«Motorsport is dangerous» («Il motorsport è pericoloso»). Mai come nel weekend di Imola 1994 questo monito si è rivelato tragicamente vero. Nel 1950, alla nascita della Formula 1, le corse erano tutt’altro che sicure. Ma anche decenni dopo, quel fine settimana al Gran Premio di San Marino ha segnato una delle pagine più buie di questo sport. È passato alla storia come il weekend più nero della Formula 1, un evento che ha spezzato sogni e vite, ma che ha anche cambiato per sempre le corse automobilistiche.
Indice dei contenuti
Venerdì 29 aprile: l’incidente di Rubens Barrichello
Il terribile weekend di Imola 1994 inizia durante le prove libere, quando il giovane pilota brasiliano Rubens Barrichello esce di pista alla Variante Bassa a circa 225 km/h. La sua Jordan si schianta violentemente contro le barriere, decolla e atterra ribaltata. Barrichello viene estratto dall’abitacolo privo di sensi. Nonostante la brutalità dell’impatto, se la cava con la frattura del naso e una leggera amnesia. Il più preoccupato di tutti è il suo mentore, Ayrton Senna, che corre a fargli visita in ospedale. Sembra un miracolo, ma è solo l’inizio di un incubo.
Sabato 30 aprile: la morte di Roland Ratzenberger
Il giorno seguente, durante le qualifiche, la tragedia colpisce l’austriaco Roland Ratzenberger. A causa della rottura dell’ala anteriore, persa in un giro precedente, il pilota perde il controllo della sua Simtek-Ford e si schianta a oltre 314 km/h contro il muro della curva Villeneuve. L’impatto è devastante. Si capisce subito che la situazione è disperata. I soccorsi sono inutili: Roland perde la vita a 33 anni, nel suo anno d’esordio, alla sua terza gara in Formula 1.
Sull’Autodromo Enzo e Dino Ferrari cala un’atmosfera cupa. Ayrton Senna è sconvolto. Si fa accompagnare sul punto dell’incidente e parla con il medico Sid Watkins, che gli consiglia di non correre il giorno dopo. Parole che oggi suonano premonitrici. Senna chiede di annullare la gara, ma la richiesta viene respinta.
Roland Ratzenberger poco prima dell’incidente; fonte: Wikimedia Commons
Domenica 1° maggio: l’addio ad Ayrton Senna
Nonostante tutto, lo show continua. Ayrton decide di correre anche per Ratzenberger: si procura una bandiera austriaca da sventolare a fine gara. In partenza, un altro incidente: la Benetton di Lehto rimane ferma e viene tamponata da Lamy. I detriti volano sulle tribune, ferendo alcuni spettatori. La gara riprende dopo l’ingresso della Safety Car.
Alle 14:17, al settimo giro, alla curva del Tamburello, la Williams di Senna tira dritto. La causa è la rottura del piantone dello sterzo, modificato in fretta e furia quella stessa mattina. L’impatto contro il muro è tremendo. Un braccetto della sospensione anteriore destra si spezza, penetra la visiera del casco e sfonda la calotta cranica del pilota, causando lesioni cerebrali fatali. La testa di Ayrton è immobile. Viene trasportato in ospedale, dove muore poche ore dopo. La bandiera austriaca, intrisa di sangue, rimane nell’abitacolo.
Ayrton Senna qualche istante prima dell’impatto; fonte: Netflix, trailer ufficiale di Senna
La gara continua e viene vinta da Michael Schumacher, ma a nessuno importa. Il grande Ayrton Senna non c’è più. Il mondo è sotto shock. Ai suoi funerali, a San Paolo, milioni di persone piangono l’uomo e il campione. A trasportare la sua bara c’è anche Alain Prost, il suo più grande rivale, diventato amico.
Tabella riassuntiva del tragico weekend
Giorno e Ora | Evento |
---|---|
Venerdì 29 aprile, 13:15 | Rubens Barrichello ha un violento incidente alla Variante Bassa. Sopravvive. |
Sabato 30 aprile, 13:18 | Roland Ratzenberger si schianta alla curva Villeneuve a causa della rottura dell’ala. Muore. |
Domenica 1° maggio, 14:17 | Ayrton Senna esce di pista al Tamburello per la rottura dello sterzo. Muore poche ore dopo. |
L’eredità di Imola 1994: la rivoluzione della sicurezza
Le morti di Ratzenberger e Senna non sono state vane. Quel weekend ha costretto la Formula 1 a una drastica e necessaria rivoluzione della sicurezza. Tra le principali modifiche introdotte ci furono:
- Modifiche ai circuiti: le curve più pericolose, come il Tamburello a Imola, furono ridisegnate e rallentate con delle chicane.
- Standard per i caschi: i test di resistenza dei caschi furono resi molto più severi.
- Introduzione dell’HANS: negli anni successivi fu reso obbligatorio il sistema HANS (Head and Neck Support) per proteggere testa e collo.
- Crash test più rigorosi: le scocche delle vetture furono rinforzate per resistere a impatti sempre più violenti.
Il cuore di Ayrton si è fermato, ma la sua leggenda continua a vivere e a ispirare nuove generazioni. Il monumento eretto in suo onore vicino alla curva del Tamburello è meta di pellegrinaggio costante, segno che il ricordo del campione brasiliano è immortale.
Domande e dubbi frequenti
- Qual è stata la causa della morte di Ayrton Senna?
La causa ufficiale del decesso sono state le lesioni cerebrali irreversibili causate da un braccetto della sospensione che, staccatosi nell’impatto, ha perforato il casco e il cranio. - Perché la Williams di Senna è uscita di pista?
L’indagine ha stabilito che la causa più probabile fu la rottura del piantone dello sterzo, che era stato modificato e saldato in modo inadeguato su richiesta dello stesso Senna per migliorare il comfort di guida.
«E ho deciso, una notte di maggio
In una terra di sognatori
Ho deciso che toccava, forse, a me
E ho capito che Dio mi aveva dato
Il potere di far tornare indietro il mondo
Rimbalzando nella curva insieme a me
Mi ha detto “Chiudi gli occhi e riposa”».
Lucio Dalla, Ayrton
Fonte immagine di copertina: Wikimedia Commons
Articolo aggiornato il: 27/08/2025