Pokémon: come e quando nascono i mostriciattoli tascabili

Pokémon: come nascono i mostriciattoli tascabili

Il franchise Pokémon è sicuramente uno dei più noti al mondo, e ha influenzato diverse generazioni a partire dagli anni ’90. Non tutti sono al corrente che gli incassi globali generati dalla nascita del brand fino ad oggi superano i 100 miliardi di dollari, rendendolo il marchio più fruttuoso della storia. Oggi vedremo insieme come nasce il fenomeno globale dei “mostriciattoli tascabili”.

I primi passi

La creazione dei Pokémon va accreditata principalmente a Satoshi Tajiri, che assieme a Ken Sugimori fondò la software house Game Freak. Tajiri passò la sua gioventù in una periferia di Tokyo coltivando le sue due più grandi passioni: i videogiochi e collezionare insetti. La pratica di catturare insetti e altri piccoli animali era molto diffusa in Giappone prima dell’urbanizzazione dei contesti rurali, lo stesso Satoshi durante la sua infanzia si divertiva a osservare gli insetti e le loro metamorfosi. Proprio da questo passatempo Tajiri ha preso spunto per creare i giochi Pokémon: un mondo abitato da creature immaginarie che i ragazzini possono catturare, far combattere e scambiare con gli amici. Tajiri portò il suo progetto a Nintendo chiamando il gioco “capsule monsters”: il nome fu cambiato per copyright in “Pocket monsters” e successivamente abbreviato in Pokémon. I personaggi chiave nello sviluppo dei giochi sono stati: Tajiri, Sugimori che si occupò di disegnare i Pokemon, Junichi Masuda che compose le colonne sonore e Shigeru Miyamoto che ideò le principali meccaniche di gioco come le lotte e le apparizioni dei Pokémon nell’erba alta. Dopo 6 anni di lavoro, nel 1996 uscirono in Giappone Pokémon Rosso e Pokemon Verde per il Game Boy, mentre in Occidente si dovette aspettare fino al 1998. All’interno dei giochi di prima generazione ci sono ben 151 Pokémon, ed il primo mostriciattolo ad essere creato da Sugimori fu Rhydon e non Pikachu come molti si aspetterebbero.

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La serie animata

Alla fine degli anni ’90 in Giappone venne trasmessa la serie animata dei Pokémon, che racconta le avventure di Ash Ketchum e del suo fedele compagno Pikachu. L’anime ad oggi conta un migliaio di episodi, ed è alla serie animata che probabilmente dobbiamo il successo di Pikachu, ormai elevato a icona immortale del brand. Inizialmente ad accompagnare Ash nelle sue avventure non doveva essere Pikachu, bensì Clefairy che apparve nelle prime puntate pilota dell’anime: alla fine però fu scelto il noto roditore elettrico che piacque maggiormente alle madri e in generale al pubblico femminile.

 

Il gioco di carte

Altro settore dove il brand è dominante è quello delle carte da gioco collezionabili (TCG), una vera e propria mania iniziata in Giappone nel 1996, e arrivata in America nel 1998. Fino al 2003 le carte Pokémon venivano prodotte da “Wizard of the Coast”, per intenderci la stessa azienda che si occupò della produzione delle altrettanto note carte Magic. In molti si sono appassionati al TCG Pokémon, che ad oggi costituisce uno degli elementi cardine del collezionismo moderno: tantissimi sono i collezionisti disposti a spendere diverse centinaia di migliaia di euro, nulla però in confronto ai circa 5 milioni di dollari spesi dallo youtuber statunitense Logan Paul per il leggendario “Pikachu Illustrator”.

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Immagine di copertina: Pixabay

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