Simone Piva e la sua musica di frontiera | Intervista

Simone Piva e la sua musica di frontiera | Intervista

Simone Piva e i Viola Velluto iniziano a muovere i primi passi nel mondo della musica nel gennaio del 2008. Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti e, soprattutto, tanta musica. Il cantautore, insieme alla sua band di supporto, è infatti da più di 10 anni in giro per lo stivale e conta all’attivo cinque dischi: Ci Vuole Fegato Per Vivere, Polaroid…di una vecchia modernità, SP&iVV, Il Bastardo e Fabbriche, Polvere e un Campanile nel Mezzo pubblicato lo scorso maggio per Music Force, Toks Records e distribuito da Egea Music.

In questi anni, hanno anche aperto i concerti di importanti artisti come Sick Tamburo, i Fast Animals and Slow Kids e i Zen Circus.  

Nella sua musica Simone Piva utilizza il Nord-Est italiano, il suo Friuli, come un espediente per raccontare la Provincia, una provincia intesa come margine, come quelle frontiere del Far West, terre sconosciute da conquistare. Tra citazioni di film western e di Charles Bukowski prende forma un racconto di fatica, lotta, sudore, ma anche di rinascita e speranza. Il tutto condito da solide sonorità rock che attingono spesso dal mondo del country e del folk. 

Per saperne di più, abbiamo fatto qualche domanda a Simone che ci ha raccontato del suo ultimo album e di altro ancora. 

Intervista a Simone Piva 

“Fabbriche, polvere e un campanile nel mezzo” è il tuo nuovo lavoro discografico, cosa puoi raccontarci?

È un album polveroso, dove ogni canzone è il resoconto di questa Italia vista con gli occhi di un bandito del Nord Est.

In “Hey Frank” canti «Non c’è più una Provincia, nella Provincia», cosa intendi?

Intendo dire che esistono di nuovo le Frontiere, tutto muta e cambia ed è nuovamente conquistabile.

Che collegamento c’è tra la tua terra, il Nord Est, e le atmosfere da Far west evocate nella tua musica? “Nord Est” e “Far West” che, inoltre, sono anche due brani del tuo precedente album “Il bastardo”.

Ci sono molte similitudini tra loro, sono sporchi e selvaggi. “Nord Est” e “Far West” sono due brani che cercano di riprodurre le atmosfere di questi ambienti dimenticati.

In queste atmosfere western non possono non venire in mente i film di Sergio Leone, al quale hai anche dedicato un brano, “Sergio Leone” per l’appunto. Ci sono altri punti di riferimento e influenze che magari nelle canzoni non emergono esplicitamente?

Nelle mie canzoni si trovano molti punti di riferimento, alcuni espliciti, altri meno. Il tutto per omaggiare film, poesie o racconti che mi hanno particolarmente colpito e che alla fine hanno il mio stesso punto di vista.

Con i Viola Velluto suoni dal 2008, dunque oltre dieci anni di attività. Come giudichi la vostra carriera fin qui?

Abbiamo preso grandi soddisfazioni tra alti e bassi.

Avete suonato insieme a Roy Paci e Aretuska nel 2010, inoltre avete aperto i concerti di band come gli Zen Circus e i Fast Animals And Slow Kids. Cosa puoi raccontarmi di questi artisti, chi di loro ti è rimasto più impresso?

Mi sono rimasti tutti impressi per le loro personalità e per il loro rapporto con il pubblico.

 

Fonte immagine:  Ufficio Stampa Music Force

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Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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