Perché Wimbledon è il torneo più elegante (e curioso) del tennis

Perché Wimbledon è il torneo più elegante (e curioso) del tennis

Wimbledon è il torneo di tennis più antico e prestigioso, simbolo di tradizione e classe nello sport. Ogni estate Londra diventa il palcoscenico per un evento unico atteso da giocatori e appassionati: non è solo un torneo, ma un rito tradizionale che va avanti da quasi un secolo e mezzo. Insieme all’Open di Australia, a quello di Francia e a quello di New York, fa parte del cosiddetto Grande Slam, termine con cui si identifica la vittoria dei quattro grandi Major annuali. Wimbledon è l’unico torneo tra i Major ad aver mantenuto la grande tradizione dell’erba, la superficie su cui è nato il tennis. Grazie a regole ferree e dettagli inconfondibili, Wimbledon conserva un’estetica unica che rende il tennis uno sport ancora più raffinato e affascinante agli occhi degli spettatori.

Le origini e l’evoluzione di Wimbledon

La storia di Wimbledon parte nel lontano 1877, anno in cui si gioca all’All England Club il primo campionato, esclusivamente maschile e riservato a giocatori dilettanti. Alle prime edizioni non era concesso gareggiare ai giocatori professionisti: i partecipanti erano per lo più gentiluomini della classe alta inglese che si divertivano a testare le proprie abilità tennistiche. Il torneo si apre anche alle donne nel 1884 e poco prima della Prima Guerra Mondiale anche al doppio femminile e al doppio misto. Wimbledon fu costretto a chiudere i battenti per diversi anni durante le due guerre: nel caso della Seconda Guerra Mondiale l’impianto del torneo venne utilizzato dall’esercito e una bomba tedesca danneggiò il Campo Centrale distruggendone una parte. Intorno agli anni ’50 si affermavano sempre più tennisti professionisti, che chiedevano a tornei come Wimbledon di aprire anche a loro. Gli organizzatori si rifiutarono di eliminare la divisione fino al 1968: quest’anno segna l’inizio dell’Era Open (anche detta “nascita del tennis moderno“) quando tutti i tornei Slam aprirono le porte anche ai professionisti.

Il torneo delle tradizioni

Wimbledon è noto a tutti per essere un torneo con molte regole da rispettare, a partire dal rigoroso codice d’abbigliamento che impone a tutti i giocatori di indossare abiti bianchi. Questa regola risale all’Ottocento, quando si pensava che il bianco fosse un colore fine ed elegante perché non lasciava intravedere troppe macchie di sudore. Questo dress code tocca anche gli spettatori, a cui è richiesto di indossare abiti eleganti: giacca e cravatta per gli uomini e abito per le donne. Ogni dettaglio delle divise dev’essere bianco: dalle fasce ai polsini, dalle scarpe all’intimo. Nel 2013 Roger Federer indossò un paio di scarpe Nike con una suola arancione molto vistosa e gli fu chiesto di cambiarle per i turni successivi. Oggi il dress code è un po’ più flessibile e permette alle tenniste di utilizzare un intimo scuro per agevolarle durante il ciclo mestruale. Sempre per mantenere un’estetica pulita e classica, Wimbledon non permette di esporre nessuna pubblicità non legata allo sport sui campi da gioco. Per questo motivo, ha fatto scalpore quando Jannik Sinner nel 2023 si è presentato sul campo con un borsone Gucci: per la prima volta in 146 anni del torneo, Wimbledon ha concesso a un giocatore di portare in campo un brand non sportivo.

Fuori dal campo, invece, esiste una grande tradizione gastronomica: ogni anno durante Wimbledon vengono consumate circa 30 tonnellate di fragole. La tradizione della coppa di fragole con panna va avanti dal XIX secolo: la storia racconta che sin dalla primissima edizione gli spettatori guardavano le partite gustandosi questo fresco snack. Per celebrare ancora di più questo cibo iconico, Wimbledon ha anche realizzato un mini-documentario chiamato The Perfect Strawberry che racconta la storia del frutto più celebre del tennis.

Altre curiosità che (forse) non conoscete su Wimbledon

Tra le figure leggendarie di Wimbledon ci sono i raccattapalle, detti anche Ball Boys, che sono diversi da quelli degli altri tornei: vengono selezionati attraverso enti di beneficenza o da scuole locali e seguono un corso d’addestramento di sei mesi. Come da tradizione, dopo le finali, un membro della famiglia reale esegue una vera e propria passerella, salutando uno per uno tutti i raccattapalle. Non è un segreto che la famiglia reale abbia un Royal Box negli spalti con 74 posti esclusivi: questo perché Giorgio V (nonno della regina Elisabetta) era socio dell’All England Club più di un secolo fa. Ciò che è curioso, però, è che sebbene Carlo, William e Kate abbiano quasi sempre presenziato, la regina Elisabetta è apparsa solo quattro volte.

Fino al 2019, durante le partite, le giocatrici venivano annunciate con il prefisso Miss o Mrs a seconda del loro stato civile (per gli uomini il Mr era usato solo per i giocatori dilettanti). In passato questa regola ha creato molta confusione, soprattutto per le tenniste che acquisivano il cognome dei mariti. Come nel caso della tennista americana Chris Evert, che nel periodo in cui era sposata con il tennista inglese John Lloyd veniva, appunto, chiamata Mrs Lloyd. Il torneo di Wimbledon è stato per anni al centro delle polemiche per questa tradizione retrograda, fino a quando, pochi anni fa, ha deciso di aggiornarsi in nome dell’uguaglianza e per stare al passo con la società. Qualche mese prima dello stesso anno, anche il Roland Garros aveva preso la stessa decisione, eliminando gli appellativi Madame e Mademoiselle utilizzati per indicare lo stato civile. Oggi Mr e Mrs vengono utilizzati dai giudici di sedia soltanto per annunciare penalità o per richieste da parte dei giocatori di visionare l’occhio di falco (il VAR del tennis).

L’erba di Wimbledon è tenuta con una cura maniacale: durante l’anno se ne occupano quindici giardinieri che durante le due settimane del torneo diventano ventotto. Il manto erboso viene tagliato rigorosamente all’altezza di 8 millimetri. Dal 1999 sui campi di Wimbledon vola il falco Rufus, un animale domestico addestrato per allontanare i piccioni e che entra in azione ogni mattina fino all’orario di apertura dei cancelli. Rufus è decisamente tra i falchi più famosi del mondo, con tanto di account sui social. Questa grande attenzione è anche dovuta al clima piovoso, caratteristico del torneo: dal 1922 Wimbledon non è stato interrotto per pioggia in sole sette edizioni. Nel 2009, infatti, è stato costruito un tetto retrattile sul Campo Centrale e successivamente nel 2019 anche sul Campo 1.

Nel 2020 Wimbledon è stato l’unico Slam a non essersi svolto a causa della pandemia di COVID-19. L’Open di Australia si tenne normalmente a gennaio, quello di Francia venne spostato a settembre e quello di New York si svolse nelle solite date. Gli orologi Rolex di Wimbledon, invece, erano fermi al 2019, così come il tabellone dei vincitori che nel 2021 riportava ancora Novak Djokovic e Simona Halep. Inizialmente non era chiara la motivazione per cui gli organizzatori decisero di saltare completamente l’edizione. Dopo qualche tempo, il Daily Mail scoprì che Wimbledon era l’unico evento sportivo al mondo ad avere una polizza assicurativa in caso di un’emergenza epidemica. Infatti, nel corso degli anni, gli organizzatori avevano aggiornato le clausole per ogni evenienza: lutto nazionale, attentato terroristico, la morte della Regina Elisabetta e anche un’epidemia. Questa è un’ulteriore dimostrazione dell’estrema attenzione riservata ad ogni dettaglio del torneo di tennis più antico al mondo.

Fonte immagine: Wikimedia Commons (Chris Eason)

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