Arianna Zucchini – giovane tennista classe 2003 ed attualmente numero 566 della classifica WTA – si racconta a voi lettori di Eroica Fenice tra aneddoti, stile di gioco ed obiettivi futuri di classifica.
Tra inizi e obiettivi
Come hai iniziato a giocare a tennis? Lo hai fatto per seguire la passione di qualche tuo familiare?
Ho iniziato per mia sorella, che ha tre anni più di me e giocava nel paesino in Emilia Romagna dove siamo nate. Io andavo sempre a prenderla agli allenamenti con mio nonno ed arrivavamo 15/20 minuti prima che questi finissero. Così vedendo giocare lei e gli altri bambini ho iniziato a voler giocare anche io.
Cosa ti fa rendere particolarmente bene nel torneo di Monastir? Hai raggiunto ottimi risultati qui, senti un legame speciale con questo posto?
Non so dirti esattamente cosa mi faccia rendere tanto bene qua a Monastir, penso incida il fatto che ci sono venuta a giocare tanti tornei e ormai ho appurato la routine giusta per me. Inoltre le condizioni atmosferiche (tanto caldo e moltissima umidità) a me piacciono e mi fanno rendere bene mentre invece sono aspetti che possono infastidire le altre ragazze. Inoltre ha un peso anche la superficie, che è si un cemento ma di quelli lenti.

Attualmente sei la numero 566 della classifica WTA – ma in passato sei stata anche numero 513 – quale è l’obiettivo che vuoi provare a raggiungere da qui a fine anno? Ed invece nella prossima stagione?
Io ed il mio coach non diamo tanta importanza agli obiettivi di classifica ma più alle cose su cui stiamo lavorando, perché pensiamo che se le faccio bene poi i risultati siano una conseguenza. Al tempo stesso speriamo che entro la fine dell’anno starò intorno alla 400/350a posizione della classifica WTA. Per l’anno prossimo l’obiettivo è quello di provare ad entrare nelle qualificazioni dei tornei degli Slam e, dunque, devo cercare di arrivare intorno alla posizione numero 250.
C’è un torneo dei tuoi sogni a cui un giorno aspiri ad arrivare nel tabellone principale e magari farti strada più avanti?
Il torneo che più di tutti mi piacerebbe giocare a livello Slam è lo US OPEN. Sia perché mi piace la superficie dove si gareggia (cemento), sia per l’atmosfera che c’è in America che ha il suo fascino.
Qualità, lati da migliorare e le emozioni di Roma

E per quanto riguarda il lato tecnico invece che tipo di tennista sei? Quale è il tuo colpo migliore e quelli su cui – vuoi e puoi – migliorare?
Dal punto di vista tecnico sono una giocatrice a tutto campo, ovvero riesco a giocare bene sia in difesa che in costruzione sia anche a rete. Anche se nonostante sono abbastanza completa, la parte difensiva è la migliore, dunque, sto lavorando per alzare il livello anche nelle altre componenti del mio gioco. Il colpo più solido che ho è il rovescio, anche se poi in realtà muovo la palla e “faccio più male” usando il dritto. Infine durante i match – di tanto in tanto – mi piace fare una smorzata.
Nel corso della passata edizione del torneo di Roma hai ricevuto una wild-card per il tabellone principale dove hai giocato un match con Mboko – esplosa in tutta la sua potenza in estate fino ad arrivare quasi al numero 20 della classifica – eppure non sembravi così distante vedendo anche l’andamento del match: ti senti di poter ambire ad essere una top 100?
Ovviamente il mio obiettivo in futuro è quello di riuscire a scalare la classifica ed entrare nelle prime 100 migliori giocatrici, anche se il sogno può essere proprio quello di essere nelle migliori 20 della classifica WTA. Penso che – a differenza del tennis maschile – il tennis femminile è molto più mentale, emotivo e di conseguenza molto altalenante. Non c’è magari tantissima differenza a livello tennistico tra la numero 100 e la numero 300, il tutto sta nel trovare la giusta quadra per avere più continuità possibile senza farsi influenzare da fattori esterni e sensazioni interne durante i match.
E soprattutto giocare a Roma – il torneo di casa per eccellenza per i tennisti italiani – che emozioni ti ha dato?
Ho vinto il torneo di pre-qualificazioni a Roma, dunque, la federazione mi ha dato una wild-card per il tabellone principale ed è stata una grandissima emozione. Nei giorni tra il torneo di pre-qualificazioni ed il tabellone principale – oltre ad allenarmi e fare le mie cose – cercavo di godermi il più possibile l’atmosfera, vedere allenarsi più giocatori possibili e questo mi rendeva super entusiasta tanto che – come ha detto il mio allenatore – sembravo una bambina davanti ad un negozio di caramelle. La cosa più strana e particolare poi era che pranzavo accanto a tutti quei giocatori che solitamente vedo in tv come Sinner, Alcaraz, Musetti, Coco Gauss e Sabalenka ed è stata una bellissima esperienza da vivere.
Amicizie e modelli di Arianna Zucchini
C’è una tennista a cui ti ispiri? Un modello che segui?
Non c’è una tennista a cui mi ispiro in particolare, diciamo che tra tutte mi piace il modo di fare, la sicurezza che ha la Sabalenka. Da un punto di vista tennistico però mi ispiro molto ad un mix tra la Swiatek per la rapidità dei colpi e la Barty che diciamo è una giocatrice molto varia e sa fare molte cose in campo.
So della tua grande amicizia con un’altra giovane tennista – Jennifer Ruggeri – vi stimolate a vicenda? Come è nato il vostro legame?
Io e Jenny ci conosciamo da quando siamo piccole in quanto abbiamo la stessa età, però abbiamo iniziato a legare molto di più verso i 15/16 anni, quando lei è venuta a disputare la Serie A (campionato a squadre di primo livello organizzato dalla FITP) nel circolo dove giocavo io. Così sommando tutti i weekend del periodo di campionato, più i vari tornei insieme – in cui condividevamo anche la camera – il nostro rapporto si è rafforzato molto ed abbiamo sviluppato una bellissima amicizia che spesso ci porta a giocare anche in doppio insieme.
Grazie mille Arianna per averci concesso quest’intervista, noi di Eroica Fenice faremo il tifo per te durante il corso della tua carriera e ti facciamo un grande in bocca al lupo con la speranza tu possa arrivare ai risultati che auspichi.
Fonte immagini: fornite dall’intervistata