Io sono fuoco e aria | Progetto La Congiura ritorna a Galleria Toledo

Io sono fuoco e aria di Progetto La Congiura

Dal 13 al 15 maggio sul palco di Galleria Toledo va in scena una nuova produzione del Progetto La Congiura, tratta da Antonio e Cleopatra di William Shakespeare. Laura Angiulli, drammaturga e regista, realizza un’opera il cui tema centrale verte sull’equilibrio precario che si stabilisce tra le salde strutture di potere e il fragile terreno delle umane passioni, invertendone inaspettatamente l’importanza gerarchica nell’animo vulnerabile degli amanti.

Gli attori Paolo Aguzzi, Federica Aiello, Alessandra D’Elia, Luciano Dell’Aglio, Antonio Marfella, Bruno Tramice e Andrea Palladino interpretano la nota tragedia con un taglio innovativo. Tutti doppi, in perpetua oscillazione tra l’amaro riso e la disperazione, Antonio e Cleopatra da un lato, Enobarbo e Carmiana dall’altro, architettano minuziosamente un gioco di ruoli. Costretti a scegliere o la dedizione e il sacrificio o la resa e il godimento.

Antonio e Cleopatra ansimano e bruciano d’amore. Tra fuoco e aria infine preferiranno il fuoco, esalando insieme l’ultimo respiro

Il fuoco è presente non come elemento, ma come passione intima e primordiale, infantile e giocosa, sin dall’apertura del sipario. Antonio e Cleopatra giacciono insieme sul talamo, travolti dall’impeto amoroso. I due innamorati flirtano docilmente come adolescenti, ma sulle loro spalle grava il peso di grandi responsabilità: la sovranità e il bene dei loro rispettivi popoli.

Entrambi fragili ma estremamente potenti, si ribellano ai consueti costumi degli imperatori, da sempre figure esemplari di nobiltà d’animo e onore indiscusso. Il potere dell’idealismo è rappresentato e preservato dai personaggi stoici di Carmiana, Eros ed Enobarbo, pronti a sacrificare se stessi per amore della patria e della regalità.

Se per Antonio “i regni sono d’argilla”, per i suoi fedeli adepti e collaboratori, sono i sogni ad essere inconsistenti, preziosi ma frangibili. Così i due protagonisti, che hanno ampiamente goduto di fama, vittoria e ricchezze, ora hanno sete di sentimenti nuovi, sentono di dover assecondare gli istinti primari e bestiali intrinseci nell’umano mistero. Sono romantici che decidono di perseguire l’ideale dell’amore o l’amore ideale, sino alla presa di consapevolezza dell’inconciliabilità dei sentimenti con l’ordine stabilito. Il loro è un desiderio assecondato fino al punto di divenire illusione: quando l’ideale entra in collisione con la chimera dell’amore, il tragico esplode.

Cleopatra viene descritta in forma iperbolica da Enobarbo: è una donna che non può appassire, “le cose più vili acquistano grazia in lei”. Ella è fuoco e aria: con calore accoglie il viscerale, il sanguigno, con leggerezza e frivolezza di donna-bambina affronta i problemi di più grande portata. Ogni suo capriccio si trasforma in astuzia, il suo fascino diventa strategico, erige e disintegra. Ha il portamento fiero di regina, ma la sensibilità di umile serva, schiava del suo stesso cuore.

Antonio è un valoroso guerriero, abile e scaltro, invincibile come il fuoco. Anch’egli, però, è attratto dall’inconsistente, con labile bramosia di fanciullo. Fluttua nell’aria, si lascia trasportare dal vento d’amore. Si mostra deciso, ma facilmente cede alle tentazioni. Con pugno duro, impartisce ordini di cui poi si pente. Il grande comandante è, in realtà, un signore sottomesso. Figura ossimorica e beffa di se stesso.

L’instabilità raggiunge il suo culmine nella struttura vacillante del triunvirato di Antonio, Ottaviano e Lepido, minacciato da Sesto Pompeo. Dunque anche il potere come l’amore è fragile. Ogni costruzione cade, perché frutto del lavoro di un uomo. Muore il fermo ideale e svanisce anche l’illusione, perché ambedue vani. Resta il nulla: il patetico, il tragico. Di qui prende forma la rappresentazione del Progetto La Congiura che dall’originario triste dramma estrapola il sensibile, riuscendo anche a far sorridere.

Nello spettacolo di Laura Angiulli e del Progetto La Congiura, lo spessore della drammaturgia si coglie nella contraddizione. La grandiosità della messa in scena si esplica nel modo in cui i sentimenti e le idee più distanti sono tenuti insieme in un complesso intreccio al contempo serioso e ironico, avvolgente come il fuoco, lieve e fresco come l’aria.

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A proposito di Chiara Aloia

Chiara Aloia nasce a Formia nel 1999. Laureata in Lettere moderne presso l’Università Federico II di Napoli, è attualmente studentessa di Filologia moderna.

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