Riferimenti culturali negli anime: 3 esempi curiosi

Riferimenti culturali negli anime: 3 esempi curiosi

Gli anime non sono solo serie di intrattenimento, da guardare per svagarsi, ma spesso hanno anche un valore educativo e sono una preziosa fonte di informazioni. Ad esempio, negli anime storici possono esserci curiosità sull’epoca di ambientazione della narrazione oppure, se una serie si svolge in un determinato Paese, si possono scoprire tante cose riguardo la sua cultura, le sue usanze e tradizioni… Sono molti i mangaka che studiano costantemente per acquisire informazioni da inserire, in maniera più o meno esplicita, all’interno delle proprie storie. I riferimenti culturali negli anime diventano così un modo per informarsi, per acquisire nuove conoscenze, in modo da apprezzare una serie ancora di più.

Bungo Stray Dogs

 

Fonte immagine: Crunchyroll

Bungo Stray Dogs: un esempio di riferimenti culturali alla letteratura

Personaggi e autori: un’analisi dei riferimenti letterari

Uno dei manga più ricchi di riferimenti letterari è sicuramente Bungo Stray Dogs, scritto da Asagiri Kafka e disegnato da Harukawa Sango. Tutti i personaggi sono infatti ispirati a scrittori classici, sia della letteratura giapponese che di quella occidentale. Troviamo infatti autori come Akutagawa Ryuunosuke, Dazai Osamu, Tanizaki Jun’ichirou, o ancora Edgar Allan PoeFrancis Scott Fitzgerald, Louisa May Alcott e tanti altri… benché la trama della serie non abbia a che fare con le vite di queste figure, tutti i personaggi incarnano alcuni loro tratti distintivi: ad esempio, il personaggio di Dazai ha un forte desiderio di togliersi la vita, cosa che prova a fare diverse volte nel corso della serie, ma senza ottenere successo. Sappiamo che lo stesso autore provò a compiere questo gesto diverse volte e infatti, alla fine, morì suicida.

Le abilità: un altro esempio di citazioni culturali nell’anime

Ma i personaggi di Bungo Stray Dogs non sono legati solo agli autori da cui traggono ispirazione, ma anche alle loro opere: sappiamo infatti che nella serie ognuno ha una propria “abilità“, un potere unico che si manifesta in forme diverse. E una curiosità interessante sta nel fatto che i nomi di queste abilità siano ispirati ai titoli delle opere di questi famosi scrittori: quella di Akutagawa si chiama Rashomon, come il racconto più importante dello scrittore, per Tanizaki abbiamo Sasame yuki (Neve sottile), dal suo romanzo principale; ancora, per il personaggio di Fyodor Dostoevskij troviamo il potere Delitto e castigo, come il capolavoro della letteratura russa da lui scritto. Questi sono solo alcuni degli elementi letterari da cui Asagiri ha tratto ispirazione per il suo manga e che rendono Bungo Stray Dogs una serie accattivante e ricca di informazioni interessanti.

Fate/Stay Night

Fonte immagine: Crunchyroll

Fate/Stay Night e i suoi affascinanti rimandi culturali

Un anime con numerosi riferimenti culturali è sicuramente Fate/Stay Night, saga tratta dall’omonima visual novel realizzata da Kinoko Nasu. Un elemento importante della serie sono infatti i servantspiriti di eroi del passato, storici e mitologici, che si materializzano per assistere il proprio master, che con i suoi poteri magici combatte per ottenere il Santo Graal (il che è di per sé un riferimento culturale interessante). La particolarità dei servant, quindi, è proprio quella di essere ispirati a personaggi realmente esistiti, o letterari: troviamo Gilgamesh, dell’omonima epopea, Alessandro Magno,  o anche rivisitazioni di queste figure eroiche, come quella di re Artù, che in Fate/Stay Nigth è rappresentato in veste femminile col nome di Artoria. Attraverso questa serie abbiamo quindi la possibilità di scoprire le storie di questi personaggi, appartenenti a Paesi e culture diverse, ma riunite in una narrazione avvincente e ricca di sorprese, e che suscitano nello spettatore grande curiosità.

The Case Study of Vanitas: alla scoperta dei riferimenti culturali

Con una certa sottigliezza troviamo numerosi riferimenti culturali anche nell’anime Vanitas no Carte (The Case Study of Vanitas), realizzata da Jun Mochizuki. La storia ha di base un’ambientazione storica, benché sia di genere fantasy, per cui troviamo diversi richiami anche nei luoghi rappresentati, ispirati alla Parigi dell’Ottocento, come la Tour Eiffel in fase di costruzione. Tutto ciò dimostra un attento studio da parte dell’autrice, che emerge anche da citazioni e allusioni in diversi aspetti della storia. Un esempio sono i nomi dei personaggi, fortemente evocativi: il protagonista si chiama Noè, come il personaggio biblico. Infatti, già all’inizio della serie viene chiamato “bambino dell’arca“, con chiaro riferimento all’episodio della Bibbia. C’è poi Vanitas, co-protagonista, che prende il nome dall’omonimo movimento artistico del Seicento, caratterizzato dalla rappresentazione della natura morta in modo da alludere al tema della caducità della vita. Ancora, all’interno di The Case Study of Vanitas è presente la famiglia de Sade, ispirata alla figura realmente esistita del Marchese de Sade, autore di opere come Le centoventi giornate di Sodoma, che viene anche citata all’interno della serie. Un altro riferimento particolarmente curioso è quello rappresentato dall’analogia tra il personaggio di Jeanne, vampira incaricata di giustiziare suoi simili che contravvengono alla legge e la figura di Giovanna d’Arco. Infatti, non solo il suo nome è ispirato all’eroina francese, ma lo stesso Vanitas dice che le è stato dato il nome di una santa. Attraverso questi e molti altri rimandi culturali Mochizuki ha creato un’opera affascinante e piena di possibili spunti di studio per i fans.

The Case Study of Vanitas

Fonte immagine: Crunchyroll

 

Fonte immagine di copertina: Netflix
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