Château Gaillard: il capolavoro di Riccardo Cuor di Leone

Château Gaillard

Château Gaillard: il simbolo di un conflitto leggendario 

“Anche se di ferro io lo prenderò.” (Filippo Augusto)
“Anche se di burro io lo difenderò e ci riuscirò!” (Riccardo Cuor di Leone)

La storia di due sovrani eccezionali, emblemi del medioevo, ricordati negli annali per i loro decennali conflitti, si intreccia tra le mura di un castello leggendario, simbolo della forza e del potere del re d’Inghilterra.
Un conflitto che vide infine trionfare Filippo Augusto, sancendo l’ascesa di un nuovo e potentissimo regno di Francia, destinato a influenzare la storia di tutta l’umanità. 
Assedi, duelli, tradimenti, guerre e intrighi. Tutto questo si consumò tra le mura della più grande e maestosa costruzione medievale: Château Gaillard.

L’ideazione e la costruzione

Siglato nel 1256, il trattato di Gaillon sanciva la pace temporanea tra Riccardo I e Filippo Augusto, e alcune concessioni territoriali  a favore del sovrano francese. Nonostante le apparenti condizioni sfavorevoli dell’accordo, l’ingegno e la lungimiranza del re inglese, gli permisero di sfruttare la situazione a suo favore.
Grazie a questa parvenza di pace, infatti, Riccardo Cuor di Leone poté guadagnare tempo e prepararsi al meglio per i futuri conflitti. Tale pausa gli permise di ideare e costruire la sua arma più temibile: una fortezza inespugnabile che avrebbe sbarrato il corso della Senna e lo sbocco sul mare ai francesi.

Les Andelys

La fortezza di Château Gaillard, situata a Les Andelys in Normandia sorse, secondo alcuni racconti, in quei luoghi e proprio per volere di Riccardo I, il quale condusse personalmente un’attenta ispezione.
Il sistema difensivo che egli stesso ideò copriva una zona ampissima, che si estendeva dai pressi di Tony, Cléry e Ilex Aux Boeufs, dove furono eretti i primi avamposti di controllo, fino a quella della fortezza. Nel letto della Senna invece venne posizionata un’enorme palizzata, la cui funzione era quella di controllare il transito delle navi.
La fortezza fu eretta su un’altura spianata e contornata da vallate. Facilmente fortificabile in virtù delle ampie scogliere calcaree e  strategicamente importantissima per il controllo dei traffici marittimi e dei dazi doganali.

Un’impresa fuori dal comune 

Nella mente del sovrano inglese il castello non doveva essere solo uno strumento militare, ma anche un affronto, un simbolo del suo potere e della grandezza e della sfrontatezza inglese. Un guanto di sfida lanciato in faccia al re di Francia. 
Per portare a termine tale impresa Riccardo non badò a spese. Basti pensare che per la realizzazione di Château Gaillard spese un totale di bene dodicimila livre, quasi il doppio di quanto aveva speso per la costruzione di tutti gli altri castelli del suo regno.
L’ansia spasmodica di sfidare Filippo Augusto, e di portare a termine il suo progetto, portò Riccardo I ad accelerare incredibilmente i tempi di costruzione, sfruttando in maniera disumana tutte le persone di cui poteva servirsi. Secondo le cronache dei tempi, infatti,  il castello fu una maestosa costruzione di pietre calcaree e sangue.
Sangue che apparteneva alla povera gente che lavorò per due anni senza sosta alla costruzione della fortezza.
Un’opera che avrebbe richiesto almeno trent’anni, fu portata a termine così, in soli due anni.

La struttura

Situato sopra la Senna, a un’altitudine di  cento metri, il castello Château Gaillard era largo ottanta metri, e lungo duecento. Costruito in maniera concentrica, articolato in una serie di strati di fortificazioni a cipolla, costruiti separatamente tra loro, ma allo stesso tempo integrati in modo tale che ognuno potesse proteggere l’altro.
Fossati e cancelli si susseguivano in maniera ossessiva, fino ad arrivare a una fortezza centrale, un baluardo inespugnabile, protetto da una terza cinta muraria dotata di sensazionali costruzioni difensive all’avanguardia, le piombatoie, utilizzate già dall’esercito  durante la Terza Crociata. Probabilmente memore della sua esperienza in Terra Santa, Riccardo decise di adottare per il suo castello tale soluzione difensiva. Le piombatoie erano delle costruzioni sovrapposte alle mura, delle sorte di triangoli rovesciati in pietra. Esse fungevano da contrafforti grazie ai quali era possibile nascondersi, proteggersi da attacchi e contrattaccare attraverso tattiche militari di difesa piombante, ossia scagliando dall’alto a gran velocità frecce, materiali infiammabili o laterizi. 

La fine di Riccardo Cuor di Leone e del “Castel Gagliardo”

Una costruzione unica, imponente e maestosa, del quale Riccardo I andava immensamente fiero, e secondo alcuni studi, di cui lui stesso fu architetto e ideatore. Forse proprio forse in virtù di ciò, come emerge dalla sua corrispondenza privata, il sovrano considerava Château Gaillard alla stregua di un figlio. La fortezza  condivise lo spirito “gagliardo” del suo creatore, la sua nomea leggendaria, e a esso legò anche la sua sorte.
Alla inaspettata e prematura scomparsa di Riccardo Cuor di Leone, morto di cancrena in seguito a una ferita di guerra, la fortezza passò nelle mani del deprecabile fratello Giovanni senza terra, che fra inettitudine e modifiche scellerate alla pianta del castello, ne compromise l’integrità e la sicurezza. Proprio attraverso alcune finestre volute da Giovanni per illuminare la cappella da lui costruita, l’esercito francese di Filippo Augusto poté infiltrarsi e mettere a ferro e fuoco la fortezza.
Nonostante la disfatta, il nome di Riccardo Cuor di Leone riecheggia ancora nei secoli, la sua gloria è ancora vivida, così come quella del castello  più bello e incredibile del medioevo. Oggi ridotto a delle misere rovine, ma destinato a essere ricordato per sempre.

 

Fonte Immagine di Copertina:  Wikipedia

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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