Grazie a numerosi studi scientifici si può affermare che la pet therapy funziona. Il termine fu coniato nel 1964 dallo psichiatra Boris M. Levinson, ma oggi si preferisce parlare di interventi assistiti con gli animali (IAA), come definito dalle linee guida del Ministero della Salute. Si tratta di co-terapie in cui la vicinanza di animali domestici (cani, gatti, conigli, asini e cavalli) a persone come anziani, bambini o pazienti con disabilità provoca effetti positivi tangibili.
Indice dei contenuti
Tipo di intervento (IAA) | Obiettivo e a chi si rivolge |
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Terapie assistite (TAA) | Intervento terapeutico finalizzato alla cura di disturbi specifici, rivolto a pazienti con patologie fisiche, neurologiche o psichiatriche. |
Educazione assistita (EAA) | Intervento educativo per promuovere lo sviluppo personale, l’apprendimento e l’integrazione sociale in bambini, adolescenti e persone con disabilità. |
Attività assistita (AAA) | Intervento ludico-ricreativo per migliorare la qualità della vita in contesti come case di riposo, ospedali e scuole, favorendo il benessere generale. |
5 motivi per cui la pet therapy funziona
La domanda che più viene posta è: ma la pet therapy funziona davvero? Grazie a numerosi studi, come quelli raccolti dal National Institutes of Health (NIH), possiamo rispondere di sì. Ecco 5 motivi provati:
- Riduzione di stress e ansia: il contatto con un animale induce una diminuzione dei livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) nel sangue. Misurazioni effettuate durante procedure mediche, come un prelievo su un bambino, hanno mostrato una regolarizzazione del battito cardiaco, una migliore ossigenazione e un abbassamento della pressione arteriosa.
- Aumento degli ormoni del benessere: l’interazione con l’animale stimola la produzione di ormoni che provocano emozioni positive, come le endorfine (antidolorifici naturali) e la dopamina (legata alla sensazione di piacere e gratificazione).
- Minore percezione del dolore: diversi studi hanno dimostrato che la presenza di un animale durante procedure mediche o in contesti di degenza riduce la percezione del dolore, specialmente in pazienti pediatrici (3-17 anni).
- Miglioramento dell’umore e della socialità: sul piano psicologico, l’animale funge da catalizzatore sociale. I pensieri negativi vengono sostituiti da un senso di rilassamento, l’umore migliora e, di conseguenza, anche il rapporto con gli altri. Nelle persone con disturbi dello spettro autistico, si è registrata una maggiore attenzione e una riduzione delle stereotipie comportamentali.
- Sviluppo di competenze personali e sociali: la relazione con l’animale insegna valori fondamentali come il rispetto, la responsabilità e la fiducia. Questo ha un impatto positivo sulla personalità, aumentando l’autostima e l’empatia.
Conclusione: un supporto valido e provato
Sulla base di queste ragioni, si può affermare con certezza che la pet therapy funziona. Gli interventi assistiti con gli animali, se condotti da professionisti e con animali idonei, rappresentano un supporto prezioso e scientificamente valido per migliorare la qualità della vita di molte persone.
Fonte immagine: Pixabay
Articolo aggiornato il: 11/09/2025