Pluto (anime) : le verità sepolte sotto l’acciaio

Pluto (anime) : le verità sepolte

Pluto è un anime prodotto da Netflix e uscito nel 2023, tratto dal celebre manga di Naoki Urasawa, pubblicato in Giappone tra il 2003 e il 2009. La trasposizione animata è stata accolta con entusiasmo dagli appassionati di Urasawa, rappresentando una vera e propria benedizione per i fan dell’autore. Non solo ha restituito splendore all’opera originale, ma ha anche aperto le porte a un nuovo pubblico, avvicinando coloro che non avevano ancora letto il manga a uno dei capolavori più acclamati della narrativa giapponese di fumetti.

Trama

Ci troviamo in un mondo futuristico dove robot e umani convivono. In quest’epoca, i robot hanno sembianze umane: mangiano, bevono, si vestono e pensano proprio come le persone, avendo una prospettiva di vita simile a quella degli esseri umani. I sette robot più forti del pianeta, vere e proprie potenze armate, vengono minacciati e progressivamente eliminati da un misterioso assassino chiamato Pluto. È qui che Gesicht, uno dei sette robot, brillante investigatore, inizia a indagare sui casi, cercando la verità nascosta dietro questi omicidi e scoprendo molto più di quanto avrebbe mai immaginato.

Un Astro Boy più maturo

Naturalmente, per gli appassionati di manga e anime, le citazioni robotiche riguardanti il famoso manga di Osamu Tezuka, Astro Boy, non sono passate inosservate. La più stridente è l’introduzione di Atom, un personaggio, un gemello creato a immagine e somiglianza dell’eroe di Astro Boy. La trama di Pluto si basa, infatti, sull’episodio di quest’ultimo intitolato Il più grande robot del mondo. Dall’infarinatura appena citata, Naoki Urasawa aggiunge al lavoro originale sfumature più tragiche e misteriose, plasmando nel suo stile un mondo composto da misteri e contraddizioni. Pluto, infatti, attraverso le figure dei sette robot più potenti del mondo e le vicende che li circondano, esplora tematiche complesse come la guerra, la discriminazione e il concetto di identità. L’innovazione di quest’opera sta nella narrazione introspettiva, che ci permette di esplorare la mente e, per chi ci crede, l’animo dei robot.

Reali emozioni umane o simulazione avanzata?

Questi androidi, infatti, sono descritti nei loro comportamenti come esseri umani, ma inizialmente comprendiamo che questi atti sono dettati principalmente dall’adattamento all’umanità, non perché provino piacere o sofferenza nel compiere determinate azioni. La discriminazione da parte degli esseri umani è evidente: i robot sono visti come semplici emulazioni prive di emozioni e, in alcuni casi, trattati come tali. Andando avanti con gli episodi, però, i robot più evoluti, tra cui Gesicht, protagonista e figura centrale dell’opera, sembrano andare oltre la semplice emulazione dei comportamenti umani. Non solo agiscono come se fossero umani, ma iniziano anche a provare emozioni; Gesicht, infatti, piange, soffre, prova compassione, nutre il desiderio di viaggiare con sua moglie. Nella sua mente, così come in quella degli spettatori, sorge il dubbio: sta veramente provando emozioni, o è solo una simulazione estremamente avanzata? Il confine tra umano e robotico si fa sempre più sfumato, e la risposta a questa domanda diventa sempre meno rilevante. Ciò che emerge è che, indirettamente o meno, queste entità vivono in modo simile a noi e, quindi, meritano di essere trattate con lo stesso rispetto che riserviamo agli esseri umani.

Conclusioni

L’anime di Pluto su Netflix è un buon adattamento del manga di Naoki Urasawa. La trama, già avvincente di per sé, riesce a mantenere alta la tensione anche nella versione animata. In 8 episodi da circa 50 minuti, l’indagine di Gesicht si sviluppa tra momenti carichi di emozione, senza mai appesantire la storia. Il ritmo è ben bilanciato, non ci sono cali di attenzione. Le musiche poi sono davvero azzeccate, aggiungono un bel livello di coinvolgimento emotivo. È un viaggio che fa riflettere su temi come l’umanità, la giustizia e il rapporto tra uomo e macchina. L’anime di Pluto porta avanti l’eredità di Urasawa, ma con uno stile che attrae anche chi non ha letto il manga.

Fonte Immagine: Netflix, sito ufficiale

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