Dal 6 al 9 febbraio è in scena al teatro TRAM “Ad occhi chiusi”, scritto e diretto da Luca Pizzurro, in cui Andrea Fiorillo veste i panni di un inquietante criminale.
L’allestimento della piccola sala ospitata da un antico palazzo di Port’Alba immerge subito i suoi ospiti nella penombra, filo conduttore di tutto lo spettacolo.
La storia alterna luci ed ombre, quelle delle sfumature della vita di Bruno, un siciliano che rimpiange il cielo della sua terra da quando si è trasferito a Roma.
Il protagonista, nonché l’unico attore, ci accoglie in pantofole, a casa sua, mentre sorseggia il caffè, svolgendo i rituali mattutini comuni a tutti noi. Poi legge un libro, lavora alle sue fotografie, racconta della sua famiglia, del trasferimento e degli abbondanti pranzi romani della domenica.
Da subito presenta sé stesso rivolgendosi al pubblico, come guardandosi allo specchio, cercandosi negli occhi dei suoi spettatori. Così, ci trasporta all’interno della sua mente, tirandoci sempre più a fondo.
Parla di un punto di non ritorno, di un confine che, una volta oltrepassato, ti segna per sempre. E ce lo fa vivere tutto, quel momento, perché il suo racconto diventa reale, e Bruno compie nuovamente le sue azioni. È pervaso completamente. Si mette a nudo e svela i suoi segreti: la sua passione irrefrenabile, la sua perversione, l’amore incontinente, prodotti di una repressione mentale che porta alla degenerazione.
La vita si svolge “ad occhi chiusi”, in maniera distorta e spaventosa.
Quell’uomo comune è in realtà un carnefice che, in questo modo, ci rende testimoni brutali e spettatori inermi e ci offre un punto di vista destabilizzante, che ci tocca nel profondo, come chiunque abbia realmente vissuto un’esperienza del genere.
Lo spettacolo è stato ripresentato dieci anni dopo il suo debutto, a testimoniare la sua contemporaneità e la sua necessità di far luce, di urlare e denunciare l’incomprensibilità della violenza.
“AD OCCHI CHIUSI risponde perfettamente alla necessità che ho quando scrivo, di trovare una storia che sento il bisogno di raccontare – spiega Luca Pizzurro – e la storia di Bruno, protagonista del mio spettacolo, si riesce a raccontare soltanto se ti abita dentro, o perché l’hai vissuta o perché l’hai conosciuta. Ciò su cui mi sono interrogato in occasione di questo nuovo allestimento è perché ritornare tra le pagine di quel copione dopo dieci anni dal suo debutto. E la risposta è stata semplicemente tragica, perché è una storia, ancora oggi, terribilmente attuale. Una storia ruvida da toccare, difficile da guardare, e che non può lasciare indifferente”.
E non lascia indifferente soprattutto l’interpretazione di Andrea Fiorillo, completamente immerso, frustrato dai limiti del suo personaggio, rassicurato dalla sua facciata apparente, che soffre e suda tutte le pene del suo ruolo, con un’interpretazione emozionante, da pelle d’oca.
“Ad occhi chiusi”, così, concede di superare il confine e permette a noi, dopo esserci immersi nell’oscurità, di guardare alla luce con occhi diversi.
Sergio Siano PH.