Pokémon shock: l’episodio bandito dalla televisione

Pokémon shock: l’episodio bandito dalla televisione

L’universo dell’anime Pokémon è stato spesso al centro di leggende nate sul web, come il mito della “Sindrome di Lavandonia”. Esiste però un evento reale, accaduto il 16 dicembre 1997, che ha avuto conseguenze ben più concrete. Quel giorno, la trasmissione dell’episodio 38, “Dennō Senshi Porygon” (Soldato Elettrico Porygon), su TV Tokyo causò un fenomeno di massa che la stampa ribattezzò “Pokémon Shock”. Ma cosa rese quell’episodio così pericoloso per gli spettatori?

La trama dell’episodio e la scena incriminata

La trama vedeva i protagonisti Ash, Misty e Brock entrare nel cyberspazio con l’aiuto di Porygon, un Pokémon digitale, per fermare un malfunzionamento. All’interno della rete, il gruppo viene attaccato da un programma antivirus che lancia dei missili. Per salvare tutti, Pikachu interviene e distrugge i missili con il suo attacco Tuonoshock. L’esplosione risultante fu animata con una sequenza di rapidissimi flash di luce rossa e blu, che riempirono lo schermo per circa quattro secondi a una frequenza di 12 Hz. Furono proprio questi quattro secondi a scatenare il disastro.

Cosa accadde in Giappone: il “Pokémon Panic”

L’episodio andò in onda nel tardo pomeriggio, davanti a un pubblico di milioni di bambini. Subito dopo la scena dell’esplosione, iniziarono ad arrivare le prime segnalazioni. I sintomi variavano da bruciore agli occhi, mal di testa e nausea a reazioni più gravi come tremori, vomito e vere e proprie crisi epilettiche. Secondo i resoconti ufficiali riportati da testate come la CNN, oltre 685 bambini finirono in ospedale. L’incidente ebbe un’eco mediatica enorme, tanto che la serie anime fu sospesa per quasi quattro mesi.

Aspetto dell’incidente Descrizione
L’evento scatenante Una scena di 4 secondi con flash rossi e blu alternati rapidamente (12 Hz) nell’episodio “dennō senshi porygon”.
La causa scientifica Epilessia fotosensibile, una condizione neurologica in cui stimoli visivi intermittenti possono scatenare crisi convulsive.
Le conseguenze immediate Circa 685 ricoveri, sospensione dell’anime per 4 mesi e bando permanente dell’episodio.
Le conseguenze a lungo termine Introduzione di nuove linee guida per le trasmissioni in Giappone e il “bando” non ufficiale di Porygon dall’anime.

La spiegazione scientifica: non suggestione, ma epilessia fotosensibile

La causa dei malori di massa non fu un mistero o un caso di suggestione, ma un fenomeno medico ben documentato. Si tratta di epilessia fotosensibile, una condizione per cui, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, stimoli luminosi intermittenti possono indurre crisi epilettiche in soggetti predisposti. La combinazione di colori (rosso e blu) e la frequenza dello sfarfallio crearono le condizioni perfette per scatenare questa reazione. Sebbene solo una parte dei bambini colpiti ricevette una diagnosi formale, l’intensità dello stimolo visivo fu tale da provocare malesseri anche in chi non era clinicamente fotosensibile.

L’eredità del Pokémon Shock e il destino di Porygon

A seguito dell’incidente, le emittenti giapponesi adottarono nuove e rigide linee guida per prevenire il ripetersi di eventi simili, limitando l’uso di flash e sfarfallii nelle animazioni. L’episodio “Dennō Senshi Porygon” non fu mai più trasmesso in nessuna parte del mondo. Paradossalmente, sebbene la causa tecnica fu l’attacco di Pikachu, fu Porygon a pagare il prezzo più alto: il Pokémon e le sue evoluzioni non sono mai più apparsi come protagonisti in un episodio dell’anime, diventando la vittima sacrificale di uno degli incidenti più famosi della storia della televisione.

Immagine di copertina da: pixabay.com

Articolo aggiornato il: 29/09/2025

 

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A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

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