della fine dell’universo in cui viviamo, ricordiamo che le nostre previsioni si basano – e sono limitate – in rapporto alla conoscenza attuale in fisica e cosmologia. Prevediamo in futuro scoperte rivoluzionarie che saranno in grado di cambiare le nostre idee in modo radicale in merito ai modi in cui finirà tutto. Tra i tre scenari principali, ad ora il più credibile è il primo presentato, ovvero la Heat Death, morte termica, supportata dalle osservazioni dell’espansione accelerata e il tasso di crescita di materia oscura, entrambe cose che, almeno al momento, non ci danno ragione di preoccuparci.
Fonte immagine: Wikipedia (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c2/Lambda-Cold_Dark_Matter%2C_Accelerated_Expansion_of_the_Universe%2C_Big_Bang-Inflation.jpg)