Sette spose per sette fratelli all’Augusteo | Recensione

Sette Spose per Sette Fratelli all'Augusteo

Dal 20 al 29 gennaio al Teatro Augusteo di Napoli va in scena lo spettacolo Sette spose per sette fratelli: un classico del musical internazionale.

La recensione

L’atteso musical Sette spose per sette fratelli di Lawrence Kasha & David Landay,  con le musiche di Gene De Paul, è finalmente arrivato a Napoli, in scena dal 20 al 29 gennaio al Teatro Augusteo di Napoli.

Tratto dall’omonimo film di Hollywood diretto da Stanley Donen (1954), il musical Sette spose per sette fratelli con il nuovo allestimento, dal taglio decisamente cinematografico, a circa un anno dal suo primo debutto nazionale, sta riscuotendo una serie di successi di critica e di pubblico, grazie alla nuova regia e coreografia di Luciano Cannito e alla direzione musicale del grande maestro Peppe Vessicchio.

Il punto di forza dello spettacolo: un giusto mix di musiche, costumi, scenografie e coreografie

Sette spose per sette fratelli è il risultato di una magica fusione, creata ad hoc dal regista e direttore artistico Luciano Cannito per sedurre la platea con i canoni estetici e spettacolari di Broadway e dello West End: le melodiose musiche di Peppe Vessicchio dalle sonorità country blues; gli sgargianti costumi d’epoca di Silvia Aymonino; le accurate scenografie di Italo Grassi, che ricreano le ambientazioni del mondo ironico dei western di Quentin Tarantino; infine, le acrobatiche coreografie dei 22 interpreti (tra spose, fratelli e pretendenti) della Compagnia Roma City Musical.

Fin dall’inizio questi giovani e talentuosi artisti hanno conquistato il pubblico della prima dell’Augusteo con la loro entusiasmante energia, cantando e ballando spericolatamente e in modo perfettamente sincronizzato sulle memorabili musiche dell’opera (tra cui l’indimenticabile colonna sonora, premio Oscar, firmata da Gene De Paul, Saul Chaplin, e Johnny Mercer).

Esplosivi, divertenti  e molto affiatati i due protagonisti, Diana Del Bufalo e Baz sono destinati a diventare la nuovissima coppia teatrale del musical italiano. La giovane attrice romana, Diana Del Bufalo (Milly) magnetizza gli spettatori per tutto il tempo dello spettacolo con la sua melodiosa voce,  la sua verve e la sua naturale spigliatezza nella recitazione, e Marco Bazzoni, in arte Baz (Adamo) spicca soprattutto per la sua vena comica e le sue doti canore.
Tra gli altri personaggi si fa notare, per la sua esuberanza sul palco, Leonardo Scafati, appena sedicenne,  nelle vesti di Gedeone, uno dei sette fratelli.

Il musical Sette spose per sette fratelli si basa sulla traduzione di Michele Renzullo, la stessa della storica edizione del 1998 della Compagnia della Rancia con Raffaele Paganini, solo con alcune variazioni nell’adattamento di testi e liriche.

La trama

Siamo nell’Oregon del 1850: in una fattoria tra le montagne vivono i sette fratelli Pontipee. Adamo, il fratello maggiore, si rende conto che è arrivata l’ora di trovare una moglie che si occupi della casa e della cucina.  Conosce Milly, la cameriera della locanda del villaggio e tra i due scocca il colpo di fulmine. Adamo e Milly si sposano e partono per la fattoria.

Ma arrivati a casa Pontipee, Milly ha la sgradita sorpresa: scopre che dovrà prendersi cura non solo del marito, ma anche dei suoi fratelli, sei rozzi montanari rissosi e refrattari all’igiene personale e alle buone maniere. La donna non si arrende e con energia affronta la situazione decidendo di educarli secondo le regole delle buone maniere.

Vedendo i sei cognati migliorare grazie alle sue cure, Milly comincia segretamente a progettare di unirli con le sue amiche del paese, approfittando di una festa danzante. Al fatidico ballo però, nel corteggiare le ragazze, i sei  suscitano la gelosia dei loro rivali cittadini e scoppia la rissa.

Tornati sconsolati alla fattoria, i fratelli Pontipee, ormai perdutamente innamorati delle fanciulle, sapendo che i genitori delle ragazze non acconsentiranno mai alle nozze, organizzano un rapimento (una delle scene più esilaranti dello spettacolo).  La vicenda poi  si complica con il il litigio tra Milly e Adamo..

Alcuni spunti di riflessione

Forse non tutti sanno che il film degli anni ‘50 di Stanley Donen, da cui è tratto il musical, venne realizzato da una trasposizione di un breve racconto in chiave parodistica del famoso episodio della storia antica romana noto come “Il ratto delle Sabine”; un racconto da cui emerge chiaramente la mentalità maschilista e patriarcale della società romana, che relegava il ruolo della donna, secondo le regole del mos maiorum, esclusivamente a quelli di sposa e di madre.

Negli anni ‘50 del Novecento (purtroppo) questa mentalità era ancora largamente condivisa nella società americana come in quella europea e ciò favorì il successo del film Sette spose per sette fratelli su scala mondiale.

Ma questa volta, Luciano Cannito (pur non discostandosi molto dal film originale per mantenere vivo l’originale nella memoria degli spettatori) ci propone una versione meno maschilista e più moderna di Milly,  che con una giusta dose di tenacia e dolcezza, riesce a mettere in riga ben sette uomini e a far breccia nel cuore degli spettatori del terzo millennio.

Noi di Eroica Fenice consigliamo vivamente lo spettacolo Sette spose per sette fratelli, che per circa due ore trasmette allegria e buon umore e che, seppure con la leggerezza tipica di un musical, intrattiene in modo intelligente, facendo riflettere sul gioco dei ruoli nella coppia e dunque sulla questione ancora attualissima della parità di genere.

Dal libretto di Lawrence Kasha & David Landay; liriche di Johnny Mercer; musica di Gene De Paul; canzoni aggiunte di Al Kasha e Joel Hirschhorn; traduzione di Michele Renzullo; scene Italo Grassi; costumi Silvia Aymonino; produzione FDF Entertainment – Roma City Musical – Art Village.

Clicca qui per il promo video dello spettacolo.

Ticket al botteghino del teatro, nelle rivendite autorizzate o su teatroaugusteo.it (Platea € 55,00 / Galleria € 44,00). Info: 081414243.

Fonte immagini: Teatro Augusteo

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A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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