Il popolo Dogon: storia e cultura

Il popolo Dogon: storia e cultura

Il popolo Dogon si stanziò a partire dal XIII secolo in villaggi arroccati ai piedi della grande Falesia di Bandiagara, per sfuggire alla minaccia nemica e dall’espansionismo islamico. Oggi scopriremo insieme la sua storia e cultura.

La formazione rocciosa presso cui vive il popolo Dogon è situata lungo il confine tra il Mali e il Burkina Faso, a sud del fiume Niger e si estende per circa 200 chilometri.  I Dogon riuscirono infatti a scappare non solo al tentativo di conversione islamica ma anche dai colonialisti francesi riuscendo a preservare la loro religione che si basa su un sistema molto complesso di tradizioni orali dove la cosmogonia occupa un ruolo di primo piano.

Spiegare in cosa credono i Dogon può essere complesso perché si tratta di culti trasmessi dal capo villaggio, chiamato hogon che ha anche il compito di trasmettere le tradizioni e la sua conoscenza. Il popolo crede sostanzialmente nell’esistenza di un unico dio, di nome Amma che si è accoppiato con la terra, generando due gemelli anfibi ermafroditi, metà uomini e metà donne, che a loro volta generarono otto umani, quattro uomini e quattro donne, che sostanzialmente sono gli antenati dei Dogon.

Il popolo parla la lingua dogon, lingua grusi che appartiene al ceppo delle lingue semibantu e basano la loro vita sulla caccia, l’agricoltura e su piccoli commerci. Molto laboriosi, sono riusciti a creare, in un luogo inospitale, delle coltivazioni e addirittura delle piccole dighe per raccogliere l’acqua.

Usi, costumi e società Dogon

Presso i Dogon è comune la poligamia che però dipende fortemente dalle disponibilità economiche dell’uomo. L’organizzazione interna della casa (fatta in pietra e argilla) è ben stabilita: ad esempio, l’uomo risiede in una stanza al primo piano dove riceve a turno le donne, mentre le figlie alloggiano in una distinta tutte insieme.  Ci sono poi vari altri edifici molto importanti, oltre le abitazioni: ci sono, ad esempio, gli edifici adibiti al culto, la casa della parola dove l’hogon si riunisce insieme ad otto anziani per prendere le decisioni relative al villaggio e la grotta sacra, adibita alla circoncisione e dove vengono svolti vari rituali.

Proprio i rituali, i balli e le danze cerimoniali svolgono un ruolo importante all’interno della società Dogon, il più importante dei quali è il sigui, che celebra la perdita dell’immortalità da parte dell’uomo attraverso una rievocazione del trapasso di Dongu Seru, il primo antenato che viene rappresentato con una grande maschera chiamata iminana.

Presso il popolo Dogon, sia gli uomini che le donne contribuiscono attivamente alla crescita del villaggio attraverso compiti precisi: la produzione di terracotta e di lana e cotone è prerogativa delle donne, mentre gli uomini si occupano molto dell’artigianato, grazie al quale è possibile la produzione di ceste in vimini, maschere rituali e statuette.

Anche l’arte occupa un ruolo importante all’interno della società Dogon: sono stati infatti ritrovate delle pitture, all’interno di grotte, che per molti studiosi sarebbero la conferma che il popolo abbia delle conoscenze profonde nel campo dell’astronomia. 

Il mistero dei Dogon, l’astronomia e gli alieni

Da dove deriva il mistero del popolo Dogon e dell’astronomia? Il mistero nasce poiché il popolo possiede delle conoscenze molto dettagliate in questo campo. Si dice infatti che il popolo sappia da più di 400 anni della presenza di quella che loro chiamano po-tolo, stella compagna di Sirio. Il mistero sta nel fatto che questa stella è invisibile ad occhio nudo e che fu scoperta solamente nel 1844, oggi nota con il nome di Sirio B. I misteri poi continuano poiché esiste una leggenda che si tramanda da tempo per la quale una razza di anfibi, detti Nommo, visitò nell’antichità il popolo su grandi arche. Ascoltando questa leggenda, gli studiosi ipotizzarono che quegli anfibi sarebbero stati gli alieni che avrebbero confidato ai Dogon dei segreti sull’universo.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia (foto di Senani P) 

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