Perle Akoya: la differenza tra la coltivazione giapponese e cinese

Le perle Akoya: la differenza tra le perle cinesi e quelle giapponesi

Dallo scorso secolo il mondo delle perle ha subito una radicale evoluzione: l’introduzione della “coltivazione della perla” ha trasformato questo settore in una vera e propria industria perlifera. Un frutto di questa coltivazione sono le perle Akoya, ossia perle nucleate d’acqua salata, coltivate storicamente nei mari del Giappone. Negli ultimi decenni la loro produzione si è ampiamente diffusa anche in Cina. Allora, cos’è che distingue le perle Akoya cinesi da quelle giapponesi?

Perle Akoya giapponesi vs cinesi: il confronto

Caratteristica Giappone Cina
Focus di Produzione Dimensioni maggiori (oltre 7 mm), altissima qualità, lustro superiore. Dimensioni piccole e medie (4-7 mm), produzione di massa, prezzi competitivi.
Ostrica utilizzata Pinctada fucata martensii (la stessa per entrambi)
Strategia Commerciale Brand di lusso, enfasi sulla tradizione e sulla perfezione. Prezzi accessibili, rapidità di commercializzazione, grandi volumi.
Percezione del Mercato Sinonimo di eccellenza e qualità superiore. Qualità in forte crescita, spesso indistinguibile da quella giapponese.

Dalle perle naturali alle perle di coltura: la storia

Questa evoluzione è partita dal Giappone, grazie al pioniere della coltivazione, Kokichi Mikimoto. Nel 1920, insieme ad altri collaboratori, riuscì a coltivare con successo la varietà di ostrica perlifera Pinctada fucata martensii. La perla naturale da quel momento fu quasi del tutto abbandonata, favorendo la nascita della prima industria mondiale di perle coltivate.

Il metodo di coltivazione delle perle Akoya consiste nell’innesto di un frammento di tessuto e di un nucleo sferico di madreperla nella gonade, l’organo riproduttivo dell’ostrica. I tempi di maturazione variano dagli 8 mesi ai 2 anni.

Il primato delle perle cinesi sul mercato

Per quasi un secolo, i giapponesi sono stati i leader della produzione di perle. Questo primato non è stato mantenuto: i produttori giapponesi sono stati affiancati e in parte superati dalla Cina. Quando i cinesi cominciarono a coltivare perle Akoya circa 40 anni fa, il successo non fu immediato. Fino al 1990 producevano grandi quantità di perle, ma di qualità inferiore rispetto a quelle giapponesi.

Oggi, quest’opinione è stata rivalutata: i cinesi hanno iniziato a prediligere la qualità rispetto alla quantità, utilizzando tempi di coltura più lunghi. Pertanto, la qualità delle perle Akoya cinesi è diventata così alta da equiparare le produzioni giapponesi, invadendo il mercato grazie a oculate strategie di marketing.

La differenza tra perle Akoya cinesi e giapponesi

Gli allevamenti installati sulle coste cinesi utilizzano gli stessi molluschi e praticano gli stessi processi di innesto degli allevamenti giapponesi; differiscono solo nello spirito di commercializzazione.

In particolare, i cinesi sono diventati esperti coltivatori di perle Akoya di piccolo diametro (da 4 mm a 7 mm), perché la coltivazione di perle più grandi richiederebbe più tempo e investimento. Ciò che rende prosperosa l’industria perlifera cinese è la produzione di perle di piccole e medie dimensioni, commercializzate rapidamente a prezzi convenienti. Al contrario, i giapponesi si focalizzano maggiormente sulla produzione di perle Akoya di dimensioni più elevate.

La verità è che entrambi i Paesi possono produrre perle Akoya di altissima qualità. Ciò che fa la differenza sono i prezzi: in Cina sono meno elevati, ma è difficile garantirne la qualità senza conoscenze affidabili.

Come si valuta la qualità di una perla Akoya?

Indipendentemente dalla provenienza, la qualità di una perla Akoya si valuta secondo criteri universali definiti da istituti come il GIA (Gemological Institute of America). I fattori principali sono:

  • Lustro: è il fattore più importante. Indica la capacità della perla di riflettere la luce. Un lustro eccellente produce riflessi nitidi e brillanti.
  • Forma: la forma perfettamente sferica è la più rara e preziosa.
  • Superficie: una superficie pulita, priva di imperfezioni come macchie o irregolarità, è più pregiata.
  • Spessore del nacre (madreperla): uno strato di nacre più spesso garantisce maggiore durabilità e un lustro migliore.

Altre informazioni e curiosità sulle perle Akoya

Come si può individuare la provenienza geografica?

Nessun tipo di indagine gemmologica può scientificamente determinare se una perla Akoya sia stata allevata in Giappone o in Cina; pertanto, è quasi impossibile stabilire l’origine esatta delle perle in una collana. L’industria perlifera giapponese è il più grande importatore di perle Akoya cinesi: le acquista, le lavora e le rivende sul mercato con il marchio “made in Japan”.

Cosa sono le perle d’acqua dolce?

Le perle d’acqua dolce (o “Freshwater”) sono coltivate in laghi e fiumi, principalmente in Cina. A differenza delle Akoya, di solito non hanno un nucleo sferico inserito e un singolo mollusco può produrne decine contemporaneamente. Per questo motivo, sono generalmente meno costose e meno rotonde delle Akoya, anche se la loro qualità è notevolmente migliorata.

Quanto costa una collana di perle Akoya?

Il prezzo varia enormemente in base alla qualità e alla dimensione. Una collana di piccole perle Akoya di qualità commerciale può costare poche centinaia di euro, mentre una collana con perle grandi, perfettamente sferiche e dal lustro eccezionale può superare diverse migliaia di euro. La provenienza (giapponese o cinese) ha meno impatto sul prezzo rispetto ai fattori di qualità oggettivi.

Non bisogna farsi ingannare dalla provenienza geografica delle perle Akoya: alcuni dei gioielli più belli sono realizzati con perle di entrambi i Paesi. Il certificato di autenticità, fornito da un gemmologo, serve a garantire la qualità e la bellezza delle perle.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

Articolo aggiornato il: 29/08/2025

 

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