Mangiare insetti: alla scoperta dell’entomofagia

mangiare insetti

L’entomofagia non è una parolaccia, il termine deriva dal greco èntomos(insetto) e phăgein(mangiare) ed è semplicemente una  pratica che consiste nel mangiare insetti e farine di insetti

Tale pratica è seguita da oltre 2 miliardi di persone nel mondo. Nonostante sia un’usanza molto antica è ancora oggi diffusa in diverse etnie, rivelandosi la fonte primaria di sostentamento per le popolazioni più povere, grazie alla ricca quantità di proteine che fornisce.

Commercializzazione di insetti nell’Unione Europea

La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è stata resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal 1 gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che consente di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da Paesi terzi. Da oggi in poi, si potrà gustare a tavola grilli domestici(Acheta domesticus), la larva gialla della farina(Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria.

L’entomofagia nel mondo

Gli insetti sono stati la prima fonte di proteine animali a disposizione degli uomini, prima che essi imparassero l’arte della caccia e della pesca. Successivamente alcune popolazioni hanno  tramandato nel tempo  queste usanze, soprattutto nelle geografie più vicine all’equatore, dove le condizioni climatiche favoriscono il proliferare degli artropodi commestibili. La maggiore diffusione dell’entomofagia in determinate zone del globo rispetto ad altre si spiega se si fa riferimento alle condizioni ambientali; per questo motivo nelle zone più fredde gli insetti edibili non sono diffusi e di conseguenza non sono entrati a a far parte della tradizione culinaria.

Con il tempo nei paesi occidentali la pratica dell’ entomofagia è scomparsa del tutto. Tale fenomeno è avvenuto sia perché nei paesi sviluppati si è creata una certa abbondanza e disponibilità di fonti proteiche animali di altro tipo, ma anche e soprattutto per una ragione culturale. Potremmo dire che oggi, nell’immaginario comune degli occidentali, la pratica di cibarsi di insetti edibili è per lo più considerata  un’ usanza di popolazioni molto arretrate.

“Perché i paesi occidentali dovrebbero mostrare interesse verso l’entomofagia? Quali ragioni dovrebbero farci nascere la curiosità di mangiare insetti?”

La risposta è nei benefici che si hanno nel mangiare insetti perchè sono:

una risorsa naturale

-una fonte di proteine ad alto valore biologico

-una fonte naturale di micronutrienti importanti come minerali e vitamine

-semplici da allevare

-sostenibili

-sicuri per il consumo umano 

Nonostante ciò, il pensiero che gli insetti possano diventare parte integrante della nostra dieta per qualcuno potrebbe essere destabilizzante. 

Come si spiega questa riluttanza all’entomofagia?

Come diceva il sociologo Claude Lèvi-Strauss: “Animali e vegetali non diventano cibo in quanto buoni da mangiare ma perchè sono buoni da pensare”. Dunque, mangiare è una sorta di esperienza psicologica che appaga il bisogno di nutrirsi, come spiega la psicologia alimentare.

Molti sono gli studi sul disgusto e questi ci consentono di affermare che agli esseri umani non piacciono gli insetti perchè li associano ad ambienti sporchi e malsani. Oltre a ciò, gioca un ruolo importante la neofobia alimentare (la riluttanza a provare nuovi cibi).

Entrambi sono dei meccanismi di difesa attivati dal nostro cervello quando si tratta di cibo. Ad esempio, nei secoli l’essere umano ha sviluppato una repulsione verso gli alimenti blu perchè associati a muffe e a cibi marci.

Esiste però, anche un secondo approccio che è quello della sociologia culturale che si occupa di trattare la vicinanza tra il prodotto e il consumatore. In merito a ciò, per chi è immerso nella cultura della panificazione potrebbe essere più facile accettare la farina di grillo rispetto ad uno spiedino di millepiedi.

Nonostante ciò, le abitudini alimentari sono comunque difficili da cambiare, tuttavia il punto è che nessuno vuole imporre l’entomofagia sebbene sia un’alternativa sostenibile e ,dopotutto, non così strana.

Fonte immagine: Pixabay

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