Pokémon shock: l’episodio bandito dalla televisione

Pokémon shock: l’episodio bandito dalla televisione

Il noto anime raffigurante i simpatici animali “tascabili” è già stato, in tempi più recenti, al centro di numerose leggende e polemiche sviluppatesi soprattutto nella community del web, che ha dato vita anche a miti spaventosi e inquietanti come quello della “Sindrome di Lavandonia”. Tuttavia non si tratta affatto di casi isolati: l’aneddoto che verrà narrato in questo articolo risale infatti al 16 Dicembre 1997, quando l’episodio incriminato (il trentottesimo di una delle prime stagioni) venne trasmesso per la prima volta su Tv Tokyo e altri emittenti giapponesi. Fu la stampa ad attribuirgli il titolo di “Pokémon Shock”, o anche “Pokémon panic” figura tra gli pseudonimi che gli furono attribuiti. Ma in che modo l’episodio Pokémon Shock si rivelò pericoloso per gli spettatori? Scopriamolo insieme!

 

Il caso

La trama dell’episodio prevedeva che i protagonisti Ash, Misty e Brock accompagnati da Pikachu si recassero nel cyberspazio per recuperare Porygon, un pokémon associato alla realtà cibernetica per l’appunto; per attirarlo a sé e portarlo via da quella dimensione i giovani utilizzano un altro esemplare dello stesso tipo. Tuttavia il Porygon intrappolato in quella dimensione li attacca, e la faccenda riesce a risolversi soltanto grazie a Pikachu, che respinge l’attacco con tuonoshock e apre un portale nella cyber dimensione, consentendo ai due Pokémon di tornare nella dimensione reale. 

L’episodio venne trasmesso alle 8:30 del mattino e l’utenza connessa era molto alta, si trattava soprattutto di un pubblico di bambini, che nella prima parte dell’episodio non sembrò avere particolari reazioni fisiche o manifestare malesseri; la scena scatenante il grande shock della popolazione sembrò essere proprio una delle scene finali, nonché quella che risolve la narrazione: si tratta infatti del momento in cui l’attacco di Porygon e la difesa di Pikachu si scontrano, dando vita ad una serie di flash rossi e blu che sullo schermo durano circa 4 secondi. 4 secondi che però furono fatali per molti degli spettatori, che inavvertitamente si trovarono a vivere il “Pokémon Shock”:  molti bambini iniziarono dai sintomi della vista più comuni, come bruciori agli occhi, mal di testa e nausea, per poi arrivare a sintomi più gravi come tremori, bava dalla bocca, perdita della vista o di conoscenza e crisi epilettiche. Addirittura alcuni bambini a primo impatto non manifestarono malesseri, ma dopo pochi giorni furono colpiti anche loro da crisi epilettiche e malesseri generali. La scena fu anche proiettata da un telegiornale, dato il forte rumore mediatico che si era creato attorno ad essa, e ciò causò ulteriori crisi epilettiche in chi si trovava davanti al televisore.

A causa delle spiacevoli conseguenze la trasmissione dell’anime venne bloccata per circa 5 mesi, salvo poi riprendere il 16 aprile, mentre invece l’episodio fu bandito dalle televisioni per non creare altri spiacevoli inconvenienti. Ancora oggi risulta un mistero come così tanti bambini e adulti siano stati colpiti dagli stessi sintomi, anche perché di tutta la popolazione che si recò in ospedale a seguito dei malesseri soltanto a un 10% venne fatta una diagnosi di epilessia fotosensibile, mentre il resto era sano come un pesce. Dunque si è trattato solo di forte suggestione oppure della realtà? L’episodio è reperibile anche su Youtube, se volete guardarlo a vostro rischio e pericolo…

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Immagine di copertina da: pixabay.com

 

A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

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