Dai tuoi begli occhi, luminoso amore, il dardo mi ferì in riva al mare di Maratea, e si squarciommi il cuore che più tregua non ha il mio sognare. Allor del sole l’aureo tremore mirai insieme a le struggenti e care membra leggiadre sue entro il candore della schiuma e dell’acqua glauche chiare. Gioia dell’onda un sol furor con lei tu mi apparisti inconfondibilmente Nereide nova, dal sorriso pieno, irraggiando nel cuore mio e la mente fulgor di beltade; si che i miei ardori eran la fiamma del tuo seno. Pasquale Epifanio Iannini, In riva al mare di Maratea Clicca sull’immagine per ingrandirla -Marina di Maratea: un sogno ad occhi aperti-
... continua la lettura