Teatro alla deriva: l’intervista a Giovanni Meola

Teatro alla Deriva: l'intervista a Giovanni Meola

L’XI edizione di Teatro alla deriva alle Terme-Stufe di Nerone

Il Teatro alla deriva arriva alla sua XI edizione. Sita nel luogo suggestivo delle Terme-Stufe di Nerone, la rassegna teatrale vedrà coinvolti una serie di proposte contemporanee, sotto la direzione artistica ancora di Giovanni Meola. Ecco l’intervista!

L’intervista

Da dove nasce l’idea della rassegna Teatro alla Deriva e cosa significa per lei esserne il direttore artistico per il decimo anno?

«L’idea nasce da una delle mille chiacchiere fatte negli anni con Ernesto Colutta, (i Colutta sono la famiglia che gestisce da sempre le Terme-Stufe di Nerone, che ospita a sua volta la manifestazione). Con Ernesto si fantasticava di una scenografia ipotetica di un mio spettacolo da realizzare e a un certo punto si immaginò assieme un qualcosa che isolasse materialmente gli attori. Di lì a qualche giorno nacque l’intuizione della zattera, non più per il mio spettacolo, ma da posizionare all’interno del laghetto circolare delle Stufe, che Ernesto affinò e realizzò rapidamente ed efficacemente. Passare dalla zattera alla rassegna fu un attimo. Il primo anno fu quasi una scommessa e non ci fu, di fatto, alcuna direzione artistica, ma quando capimmo che l’idea era vincente, Ernesto e la sua famiglia mi chiesero di assumere la direzione artistica, confermata poi negli anni. Per me è stato, e continua ad essere, un grande onore, un impegno assai importante e stimolante, ma soprattutto un reale godimento quando vedo il tanto pubblico che negli anni si è affezionato alla rassegna tornare spesso e volentieri. Ed è altrettanto un gran piacere verificare l’elevato gradimento da parte dei colleghi e delle tante compagnie che si sono alternati sulla zattera o di quelli che ancora non sono riuscito ad invitare. Insomma, è un privilegio e una responsabilità allo stesso tempo»

Portare il teatro nel territorio flegreo: cosa ha portato a questa scelta in un luogo davvero unico e suggestivo alle Terme-stufe di Nerone?

«La suggestione e l’accoglienza della struttura e dei suoi proprietari sono stati i fattori decisivi. Oltre, ovviamente, alla loro voglia ferrea di far vivere con continuità questo progetto letteralmente fatto in casa. A questo si può aggiungere la sete di iniziative simili in un territorio ampio ma spesso un po’ abbandonato, come il territorio flegreo, così ricco di cose belle e suggestive. E, per finire, l’entusiasmo che io stesso, e il mio prezioso staff, abbiamo provato a non far mancare mai, in nessunissima occasione»

Come sono stati selezionati gli spettacoli in programma e perché proprio spettacoli al debutto o semi-debutto?

«La pandemia ha avuto un impatto a scoppio immediato sul teatro, ovviamente, con tutti i teatri chiusi, l’impossibilità di vedersi, provare, andare in scena, ma anche a un impatto a scoppio ritardato, data la necessaria programmazione anticipata delle stagioni e dei cartelloni. Voglio dire, con questo, che tanti lavori, soprattutto quelli prodotti dalle compagnie indipendenti, che sono il bacino naturale (anche se ovviamente non unico) da cui attingo per le mie scelte da direttore artistico, hanno subito slittamenti, variazioni, cancellazioni, stop-and-go di varia natura. Ecco, quindi, che Teatro alla Deriva mi sembrava, e mi sembra, una sponda giusta per consentire ad alcuni di questi progetti (uno di questi era previsto al debutto addirittura nella primavera del 2020), di cominciare a vivere sulla nostra zattera. Ovviamente, ci sono anche spettacoli che hanno già visto la luce, come quello che inaugura il cartellone, Cazzimma&Arraggia, ma gli altri tre sono tutti più o meno debutti assoluti o alle primissime uscite»

In un periodo in cui c’è il forte bisogno di ragionare sul valore del teatro, dove si colloca Teatro alla Deriva?

«Teatro alla Deriva, come tutte le iniziative che non soffrono di gigantismo e che vengono portate avanti da un gruppo volitivo di persone, si colloca in quel magnifico mondo nel quale vedi tornare tanto pubblico, di anno in anno, grazie al mix felice di location suggestiva, ospitalità cordiale ed educata, qualità medio-alta degli spettacoli selezionati e prezzi contenuti. Il tutto all’interno di un format unico in Italia, dato che gli spettacoli vanno in scena su di una zattera galleggiante, che non è proprio uno spazio scenico assai comune. Credo di poter dire che ‘Teatro alla Deriva’ occupa una nicchia ben definita e riconoscibile nella quale tante compagnie indipendenti hanno verificato finora la bontà del loro lavoro alle prese con una situazione inusuale e affascinante. E che tutto questo fa della nostra rassegna un passaggio desiderato e cercato da tantissimi teatranti, il che ci onora e ci stimola oltremodo»

Immagine di copertina: Terme Stufe di Nerone

 

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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