I parenti terribili di Cocteau al Bellini | Recensione

I parenti terribili

Debutta al Teatro Bellini lo spettacolo I parenti terribili, crudele commedia di Jean Cocteau nel riadattamento di Filippo Dini; lo spettacolo sarà in scena dal 25 gennaio al 02 febbraio e vede coinvolti, oltre al regista Dini, gli attori Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Giulia Briata e Cosimo Grilli alle prese con i drammi e le contraddizioni della spietata e disfunzionale famiglia raccontata da Cocteau nel 1938.

La disfunzionale famiglia borghese di Cocteau

Con I parenti terribili Cocteau compie un prodigio di narrazione, dipingendo con tratti precisi e spietati le contraddizioni, le manie e  le emozioni più recondite di una disfunzionale famiglia borghese degli anni ’30. Su una scena articolata tra due soli ambienti domestici, nella cui staticità si legge la volontà di tenere i personaggi bloccati senza possibilità di una reale maturazione, la penna di Cocteau delinea i tratti di 5 personaggi le cui vicende si intrecciano in un turbinio di torbide emozioni e relazioni completamente disfunzionali.

I parenti terribili: la trama

La prima scena rappresenta il nido familiare dove una madre, incapace di accettare la crescita e il naturale distaccamento di un figlio ormai adulto, si strugge nella dolorosa attesa del suo ritorno dopo una notte trascorsa lontano da casa. In questo primo colpo d’occhio sul carrozzone familiare si percepisce subito la dimensione del disagio in cui vivono i protagonisti della storia; Yvonne è una madre che ha completamente identificato la sua identità di donna a quella di madre, declinando la sua relazione genitoriale con il figlio Michel in un rapporto morboso e totalizzante in cui i confini tra i ruoli sono inesorabilmente sfumati e confusi. Dal suo canto Michel è un figlio incapace di agire nel mondo come una persona adulta e totalmente soggiogato alla necessità di una dipendenza emotiva da una figura femminile che lo protegga e lo accudisca. 

Sullo sfondo di questa relazione confusa e turbolenta, si muovono due personaggi coinvolti in dinamiche altrettanto oscure e torbide. Georges, marito di Yvonne e padre di Michel, è un padre e marito evanescente, un uomo che ha completamente rinunciato al suo ruolo di pater familias  riversando tutte le sue frustrazioni e i suoi desideri di rivalsa nella spasmodica ricerca di impossibili inutili invenzioni. Léonie è la zia, sorella di Yvonne, che agisce apparentemente animata da intenti positivi come protettrice del nucleo familiare; il suo è in realtà un intento di manipolazione che, ben lungi dall’avere l’interesse di emancipazione e crescita dei suoi familiari, mira esclusivamente ad un narcisistico desiderio di controllo ordinato delle dinamiche familiari.

La seconda scena  si apre sulla casa di Madeleine, giovane fidanzata di Michel e allo stesso tempo amante segreta di Georges. Il contrasto tra le due dimensioni casalinghe è subito reso lampante dalla scelta delle due stanze in cui si svolgono le azioni, una disordinata camera da letto per le vicende di Yvonne, un ordinato soggiorno per la nuova storia d’amore di Michel e Madeleine. Ma il tentativo di dare ordine al caos delle tensioni emotive che legano i Partenti Terribili esplode in un susseguirsi di intrecci e situazioni tragicamente assurde e comiche, un crescendo di emozioni distorte, rancori e recriminazioni, di cui Madeleine è catalizzatrice piuttosto che mediatrici. 

La trilogia della donna contemporanea di Filippo Dini

Con I parenti terribili Filippo Dini conclude idealmente una trilogia non dichiarata sul ruolo della donna contemporanea all’interno del nucleo familiare. Come con Casa di bambola e ancor prima con Agosto a Osage County, con il testo di Cocteau Dini conclude il suo viaggio attraverso le molteplici sfumature che una donna può assumere nelle dinamiche familiare. La donna-moglie di Casa di bambola, la donna-figlia di Agosto a Osage County e ancora la donna-madre de I parenti terribili sono tutte le sfumature che la donna può interpretare nella surreale commedia della vita familiare e tutte insieme contribuiscono a delineare i contorni di una figura che tende verso un’inesorabile e necessaria metamorfosi. 

di Jean Cocteau

traduzione Monica Capuani

regia Filippo Dini

con Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Filippo Dini, Giulia Briata, Cosimo Grilli

scene Maria Spazzi
costumi Katarina Vukcevic
luci Pasquale Mari
musiche Massimo Cordovani

assistente alla regia Alma Poli
assistente scene Chiara Modolo
assistente volontario Gennaro Madonna

direttore di scena Federico Paolo Rossi
macchinista Matteo Cicogna (nel 2024), Nicola Baldini (nel 2025)
elettricista Gianluca Quaglio
fonico Andrea Lambertucci
sarto Gabriele Coletti
foto e video Serena Pea
amministratrice di compagnia Federica Furlanis

produzione TSV – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano

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A proposito di Rossella Siano

Napoletana di nascita e per vocazione. Appassionata di letteratura e scrittura nonostante la scelta di una professione molto poco poetica. Provo ad aggiungere poesia attraverso la condivisione di pensieri ed emozioni in queste pagine.

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