Come le creepypasta hanno influenzato i videogiochi horror

Come le creepypasta hanno influenzato i videogiochi horror

Le creepypasta (o leggende metropolitane) sono delle storie brevi dal tema horror che nascono in America su siti come 4chan. Raccontano di esseri soprannaturali, assassini e mostri e ad oggi sono diventate un vero e proprio fenomeno di massa, diffondendosi sempre di più attraverso traduzioni e realizzazioni di pagine web ad esse dedicate. L’ambito che è stato più influenzato dalla corrente di questi racconti dell’orrore è stato senza dubbio quello dei videogiochi, attorno al quale si è creato un vero e proprio culto. Ancora oggi, infatti, molti utenti temono di potersi imbattere nei protagonisti di queste storie o di poter incappare in qualche forza sovrannaturale nel caso in cui dovessero trovarsi a giocare ad alcuni dei titoli “maledetti”. Ma nello specifico va capito come le creepypasta hanno influenzato i videogiochi horror?

Slander: the eight pages

Alcune di queste storie hanno influenzato in maniera diretta il mondo videoludico spingendo alla realizzazione di giochi ispirati direttamente al contenuto di questi testi. È il caso di “Slander: the eight pages” titolo uscito nel 2012 e liberamente ispirato alla storia dell’uomo tentacolare in giacca e cravatta che rapisce i bambini nei boschi sfruttando la sua capacità di teletrasportarsi. La prima reale apparizione di Slander è in realtà legata al 2009, anno in cui Eric Knudsen lo presentò sul sito web Something Awful a seguito della sua vittoria ad una mostra fotografica. Quest’ultima prevedeva la realizzazione di fotoritocchi al fine di inserire personaggi misteriosi e macabri all’interno di immagini già esistenti ed Eric scelse questa figura molto alta, dalla testa priva di capelli e completamente bianca con indosso un completo elegante, che appariva insieme ai suoi tentacoli in aree isolate e frequentate prevalentemente da bambini e adolescenti. Il personaggio ha avuto un successo mediatico eclatante che ha portato alla realizzazione di numerose altre creepypasta che a loro volta sono state tradotte in titoli videoludici sempre più variegati. Ad oggi infatti si contano almeno tre giochi che riprendono questa leggenda metropolitana e presentano versioni sempre più inquietanti di questo mostro.

Herobrine da Minecraft

Altre storie invece sono state scritte a seguito della pubblicazione di videogames, dunque non possiamo parlare di come le creepypasta hanno influenzato i videogiochi horror, ma piuttosto di come i giochi abbiano spinto il pubblico a ricercare una vena di mistero per rendere i gameplay un po’ più da brivido. In questo caso si può portare avanti un esempio considerato tra i più famosi: “Herobrine”, legato al titolo di Minecraft.

Tutti conosciamo Minecraft, il survival “a blocchi” che consiste nel crearsi una base nelle desolate lande di un mondo infinito, sopravvivendo alle creature della notte come zombie, scheletri o ragni. Pur essendo un survival non richiede particolari abilità e procede con un gameplay piuttosto semplice: rompere i blocchi, lavorarli e costruire dando quanto più spazio possibile alla fantasia mentre si cerca di restare in vita ed è per questo che i giocatori hanno voluto scrivere una leggenda metropolitana a riguardo: Herobrine. Viene inizialmente presentato come un personaggio non giocabile facilmente riconoscibile grazie alla sua skin identica a quella del personaggio maschile del titolo (Steve), con una semplice banale differenza negli occhi. Gli occhi di Herobrine sono infatti bianchi e vuoti rispetto a quelli scuri e neri di Steve. Nasce come un errore di programmazione, un bug del sistema che nessuno è mai riuscito a fixare, ma molte storie parlano di questo personaggio come una manifestazione del fratello deceduto di Notch, creatore del gioco. Pare infatti che per mantenere vivo il ricordo del fratello, Notch stesso abbia deciso di inserire all’interno del gameplay questa oscura presenza in grado di deformare il mondo creando croci perfette nel terreno, tunnel nelle montagne e piazzando torce in luoghi mai esplorati dal giocatore. Ancora ad oggi c’è chi sceglie di rimanere scettico a riguardo e chi invece sostiene di averlo incontrato e di aver vissuto un’esperienza terrificante proprio a causa sua.

Pokémon

Se in questo caso siamo in presenza di una creepypasta strettamente legata al mondo del videogioco che influisce solo ed esclusivamente sul gameplay, ci sono altre storie che invece scelgono di fuoriuscire dalla dimensione prettamente videoludica e ci raccontano di esperienze avvenute a causa di uno o più giochi che si sono poi riflettute sulle vite reali dei giocatori. Sto parlando di storie simili a quella della “Sindrome di Lavandonia”, legata ad un altro dei capisaldi del mondo delle console e dei pc, quello dei Pokémon.

Pare infatti che due dei primissimi titoli della serie (Pokémon rosso e blu), nascondano un mistero piuttosto fitto. Tra l’esplorazione delle città e la cattura dei Pokémon, ci si trova improvvisamente in un luogo misterioso chiamato appunto Lavandonia; il paesino sarebbe privo di punti d’interesse se non fosse per la torre Pokémon che altro non è che un cimitero che ospita i resti degli esserini caduti in battaglia. Ciò che causerebbe l’elemento disturbante durante questa esplorazione è la musica: distorta e inquietante. È infatti caratterizzata da toni binaurali (diversi per orecchio destro e sinistro) che si ricombinano nel cervello andando, in questo caso, addirittura ad intaccarlo. Infatti suoni che solitamente vengono usati per ridurre lo stress e l’ansia, nel cimitero di Lavandonia, porterebbero ad emicranie croniche, ad episodi di forte depressione e a scompensi fisici non indifferenti.

Polybius

Per concludere la lista delle varie possibilità menzioniamo “Polybius”, una tra le creepypasta che hanno influenzato il mondo dei videogiochi horror andando a creare un vero e proprio titolo la cui esistenza è tutt’ora dubbia. Siamo infatti in presenza di un cabinato piuttosto vecchio, come quelli a cui si poteva accedere nelle sale giochi di una volta. Il gioco si presentava come uno sparatutto fantascientifico: eri una navicella che spostandosi a destra e a sinistra doveva colpire schiere di nemici senza farsi abbattere, nulla di nuovo nel complesso. La parte inquietante arriva quando sullo schermo iniziano ad apparire, per brevi frazioni di secondo, parole come “obbedisci” o “arrenditi”, oppure immagini di volti sfigurati da espressioni di terrore. La velocità di apparizione le rendeva quasi impossibili da percepire in maniera consapevole ma il cervello sembrava reagire a questi comandi. Inoltre nel menù d’impostazioni erano presenti dei comandi come “insonnia”, “obbedienza”, “epilessia”, tutti con un livello che dal minimo poteva essere elevato al massimo. Al giorno d’oggi l’esistenza di questo cabinato rimane avvolta nel mistero anche se gli appassionati ne sono costantemente alla ricerca.

Dunque, il panorama videoludico legato al tema dell’orrore subisce tutt’oggi una forte influenza proveniente dal mondo delle leggende metropolitane e ci sono decine, se non centinaia di titoli che potrebbero essere menzionati. Capire come le creepypasta influenzano i videogiochi è piuttosto difficile ma potremmo riassumere il tutto in quattro macroaree: le leggende metropolitane che hanno portato alla realizzazione di giochi ad esse ispirate (come Slenderman), videogiochi che hanno spinto alla stesura di storie dal tema horror strettamente legate al gameplay (es. Herobrine), storie che nascono sempre dai videogiochi e hanno un risvolto nella realtà, paranormale e non (come Sonic.exe o la Sindrome di Lavandonia) e storie completamente inventate su giochi apparentemente esistiti ma di cui non si hanno informazioni concrete (es. Polybius). Quello che è certo è che queste storie sono tutt’oggi legate al mondo del mistero e chissà che qualcuna di esse non sia reale.

Fonte immagine: Wikipedia

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