L’autostima è la valutazione complessiva che diamo a noi stessi, un giudizio che include il riconoscimento del nostro valore come persone. Avere una sana autostima non significa credersi migliori degli altri, ma apprezzarsi dopo aver preso coscienza dei propri limiti, delle proprie paure e dei propri difetti. È un processo soggettivo che varia nel tempo in base alle nostre esperienze, ma avere fiducia in se stessi è fondamentale per il benessere psicologico e il successo personale.
In questo approfondimento:
I 3 pilastri per costruire l’autostima
L’autostima si fonda su tre processi interiori interconnessi.
Pilastro | Azione Chiave |
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1. Autoconsapevolezza | Conoscere in modo obiettivo i propri pensieri, emozioni, punti di forza e limiti. |
2. Sviluppo di abilità | Mettersi alla prova e acquisire nuove competenze per aumentare la fiducia nelle proprie capacità (autoefficacia). |
3. Autocompassione | Trattare se stessi con la stessa gentilezza e comprensione che si riserverebbe a un amico di fronte a un fallimento. |
1. Autoconsapevolezza: imparare a conoscersi
Avere autoconsapevolezza significa osservarsi dall’esterno in modo imparziale. È un processo interiore che ci permette di capire il nostro modo di pensare e di reagire, e di controllare le nostre emozioni. L’autoconsapevolezza è uno dei cardini dell’intelligenza emotiva, poiché ci consente di riconoscere i nostri punti di forza e le nostre debolezze, ponendoci obiettivi realistici.
Consigli pratici
- Tieni un diario: annota i tuoi pensieri e le tue emozioni quotidiane per riconoscere schemi ricorrenti.
- Chiedi feedback: domanda a persone di fiducia come ti percepiscono. Confronta la loro visione con la tua.
- Pratica la mindfulness: dedica qualche minuto al giorno a osservare i tuoi pensieri senza giudicarli.
2. Sviluppo di abilità: nutrire l’autoefficacia
L’apprendimento di nuove abilità è fondamentale per l’autostima. Ogni volta che superiamo una sfida e padroneggiamo una nuova competenza, la fiducia nelle nostre capacità (concetto noto come autoefficacia) cresce. Per questo è importante uscire dalla propria comfort zone, ma con obiettivi che siano allo stesso tempo stimolanti e raggiungibili. Pretendere troppo da sé stessi può essere controproducente.
Consigli pratici
- Scegli un’abilità misurabile: impara a suonare un brano, corri per 1 km in più, leggi un libro in una nuova lingua.
- Scomponi l’obiettivo: dividi una grande sfida in piccoli passi. Celebra ogni progresso.
- Accetta di non essere perfetto: l’obiettivo è imparare e migliorare, non raggiungere la perfezione al primo tentativo.
3. Autocompassione: essere gentili con se stessi
Non bisogna mai essere troppo duri con se stessi. Trattati con la stessa dolcezza e comprensione che useresti con un amico in difficoltà. Essere eccessivamente severi porta a un crollo dell’autostima. Praticare l’autocompassione significa riconoscere i propri fallimenti senza giudicarsi, capendo che l’errore fa parte dell’esperienza umana e spesso dipende anche da fattori esterni.
Consigli pratici
- Cambia il tuo dialogo interiore: quando commetti un errore, invece di pensare “sono un fallito”, prova a pensare “questa volta non ci sono riuscito, ma ho imparato qualcosa”.
- Riconosci l’umanità condivisa: ricorda che tutti sbagliano e soffrono. Non sei solo nelle tue difficoltà.
- Scrivi una lettera a te stesso: immagina di scrivere a un amico che sta vivendo la tua stessa situazione. Che parole di conforto useresti? Poi rileggi la lettera come se fosse per te.
Domande frequenti sull’autostima
Autostima e narcisismo sono la stessa cosa?
No. L’autostima si basa su un’autentica valutazione di sé, che include l’accettazione dei propri limiti. Il narcisismo è caratterizzato da un senso di superiorità, una mancanza di empatia e un bisogno costante di ammirazione esterna, spesso per mascherare una profonda insicurezza.
Si può avere “troppa” autostima?
Un’autostima sana è realistica e flessibile. Quando la valutazione di sé diventa irrealisticamente positiva, sconfinando nell’arroganza o nell’incapacità di accettare critiche, non si tratta più di sana autostima, ma di un meccanismo di difesa che può danneggiare le relazioni interpersonali.
Cosa fare se i fallimenti continuano a minare la mia autostima?
È importante separare il risultato dal proprio valore come persona. Un fallimento è un evento, non un’etichetta. Usa l’autocompassione per accettare l’errore e l’autoconsapevolezza per analizzare cosa non ha funzionato, trasformando l’esperienza in un’opportunità di crescita.
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Articolo aggiornato il: 28/08/2025