Quest’anno il festival “Racconti per ricominciare”, promosso da Vesuvioteatro, si è arricchito di una nuova e significativa iniziativa: Indicativo Futuro. Nata in collaborazione con la prestigiosa rivista Hystrio, questa sezione è interamente dedicata a valorizzare gli artisti emergenti della drammaturgia italiana.
Il festival, che si è tenuto dal 23 maggio all’8 giugno 2025, ha animato diverse location campane, trovando il suo cuore pulsante a Portici.
Indicativo Futuro si è concentrata su monologhi originali in italiano, scritti da autori di età compresa tra i 18 e i 25 anni e selezionati tramite un’open call. L’obiettivo è stato duplice: da un lato, offrire ai giovani drammaturghi uno spazio di confronto reale e professionale; dall’altro, nutrire la scena contemporanea con penne fresche, audaci e connesse con le tematiche del presente.
Non entrate in quella casa: i monologhi prendono vita
I quattro testi selezionati sono diventati l’anima di Non entrate in quella casa, uno spettacolo composto dai monologhi che hanno arricchito il cartellone di Racconti per Ricominciare.
I vincitori dell’open call, le cui opere hanno affascinato il pubblico, sono stati:
- Mattia Guzzi con Il mostro o un abbraccio che sembrava più un sequestro di persona
- Elisabetta Bracaglia Morante con Per fare un tavolo
- Antonio Nicita con Le imprevedibili verità di un cesso
- Gabriele Raspagliesi con Pane, brunch e mac&cheese
Lo spettacolo si è snodato attraverso quattro racconti intensi e surreali: una giovane donna analizza con il suo terapeuta una relazione che da normale si tinge di sfumature mostruose; un gruppo di amici cerca il senso della vita costruendo una biblioteca in un piccolo paese; un ragazzo innamorato affida le sue memorie più intime alla carta igienica, bloccato su un gabinetto per un tempo indefinito; e infine, un giovane “rapito” dal divano di casa lotta invano per ordinare del cibo che plachi la sua fame.
Sono quattro storie nate da menti giovani e vivaci, pronte a interrogare, scuotere e mostrare al pubblico ciò che, talvolta, si preferisce non vedere.
Dalla selezione al palcoscenico: un percorso di crescita
Alla base di questa opportunità c’è stato un attento processo di selezione, frutto di un lavoro condiviso con la redazione della rivista Hystrio. Fondamentale è stata la partecipazione di Alice Strazzi e di una giuria di giovani giornalisti teatrali, che hanno affiancato il comitato scientifico del festival, composto da Claudio Di Palma e Giulio Baffi.
Per i giovani autori, vedere i propri testi prendere vita sul palco è stata un’occasione preziosa di confronto diretto con interpreti, registi e il direttore artistico: un’opportunità unica di crescita e condivisione, a stretto contatto con le dinamiche vive del teatro.
Ma il percorso non si è concluso con gli applausi. Grazie alla partnership con Hystrio, l’iniziativa si è arricchita di una seconda, fondamentale tappa: un percorso di tutoraggio drammaturgico. Curato da Renato Gabrielli, il progetto ha accompagnato i quattro autori nello sviluppo dei loro monologhi, con l’obiettivo di trasformarli in veri e propri atti unici.
Dopo un anno di intenso lavoro creativo, i testi saranno oggetto di una nuova selezione per essere presentati in forma di lettura scenica nell’ambito dell’Hystrio Festival 2026. Si chiude così un ciclo completo, che trasforma una semplice opportunità in un’autentica esperienza professionale e un’idea embrionale in un’opera compiuta.